sabato, maggio 20, 2023

ANCHE IL GIAPPONE VIVE IL DRAMMA DELLO SPOPOLAMENTO. TANTE LE CASE RURALI ABBANDONATE (LE AKIYA) CHE SONO IN VENDITA A POCO PREZZO.


Oristano 20 maggio 2023

Cari amici,

Il dramma dello spopolamento delle campagne non colpisce solo le nostre zone rurali, dove i piccoli centri (sono tanti in Sardegna) sono a rischio estinzione, ma sta diventando luogo comune in tante altre parti del mondo. La concentrazione delle popolazioni nei grandi centri urbani sta depauperando un patrimonio immenso, fatto di usi, costumi e tradizioni millenarie. L’abbandono delle campagne, poi, sta creando anche non pochi problemi gi gestione del territorio, che, in balìa degli eventi e senza il controllo delle popolazioni, rischia di creare situazioni di pericolo per frane, smottamenti e quant’altro.

Questo dramma lo sta vivendo anche il Giappone, dove le campagne sono sempre più abbandonate e i villaggi con le case ogni giorno più vuote, rompendo così l’antica, millenaria tradizione rurale. Secondo i dati del Governo, registrati dall'indagine Housing and Land nel 2018, la nazione registra infatti almeno 8,5 milioni di "AKIYA", termine con cui vengono indicate queste particolari abitazioni spopolate, che equivalgono a circa il 14% del patrimonio residenziale del Paese del Sol Levante. Un dato, secondo le statistiche più recenti, destinato ad aumentare più del doppio entro il 2033, come conferma il Nomura Research Institute.

Anche il Giappone, amici, sta registrando un calo demografico pericoloso, che ha portato le nascite al minimo storico; questa pericolosa situazione ha spinto il Governo a cercare di concretizzare dei piani di ri-popolamento delle campagne giapponesi: con l'obiettivo di rivitalizzare i centri abitati minori, falcidiati anche dal vivere nelle grandi città. Per fare questo le autorità del Sol Levante hanno deciso di sovvenzionare i lavori di ristrutturazione di queste vecchie strutture e di vendere gli immobili anche a cifre irrisorie, che in certi casi arrivano anche alla modestissima cifra di 500 euro.

L’intento principale del Governo è quello di cercare di riportare nei centri dell’interno soprattutto i connazionali, trasferitisi, nel corso del tempo, nelle grandi metropoli; tuttavia, a rispondere meglio all’offerta è stato il pubblico straniero, che ha risposto con entusiasmo, allettato dall’incentivo finanziario. "Gli akiya mal tenuti possono rovinare il paesaggio e mettere in pericolo la vita e le proprietà dei residenti in caso di crollo", ha riferito a The New York Times Kazuhiro Nagao, un funzionario di Sakata, città situata lungo la costa occidentale. "Stiamo in parte incoraggiando le demolizioni, raccogliendo i rapporti delle associazioni di quartiere dedicate a questa tipologia di casa e cercando di sensibilizzare i proprietari sul problema dell'abbandono".

La rivitalizzazione dei piccoli centri dell’interno, attraverso l’incentivo statale, ha catturato, però, l’attenzione di una schiera di agenti immobiliari, interessati dai possibili profitti, certamente non indifferenti. Mentre i comuni di tutto il Giappone si stanno impegnando a compilare lunghi elenchi di case sfitte in vendita o in affitto, l'iniziativa dei privati, invece, sta predisponendo delle banche dati, consultabili online, da cui attingere per capitalizzare l'eccesso di residenze non occupate. Ecco, è in questo modo che entrano in gioco gli acquirenti stranieri, tra cui americani, australiani e molti altri. Un affare certamente lucroso, che porta profitti, oltre che rigenerazione dei centri abbandonati.

L’operazione in corso in Giappone è senz’altro positiva. Rivalutare il passato, ristrutturando, recuperando e rigenerando le antiche case giapponesi, in precedenza abbandonate e cadute nell’oblio, con buona perdita degli antichi valori nazionali, significa far rifiorire l’antico fascino ancestrale del passato; per chi compra e ristruttura, è un modo per rivivere di persona gli antichi spazi del passato, abitando in case dalle ampie metrature oramai dimenticate. È un modo alquanto positivo per trasmettere alle nuove generazioni quell'eredità culturale del passato perché non vada perduta.

Cari amici, delle “Case a 1 euro” di cui tanto si discute nella nostra Sardegna, ho già parlato ampiamente su questo blog, per cui la mia riflessione di oggi sull’identico problema che sta affrontando il Giappone, mi convince sempre più che “Tutto il mondo è paese”. Non disperdiamo, ovunque siamo, il patrimonio costruito dai nostri predecessori, perché il futuro affonda le radici nel passato.

A domani.

Mario

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