domenica, settembre 20, 2020

LA FRANCIA DICE NO AL RILASCIO DEL “CERTIFICATO DI VERGINITÀ”. UNA BARBARIE DEL PASSATO CHE CONTINUA AD UMILIARE LE DONNE.

 


Oristano 20 settembre 2020

Cari amici,

Che il cammino della donna sia sempre stato lastricato di umiliazione, sudditanza e possesso da parte dell’uomo è una realtà che, nonostante le annose e cruente lotte, in parte continua ad essere ancora in auge. Si parla tanto di uguaglianza, in famiglia, nel lavoro e nella società, ma i passi fatti sono solo piccoli frammenti del riconoscimento dei suoi sacrosanti diritti che continuano ad essere ignorati. Ebbene, la mia riflessione di oggi è inerente proprio alla violazione di uno di questi diritti che la protervia maschile vorrebbe continuare ad esercitare sulla donna: l’accertamento (quale diritto di possesso) della verginità del suo corpo.

Nel mondo super tecnologico del Terzo Millennio, seppure sembri incredibile, continuano a restare in auge retaggi di un antico passato, quando la donna era per l’uomo non un soggetto libero e a lui uguale, ma un oggetto di sua proprietà. Nelle diverse Comunità musulmane in particolare, enclave ormai presenti e fortemente radicalizzate in tutta Europa, vigono, essendo state fortemente mantenute, usanze tribali e modi di vivere del passato, che potremmo considerare addirittura precedenti al Medioevo. Oggi, in Occidente, convivere con queste Comunità integraliste sta diventando sempre più difficile, quasi una sfida colossale. 

Nonostante il trascorrere del tempo, la vita di queste Comunità, catechizzate dal rigorismo islamista, continua ad estraniarsi dal contesto sociale, evitando e rifiutando la necessaria integrazione con gli altri popoli, formando un ecosistema, chiuso all'esterno. Nessun “melting pot”, dunque, con le altre culture, ma un costante indottrinamento per il mantenimento integrale e radicale della legge musulmana, praticato nelle moschee, nelle associazioni culturali, palestre, caffè etc. Luoghi dove viene inculcato e imposto il rispetto delle loro antiche norme, tra le quali anche l’accertamento, prima del matrimonio, della verginità della donna. 

Ma ora, qualcosa inizia a muoversi. La Francia, per prima, ha lanciato il guanto di sfida alla cultura islamica integralista, vietando ai medici il rilascio dei “Certificati di verginità”, quelle attestazioni richieste proprio dalla Comunità musulmana relativamente all'unione matrimoniale. Il Governo francese e l’O.M.S. (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) già nel 2018 si pronunciarono negativamente sull'accertamento medico in parola, considerando il test di verginità non solo anacronistico, ma una violazione dei diritti fondamentali delle donne. 

Tuttavia, la paura di reazioni forti e incontrollate da parte dell'ala più radicalizzata della cultura islamica ha fatto desistere finora dall'applicazione rigida della negazione dell’accertamento. Ora però le cose iniziano a cambiare: il divieto stabilito dal Governo francese (che andrà in autunno alla ratifica del Parlamento) sicuramente diventerà legge, anche se purtroppo non trova consensi unanimi anche al di fuori della Comunità musulmana.

Diversi medici sostengono che "Ci capita di dover fornire questo certificato a una giovane donna per salvarle la vita, per proteggerla perché è indebolita, vulnerabile o minacciata". Dunque, secondo loro, approvare una legge che considera il “rilascio del certificato” come reato penale, significa abbandonare le ragazze a pratiche clandestine, o a viaggi all'estero per ottenere comunque gli attestati, mentre oggi il ‘consulto’ con certificato è l'occasione per “aiutare le ragazze a prendere coscienza e a liberarsi dal dominio maschile o familiare".

Il Governo francese, per bocca del Ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, replica alle critiche dicendo che “Il nostro ruolo è permettere a ebrei, musulmani, cattolici e protestanti, tutti coloro che credono in Dio, di praticare la loro religione, ma senza chiudere gli occhi su coloro che mettono la fede al di sopra della legge”. Lo stesso presidente Macron, di recente, si è scagliato contro “coloro che, spesso in nome di Dio, e talvolta con l’aiuto di potenze straniere, vogliono imporre la legge a un gruppo” e ha ricordato che “la Repubblica, perché è indivisibile, non ammette alcuna avventura separatista”.

Cari amici, credo che l’iniziativa del Governo francese sia non solo valida, ma che dovrebbe essere fatta propria anche da tanti altri Stati. L'idea che nel Terzo Millennio vengano considerate ancora valide procedure di “accertamento della verginità di una donna (in realtà un accertamento di possesso integro di qualcosa appartenente all’uomo)”, appare come qualcosa di odioso e ripugnante. 

Se è pur vero che la tolleranza tra diverse culture non deve mai mancare, l’inserimento di un’altra cultura presso quella di un popolo o di una nazione può avvenire entro determinati limiti; il giusto rispetto per entrambe le culture, è soggetto ad una precisa condizione: nessuna delle diverse culture deve arrivare a violare i diritti inalienabili della persona, come nel caso di cui stiamo parlando oggi. Per questo motivo retaggi arcaici come l’accertamento della verginità vanno cancellati, respinti al mittente senza sé e senza ma!  

I diritti inalienabili della persona umana non possono essere mai oggetto di compromessi!

A domani.

Mario


Nessun commento: