lunedì, maggio 01, 2023

LA CHEROFOBIA: QUELLA MALATTIA CHE IMPEDISCE DI ESSERE FELICI. ECCO COSA POSSIAMO FARE PER CERCARE DI EVITARLA.


Oristano 1° maggio 2023

Cari amici,

Inizio i post di maggio con una seria riflessione sulla vita dell'uomo. Stiamo sulla terra per vivere insieme, possibilmente felici, oppure vogliamo essere solo macchine produttive? E a quale scopo? Proviamo un po' a riflettere. Viviamo sempre con la paura di non essere all'altezza, sempre di corsa, e la domanda che ci poniamo non è assolutamente fuori luogo o solo teorica: “Perché ci lasciamo trasportare dall'ansia, senza fermarci a riflettere, quasi avessimo paura di essere felici? Per quanto possa sembrare strano la paura di stare sereni e felici è una verità concreta, un male che esiste e si diffonde, costituito dal timore della felicità, e questo timore porta il nome di CHEROFOBIA. Sono tante, ormai, le persone che vivono in assenza di allegria, e c’è anche chi la contentezza non sa neanche dove stia di casa! Intimorendosi, addirittura, se per caso riconosce nella propria vita qualche attimo di felicità. Indubbiamente frutto dei caotici tempi moderni, ma di fatto la Cherofobia altro non è che una forma di ansia anticipatoria, nata dalla paura che una volta raggiunta la gioia, la contentezza e quindi la felicità, si possano abbassare le nostre difese, diventando di conseguenza più vulnerabili.

Gli esperti hanno creato il termine CHEROFOBIA, dando un preciso nome a quella tensione irrazionale che spesso ci cattura, diventando poi nel tempo un’avversione patologica verso tutte quelle emozioni comunemente considerate positive. Il termine attribuito nasce derivandolo dall’etimologia greca, dove kairós indica “ciò che rallegra” e fóbos, invece, la "paura”; letteralmente, quindi, “la paura di essere felici”. Al di là del significato letterale, il termine Cherofobia oggi identifica l’avversione che ci porta ad evitare le circostanze positive e le emozioni che ne conseguono. Sebbene non sia inserita nell’ultima edizione del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5), la principale risorsa per la diagnosi delle patologie di salute mentale, in psicologia la cherofobia è definita come una forma d’ansia anticipatoria che preclude di raggiungere la felicità.

La psicologa Dr.ssa Valeria Locati, psicoterapeuta della famiglia, psicodiagnosta ed esperta nel trattamento del disturbo da gioco d’azzardo, proprio in occasione della Giornata mondiale della felicità (istituita dall’Onu nel 2012), ha elaborato sette spunti di riflessione e approfondimento per evitare il timore della felicità. Ecco, in dettaglio, i sette punti indicati dalla Dr.ssa Locati.

1.Pensare alla felicità non significa sottrarsi alle responsabilità. Siamo costantemente sopraffatti dagli impegni, al limite delle nostre energie, che accarezzare l’idea di essere felici ci fa sentire in colpa, oziosi, poco orientati all’impegno produttivo e ai suoi valori. Non è così, dice la psicologa, in quanto “dedicarsi a ciò che ci rende felici migliora la concentrazione, la percezione di sé, il benessere psicofisico globale.

2.I pensieri ricorrenti non vanno scacciati, ci indicano la strada. Tutti noi siamo portatori di pensieri intrusivi. Si insinuano nelle nostre giornate, sottraggono energie, ci portano stress e confusione. Evitarli o tentare di reprimerli, ha lo stesso effetto del cancellare la strada dalla mappa e trovare scorciatoie di testa nostra. Vanno guardati, messi sotto la lente di ingrandimento per il tempo necessario a capire con quali risorse gestirli. Prima è meglio, poi è troppo.

3.Non è vero che se non ci pensi tu non lo fa nessuno. Il contesto familiare, culturale e sociale in cui siamo immersi ci vuole supereroi, ma in silenzio. Abbiamo imparato a contare per gli altri facendo, sentendoci unici, indispensabili, ma per questo anche molto soli. Lasciare all’altro, anche quando è piccolo e inesperto, la possibilità di occuparsi dei suoi impegni e delle sue incombenze ci aiuta a ridimensionare le fatiche e le onnipotenze.

4.Quanta paura hai delle tue emozioni negative? Essere felici non è mai una questione di ingenuità o di leggerezza infantile. Fermarsi a riflettere su come ritrovare gioia di vivere ed entusiasmo implica partire dal perché li abbiamo persi. Significa fare i conti con la tristezza e spesso con la rabbia che colorano le nostre giornate. E questo fa di sicuro più paura dell’abitudine allo stress a cui ci sottoponiamo continuamente.

5.Stress, preoccupazioni, sovraccarico si trovano nell’immagine che hai di te. La realtà è una questione di sguardi, di punti di vista dai quali osserviamo le persone e le loro relazioni. La narrazione di noi stessi al limite delle energie, pronti a esplodere da un momento all’altro è solo una delle possibili descrizioni che ci riguardano. Capire perché sia preponderante può essere l’inizio di un percorso di conoscenza in cui sentirci efficaci.

6.Fare al posto degli altri non ti garantisce il loro amore. Ci ripetiamo in continuazione quanto sia faticoso essere d’aiuto per tutti, quanto poco si venga riconosciuti, quanto, anche al lavoro, ogni gesto sia dato per scontato. E se iniziassimo a chiederci cosa davvero ci aspettiamo da quella riconoscenza? Quanto la frustrazione di non essere visti abbia a che fare invece con il desiderio innato di essere amati? Ecco, non è sostituendoci agli altri che ci faremo amare e saremo felici.

7.La felicità non la si merita, la si vive. La vita non è una gara a ostacoli o un livello di un videogioco in cui vincere un premio. È un percorso assolutamente personale, in cui non dobbiamo meritarci una gioia, un momento felice, pensarci soddisfatti. Essere felici fa parte della natura umana, ne è una condizione per la sopravvivenza e per la qualità del nostro futuro e delle relazioni con le persone che amiamo. Non è accessoria, bensì una necessità di cui essere responsabili in prima persona.

Cari amici, credo che la Dr.ssa Locati abbia proprio ragione! Chiudo con le sue parole la riflessione di oggi: “Fondamentale è imparare a pensare alla felicità come qualcosa da vivere ogni giorno, a cui dedicare del tempo accanto a tutti gli impegni che ci assumiamo. "In un mondo frenetico che ci spinge a essere spesso di corsa e a soffermarci poco ad ascoltare il nostro mondo interno, diventa centrale concedersi di riflettere su cosa alimenta il nostro stress e come ritrovare gioia di vivere ed entusiasmo (…). La felicità non è qualcosa che si merita, ma va vissuta ogni giorno.”.

A domani cari lettori.

Mario

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