Oristano 14 maggio 2023
Cari amici,
Prima di dialogare con Voi sull'argomento di oggi, voglio fare gli AUGURI a tutte le mamme del mondo, quelle che ci hanno dato la vita, e che, anche quando non sono più con noi fisicamente, continuano ad amarci in modo totale! Personalmente penso alla mia mamma, che per me ha sacrificato una vita intera e che oggi, anche se fisicamente mi manca da tanto, continua ad aiutarmi e sostenermi da lassù, dove certo riposa nel celeste cielo di Dio. Ciao carissima mamma, un abbraccio forte, come quelli che mi davi quando eri qui con me!
Per tutti noi, oggi,
quando torniamo a casa stanchi, farci una bella doccia o un bel bagno è
una necessità praticamente ineludibile; un rito a cui difficilmente riusciamo a
resistere, in quanto ci toglie la stanchezza, ci rilassa e ci dà piacere, oltre
a risultare indispensabile per curare la nostra igiene personale e tenere
lontane le malattie. Ma è stato così
anche in passato? Direi proprio di no, perché anche senza tornare troppo
indietro nel tempo, nel Medioevo, per esempio, la gente si lavava poco e “a
secco”, evitando l’uso di acqua per tutta una serie di credenze. Ciò valeva per
tutte le classi sociali, compresa la nobiltà, che cercava di nascondere i
cattivi odori con grandi dosi di profumo e cambiando spesso gli abiti.
Il Medioevo, amici, era
strapieno di credenze che noi oggi possiamo considerare assurde, ma che,
invece, erano applicate e praticate, con la terribile paura di contrarre le
malattie. Credenze avallate dai
medici, che pontificavano che l’utilizzo dell’acqua calda, dilatando i pori
della pelle, favoriva l’introduzione dei mefitici miasmi presenti nell’aria,
prodotti dalle decomposizioni organiche e dalle acque stagnanti. Questi soloni
della medicina consigliavano, per tenere lontane le contaminazioni, di evitare
i vapori dell’acqua e le condense, soprattutto negli spazi chiusi. Uno dei curiosi
rimedi, adottati per combattere i cattivi odori era quella di profumare l’aria,
in quanto si credeva, pensate un po’, che spargere nell’aria un profumo gradevole,
riuscisse a purificare l’aria ammorbata dai miasmi fuoriusciti dai rifiuti
organici. In questo modo, la sporcizia depositata sul corpo, non solo era
tollerata, in quanto non ritenuta un rischio per la salute, ma che, anzi,
fungesse da velo di protezione per la pelle.
Amici, contrariamente a
quanto, invece, era praticato in passato dall’antico popolo romano, che
dell’acqua aveva fatto un rito da praticare sempre (alquanto famose
le Terme di Caracalla), nel Medioevo la paura dell’acqua raggiunse il
suo culmine. Anche all’interno delle case nobili o borghesi, seppure fossero
presenti delle vasche da bagno, se ne sconsigliava l’uso in eccesso. Il rimedio
agli odori poco gradevoli emanati dal corpo era quello di profumarsi e
cambiarsi d’abito spesso. A rincarare la dose ci si mise anche la Chiesa, che,
convinta che le nudità che il bagno prevedeva, riuscisse a moltiplicare i
desideri sessuali, bandì con forza i bagni pubblici (chiamati “bagni romani”), proprio
perché costituivano un pericoloso contatto fisico con l’esposizione delle
nudità, censurando, anche in privato, l’esposizione e l’esplorazione del corpo.
Per tutte queste assurde
paure, dichiarate sia dai medici che dai religiosi, le pratiche d’igiene praticate
nel Medioevo erano praticamente quasi inesistenti, molto rapide e che interessavano
solo alcune parti del corpo (faccia, mani e piedi, soprattutto); inoltre,
queste pratiche erano realizzate “a secco”, ossia le parti del corpo venivano
strofinate con panni asciutti. Queste paure durarono a lungo e cominciarono a
cambiare solo nella seconda metà del secolo XVIII, quando s’iniziò a pensare
che l’acqua tiepida poteva avere virtù calmanti e che l’acqua fredda, invece,
rinforzasse i tessuti e aumentasse la fluidità del sangue.
Fu così che, piano piano,
alla fine di quel secolo, l’acqua iniziò ad arrivare in alcune abitazioni di
lusso, che vennero equipaggiate con sfarzose stanze da bagno, anche se
la loro funzione non era ancora vista come luogo privato, dove si poteva
provvedere alla cura del proprio corpo praticando la necessaria igiene. Per
arrivare ad una capillare diffusione di questi luoghi di pulizia del corpo dobbiamo
aspettare l’arrivo della prima metà del XIX° secolo, quando iniziò la
diffusione dell’utilizzo dell’acqua finalizzato all’igiene; avvenne in
contemporanea della caduta di quei molti tabù relativi al corpo e all’intimità.
Amici, oggi chi va in
vacanza a Parigi e visita il sontuoso palazzo di Versailles, vedrà
subito che questa regia non ha bagni. I suoi regali abitatori quando arrivava
l’ora di fare i bisognini, si sedevano su una sedia con un buco al centro e con
sotto un vaso raccoglitore. A fine seduta gli escrementi, sicuramente alquanto
odorosi, venivano lanciati dalle finestre del palazzo e, qualche volta finivano
anche sulla testa di qualche malcapitato! Anche l’igiene a tavola era alquanto
scarsa. Nei banchetti organizzati dalla borghesia In giorni di festa, la cucina
del palazzo poteva preparare un banchetto per 1500 persone, senza la minima
igiene.
All’epoca, anche i
meravigliosi giardini della reggia di Versailles, oltre che abbellire la
reggia, erano usati come gabinetti, proprio perché non c'erano i bagni. Era
consuetudine, in quel periodo, sposarsi a Giugno, all’inizio dell’estate, in
quanto il caldo era ancora ragionevole e l’odore emanato dai corpi era ancora
tollerabile. Tuttavia, poiché alcuni odori iniziavano già a disturbare, le
spose portavano mazzi di fiori vicino al loro corpo per coprire la puzza. Da
qui la spiegazione dell'origine del bouquet da sposa.
Cari amici, in realtà la
necessità di ripulirsi dalla sporcizia è sempre esistita. Anche gli animali,
del resto, effettuano operazioni di pulizia del proprio corpo e della propria
tana. Gli scimpanzé, per esempio, si puliscono il pelo reciprocamente (un
comportamento definito grooming), passando in questo modo circa un quinto della
loro vita. Come possiamo leggere in un saggio dell’antropologa Virginia
Smith (Clean, A History of Personal Hygiene and Purity, Oxford University
Press), noi umani sin dalla preistoria ci adoperiamo per allontanare
rifiuti e altri maleodoranti materiali, provvedendo a controllare sia l’aspetto
sia l’odore che emettiamo, in un istintivo bisogno di sentirci puliti. Ma non
sempre abbiamo avuto una visione univoca su che cosa sia “sporco”. E non
sempre, nella storia dell’igiene, acqua, sapone e disinfettanti furono rimedi
riconosciuti!
Grazie, amici lettori,
della Vostra sempre gradita attenzione.
Mario
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