mercoledì, maggio 08, 2024

IL PERICOLOSO “DISTURBO ANTISOCIALE DELLA PERSONALITÀ”, CHE COLPISCE I GIOVANI DI OGGI (IN PARTICOLARE QUELLI DELLA GENERAZIONE ZETA).


Oristano 8 maggio 2024

Cari amici,

Pochi giorni fa ha fatto con Voi lettori una seria riflessione su un recente libro, scritto in modo eccellente dalla sarda Anna Steri, che porta come titolo “VOLEVO ESSERE CAINO”. Un libro dal titolo significativo, di grande interesse, che consiglio, a chi non lo avesse eventualmente letto, di andare a leggere quanto scrissi sul mio blog cliccando sul seguente link: http://amicomario.blogspot.com/2024/05/volevo-essere-caino-il-crudo-libro-di.html. Questo libro è un’analisi cruda e spietata sulla generazione ultima che ci circonda: quella degli adolescenti; una generazione meglio definita “Generazione Zeta”, ben diversa da tutte le precedenti. 

Questi giovani, coccolati eccessivamente fin dalla più tenera età dalle famiglie, iperprotetti nel senso di aver tolto dal loro cammino ogni problema o difficoltà, privandoli di conseguenza della loro possibile "ricerca di soluzione" alle difficoltà incontrate, si ritrovano, alla fine, affetti da un male terribile: “Una fortissima noia mortale”, che li porta ad abbandonare la normale vita sociale della loro età, considerata alienante, priva di interesse, per avventurarsi in brutali prove di forza prevaricanti. Prove che si manifestano nel fare del male senza motivo, solo per mostrarsi “grandi, capaci e forti”, riempiendo così quell’immenso vuoto che si trova dentro di loro!

Il loro obiettivo è quello della ribellione: che si estrinseca mettendo in atto “Azioni antisociali”, trasgressive delle regole della vita comunitaria, evidenziando in questo modo quelle caratteristiche tipiche del disturbo antisociale di personalità. Un comportamento, il loro, certamente frutto della mancanza di obiettivi validi da raggiungere, da conquistare, in quanto già appagati fin dall’infanzia dai genitori; la conseguenza è che essi, non avendone altri, cercano di sfogare la loro esuberanza “facendo del male”, contestando in questo modo, aspramente, la noiosa vita sociale in cui vivono.

Amici, quella di cui parliamo è una patologia importante, che richiede grande attenzione una volta che si è manifestata! Perché, poi, riportare gli individui che ne sono affetti alla normalità non è certo impresa facile, come appare chiaramente a chi legge il libro che ho prima citato. Ma vediamo meglio, insieme, le più importanti manifestazioni di questo "Disturbo antisociale di personalità". È un disturbo che incardina un “modello pervasivo di disprezzo e di violazione dei diritti altrui”, che nell'individuo inizia presto: a volta a partire dall’infanzia, altre dall’adolescenza, persistendo, poi, nell’età adulta.

È un disturbo alquanto pericoloso (che si affianca a quei disturbi più o meno simili, come quello istrionico, borderline e narcisistico), caratterizzato da comportamenti drammatici, emotivi e stravaganti. Il disturbo antisociale di personalità ha il suo apice nell’adolescenza, in quell’età che va dai 14 ai 18 anni, estrinsecandosi principalmente con la messa in atto di diversi comportamenti, che vanno dal mancato rispetto delle norme sociali (ad esempio, compiendo ripetutamente atti violenti che costituiscono motivo di arresto), alle azioni truffaldine, portate avanti più per il piacere personale provato che per trarne profitto.

Amici, tutte le azioni trasgressive messe in atto, sono svolte, di norma, in modo alquanto impulsivo, con forte senso di irritazione e aggressività; azioni che si concretizzano con ripetuti scontri fisici o aggressioni violente, arrivando anche allo stupro e all'omicidio, in totale disprezzo per le persone colpite, e anche per la propria incolumità. Gesti, come appare ovvio, compiuti in totale irresponsabilità. Man mano che l’età avanza e si esce dall'adolescenza, questo disturbo antisociale della personalità si concretizza successivamente con l’incapacità di mantenere un impiego stabile, oppure non adempiendo agli obblighi finanziari.

In tutto questo caos comportamentale, i giovani che ne sono affetti manifestano una totale mancanza di rimorso: riescono a restare indifferenti, incapaci di  un ragionamento razionale che li farebbe riflettere! Li farebbe pensare all’orrore di aver ferito o maltrattato qualcuno senza provare un senso di colpa o di pietà! Come potrà verificare, pagina dopo pagina, chi legge il libro “Volevo essere Caino”, tutto questo avviene ogni giorno, in particolare nelle aride città, composte da quella “Folla solitaria” (come la chiama David Riesman), senz’anima, dove l’egoismo domina e l’altruismo è diventato obsoleto e inesistente. La nostra società, credo che stia diventando sempre più malata!

Cari amici, tante le cause dell’avanzare di questo pericoloso disturbo, ma certamente tra le principali, c'è l’errore fatto dalle generazioni precedenti, che non hanno saputo applicare, nei loro confronti, il giusto sistema educativo. È un grave errore allevare le nuove generazioni dando loro tutto quanto possibile, senza chiedere nulla in cambio, perché significa far capire loro, erroneamente, che possono avere tutto senza dare in cambio una contropartita! Se li priviamo di “conquistare con le loro forze” ciò che desiderano, in quanto glielo porgiamo noi in un piatto d’argento, li costruiremo incapaci, li lasceremo in balia di una noia mortale, che ce li metterà pericolosamente contro! Credo che su questo dovremmo riflettere molto!

A domani.

Mario

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