Oristano 17 maggio 2024
Cari amici,
Quante volte nella vita ci
siamo trovati in situazioni difficili, tanto da pensare che ormai era
finita e che nulla avrebbe potuto salvarci? Può essere stato per la diagnosi di
una malattia, oppure per l’impossibilità di far fronte ad un debito contratto,
oppure per mille altre motivazioni, ma, spesso, alla fine, una soluzione
inaspettata ha risolto il problema, magari con un colpo d’ingegno o di fortuna.
Ebbene, amici, oggi voglio raccontare anche a Voi la storia di un naufragio, avvenuto
nella Micronesia, che mi ha incuriosito molto, sperando che possa essere di
esempio anche a Voi. Ecco la curiosa storia.
La Micronesia è
una delle macroregioni in cui tradizionalmente viene divisa l'Oceania. Si trova
a est delle Filippine, a nord-est dell'Indonesia, a nord di Papua Nuova Guinea
e della Melanesia e a ovest della Polinesia. Questo gigantesco puzzle di isole
(sono centinaia, alcune delle quali molto piccole), è politicamente diviso in
cinque Stati indipendenti e due territori dipendenti dagli Stati Uniti
d'America. In questo strano microcosmo, fatto di piccoli frammenti di terra disseminati
in tanto mare, si vive praticamente di pesca, e la gran parte degli uomini si
dedica proprio a questa attività.
Tre di questi pescatori, nella domenica della scorsa Pasqua, erano salpati da Polowat
(un nucleo abitato dell’isola di Guam facente parte del territorio
dipendente dagli USA), su una barca a vela lunga 6 metri, dotata di un motore,
per andare a pesca. A circa 600 chilometri di distanza da Polowat, il motore è
andato in panne e i tre disperati naufraghi riuscirono a ripararsi sul vicino isolotto
deserto di Pikelot. Privati anche della radio di bordo, caduta in acqua, entrarono in grande panico, disperando
di poter trovare una soluzione per salvarsi, ovvero di essere individuati e successivamente recuperati e salvati.
Fortunatamente ,l’isola
di Pikelot è ricca di vegetazione, tra cui le palme da cocco e anche di una
fonte di acqua potabile, per cui riuscirono provvisoriamente a rimediare
qualcosa per la loro sopravvivenza. Pensa e ripensa, i giorni passavano e le
speranze di essere ritrovati svanivano giorno dopo giorno. Nel frattempo, le
famiglie che non li avevano visti rientrare, alquanto preoccupate, allertarono le autorità di Guam,
dicendo loro che i tre non avevano fatto ritorno dall’uscita per la pesca.
Iniziarono così le ricerche da parte delle autorità.
Le ricerche si
presentavano difficili, in quanto l’area da controllare era vastissima: più di
78 mila miglia nautiche quadrate, per cui individuarli non era proprio facile! Alla
fine, grazie all’ingegnosa trovata dei tre naufraghi la loro salvezza arrivò inaspettata. Cosa era effettivamente avvenuto nell’atollo di Pikelot? I tre
pescatori, pensa e ripensa, ebbero un’idea luminosa: disporre sulla bianca
spiaggia dei rami e delle foglie di palma, componendo un gigantesco messaggio,
ovvero la scritta “ HELP”, così grande da essere ben visibile dai mezzi aerei che sorvolavano il mare alla loro ricerca!
Si, amici, un'idea davvero luminosa, quella del gigantesco messaggio fatto con i rami di palma, certamente decisivo per ka loro salvezza! Un HELP, dunque risolutivo, quello scritto a caratteri cubitali
sulla spiaggia con la loro richiesta di aiuto. Pochi giorno dopo il posizionamento della scritta, infatti, un velivolo
della Guardia Costiera americana li ha individuati e salvati. «Vedere il messaggio è stato fondamentale
per dirigere sull'isolotto le nostre ricerche - ha detto l’ufficiale che ha
condotto le operazioni - è la seconda volta in quattro anni che avviene
un salvataggio sull’isolotto di Pikelot». L’equipaggio della Guardia
Costiera, in attesa dell’invio dei soccorsi, ha lanciato ai naufraghi dei viveri
ed una ricetrasmittente, necessaria per stabilire i contatti (oltre ad
accertare il loro stato di salute); a seguire, poi, è avvenuto il loro recupero,
condotto da un’unità navale.
Cari amici, è
indubbiamente vero che la sopravvivenza è spesso frutto di una concomitanza di circostanze, come le condizioni
favorevoli trovate sull'isolotto, la presenza di palme da cocco e di una fonte
di acqua potabile; ma la salvezza vera, quella che ha potuto riportarli a
casa sani e salvi, è avvenuta per il loro lampo di genio, che, ideando la
gigantesca scritta “HELP”, realizzata con i rami e le foglie di palma sulla
bianca spiaggia, ha enormemente facilitato le ricerche, riuscendo, così, a riportarli felicemente
a casa! Un caso che ci fa ricordare il famoso proverbio: “AIUTATI CHE DIO TI
AIUTA”.
A domani.
Mario
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