Oristano 23 settembre 2020
Cari amici,
Che la pandemia scatenata
dal COVID-19 abbia sconvolto la vita praticamente in tutto il mondo, è un dato
di fatto, considerata la sua virulenza, i morti e i contagi che continuano.
Ebbene, molte nazioni hanno cercato, ognuna a modo suo, di arginare i danni
causati da questa pandemia, alcune arrivando anche a prevedere la così detta “Immunità
di gregge”, ovvero quella specie di auto-immunizzazione della popolazione.
Ipotesi lanciata nel primo periodo dello scatenarsi della pandemia dal Primo
Ministro britannico Boris Johnson in Inghilterra, che ipotizzò proprio l’immunità
di gregge come possibile strategia per fronteggiare il Coronavirus.
Ma in realtà, per noi che
non siamo certo gli addetti ai lavori, che cosa significa realmente Immunità
di gregge? Questa possibile auto-immunizzazione è davvero una strada
percorribile ed efficace per contrastare il COVID-19 e la pandemia in atto? Gli
esperti, in realtà, sono molto scettici al riguardo, per tutta una serie di
considerazioni, sicuramente valide. Vediamole insieme, partendo dal suo preciso
significato.
Con immunità di gregge
si intende una particolare strategia messa in atto per cercare di contenere
la diffusione del virus. Partendo da questo concetto di base: se la maggior
parte degli individui all’interno di una Comunità è vaccinata (o provvista naturalmente
di anticorpi) la diffusione del virus inizia in poco tempo a decrescere
concretamente, senza effettuare interventi particolari; di fatto, andrebbero a
trovarsi protette anche le altre persone che non si sono potute (o volute)
sottoporre alla vaccinazione. In sostanza l’epidemia non viene contrastata con
interventi medici e farmaci, ma il suo controllo avviene di fatto con
l’autoimmunizzazione e gradualmente tutte le persone diventano immuni (“in
gregge”).
Come si può raggiungere
allora, concretamente, l’immunità di gregge? Questo tipo di immunità si può
costruire in due modi: tramite vaccino, o senza. La forma spontanea avviene, ricordando
le altre malattie virali o di influenza. L’immunità di gruppo garantisce un
effetto protettivo sui soggetti vaccinati, ma anche su quelli privi di
vaccinazione. Non è automatico, però, trasportare quest’esperienza sul virus
COVID-19, in quanto ancora poco conosciuto e quindi gli esperti sono ancora
scettici nell’ipotizzare, come già avvenuto per altre malattie in passato, una
possibile immunità di gregge spontanea.
Non dimentichiamoci che,
per raggiungere l’immunità di gregge, c’è una soglia da raggiungere. Per
raggiungere un risultato positivo si stima che la percentuale di immunità della
popolazione debba essere superiore al 90%, senza contare che alcuni esperti
parlano addirittura del 95%. Quanto alla possibile immunità di gregge relativamente
al coronavirus, c’è da considerare che a tutt’oggi non esistono ancora dei
vaccini in Italia e nel mondo in grado di debellare il coronavirus. Per questa
ragione gli esperti sono molto scettici nel ritenere che la soluzione
dell’immunità di gregge possa essere di fatto applicata alla situazione
odierna.
Tale condizione, infatti,
si verifica solo nel momento in cui la maggior parte della popolazione è in
grado di sviluppare solidi anticorpi per fronteggiare il virus. E nel caso del
COVID-19 sembra che si debba attendere necessariamente un vaccino, senza
affidarsi alla sola immunità spontanea. In realtà, oltre l’Inghilterra, che
inizialmente aveva ipotizzato di utilizzare proprio l’immunità spontanea, anche
altri Stati come la Svezia ci hanno provato.
Una decisione, sotto
molti aspetti “controcorrente”, quella presa dalla Svezia, che ha deciso di evitare
il Lockdown anche quando il numero di morti pro-capite stava subendo
un’impennata. Tuttavia, in breve tempo stando ai dati ufficiali, la Svezia è
riuscita comunque ad appiattire la curva epidemica. Questa teoria, però, non è stata
confermata da fonti autorevoli e numerosi esperti internazionali sono stati concordi
nel sostenere che ad incidere positivamente sul dato sia stato il comportamento
virtuoso della popolazione.
Anche Karin Tegmark Wisell, microbiologa a capo
dell'Agenzia della Sanità Pubblica svedese, ha sottolineato come la positività
agli anticorpi nella popolazione svedese è rimasta di fatto inchiodata al 10%
(e quindi ben lontana da quel 90% necessario per arrivare all’immunità di
gregge).
Cari amici, indubbiamente
combattere concretamente e con vera sicurezza il COVID-19 a tutt’oggi risulta
ancora difficilissimo in tutto il mondo; si sta lavorando alacremente per
trovare un vaccino realmente valido, ma la soluzione non è ancora a portata di
mano.
Forse domani si potrà anche arrivare all’immunità di gregge, come ad
esempio accadde per le malattie esantematiche come il morbillo o l’influenza,
ma questa funzionerà solo quando si potrà avere una copertura del 95% della
popolazione, così da poter proteggere indirettamente anche tutti gli altri
soggetti che non possono assumere il vaccino.
Per ora, purtroppo, ci
dobbiamo rassegnare: l’unico modo per tenere lontano da noi il più possibile il
COVID-19 è il “comportamento virtuoso” di tutti noi! Giovani e meno
giovani, dobbiamo mettere in atto, con grande senso di responsabilità, i
comportamenti stabiliti dalle autorità, senza se e senza ma.
A domani.
Mario
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