Oristano 17 settembre 2020
Cari amici,
A prima vista sembrerebbe un’utopia: pagare la gente “per non fare niente”! Eppure, in
Germania, ad Amburgo, è stato di recente lanciato un progetto, finalizzato a retribuire le
persone per "non lavorare”, in pratica retribuite per non fare nulla. Ideatore e artefice di questa
iniziativa è un ateneo della città tedesca, che ha rivendicato la serietà dell’iniziativa,
definendola un innovativo esperimento sociale.
A riportare per prima la notizia è stata la
testata britannica The Guardian, che ha descritto in modo dettagliato l’iniziativa concepita
negli ambienti universitari amburghesi.
L’Università tedesca che vuole sperimentare questa iniziativa è un ateneo artistico, quello
delle Belle Arti, che ha lanciato il curioso piano di pagare degli individui per astenersi dal
lavorare, insomma per non fare niente. Responsabile del progetto è l'architetto e designer
Friedrich von Borries.
L'istituzione didattica in parola, per avviare il progetto ha messo in
palio tre borse di studio da 1.600 euro ciascuna, proprio con l'obiettivo di assegnarle a dei
perfetti inattivi.
L'architetto von Borries ha giustificato così l'avvio della strana iniziativa: "Non fare nulla
non è molto facile. Vogliamo concentrarci sull'inattività attiva. Se qualcuno promette di
non muoversi per una settimana, allora questo è qualcosa di sbalorditivo. Se invece
qualcuno promette addirittura non solo di non muoversi, ma anche di non pensare, beh, è
ancora meglio".
Von Borries ha poi rivendicato con forza la natura prettamente scientifica del progetto di
pagare delle persone per non fare niente, chiarendo che lo spunto per condurre tale
esperimento sarebbe venuto ragionando sulla dicotomia tra una parte di società che punta alla
sostenibilità e l'altra parte che, al contrario, valorizza il successo: "Questo programma di
borse di studio non è una barzelletta, ma un esperimento con un'intenzione molto seria:
come si può trasformare una società attualmente strutturata su risultati e realizzazioni?".
Le domande per partecipare all'esperimento messo a punto dall'Università di Amburgo
potranno essere inoltrate in forma anonima all'ateneo entro il 15 settembre. I candidati
dovranno contestualmente selezionare una determinata area di attività in cui cercare di dare
prova di una totale "inattività attiva".
Nello specifico, gli aspiranti partecipanti al progetto promosso da Von Borries dovranno
compilare e inviare un modulo che consta di quattro quesiti: "Cosa non vuoi fare? Per quanto
tempo non vuoi fare ciò? Perché è importante per te non fare questa cosa? Perché tu sei la
persona adatta a non fare ciò?".
Saranno i candidati ad indicare liberamente la durata del loro periodo di inattività e tale
particolare è stato motivato così dall'architetto: "Se tu dici che non dormirai, allora la tua
promessa sarà ragionevolmente realizzabile solo per non più di un paio di giorni. Tuttavia,
se qualcuno promette di non fare compere, allora si tratta di un comportamento da cui ci si
può astenere per periodi molto lunghi".
Gli aspiranti indolenti potranno intascarsi le borse di studio in palio solamente dopo che
avranno redatto, entro metà-gennaio, un rapporto dettagliato sulla propria esperienza di
"inattività attiva".
Von Borries ci ha però tenuto a precisare che l'esperimento citato non
comprende rigidi e severi controlli sulla condotta dei partecipanti e che quindi questi ultimi,
se non riusciranno a mantenere le loro promesse di non fare nulla, non saranno puniti.
Semplicemente non incasseranno nulla.
Tutte le candidature inviate all'università di Belle Arti di Amburgo verranno infine esposte
nell'ambito di una mostra denominata La scuola dell'inconseguenza: verso una vita migliore,
che prenderà il via il prossimo novembre nella città tedesca.
Obiettivo dell'esposizione sarà
provare a rispondere al quesito esistenziale: "Da cosa posso astenermi in modo che la mia vita
abbia meno conseguenze negative su quella degli altri?".
Cari amici, indubbiamente quello descritto è un esperimento davvero particolare e credo anche non facile da realizzare, anche se penso
che porterà diverse persone a tentarlo…
A domani, amici.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento