ORISTANO 27 maggio 2024
Cari amici,
Sulla “MALVA”,
benefica pianta erbacea le cui virtu’ salutari ed emollienti sono note da più
di 3.000 anni, ho avuto occasione di scrivere su questo blog nel gennaio del 2013.
Chi fosse curioso di leggere o di rileggere quanto scrissi allora, può andare a
rivedere il post, cliccando sul seguente link: http://amicomario.blogspot.com/2014/01/la-malva-pianta-erbacea-le-cui-virtu.html.
Ebbene, oggi voglio riproporre le grandi virtù della MALVA, stimolato da quanto
riportato su FB da Elio Saba, che, ricordando i tempi del dopoguerra,
ironizzava sul fatto che i suoi fruttini venivano cercati e consumati, anche
dai ragazzini, per calmare i morsi della fame, che allora imperversava senza
tregua.
Quanto scritto dal Saba è una grande verità, e a me ha fatto ricordare quanto anch'io andassi alla ricerca di quei fruttini, quando con i compagnetti si giocava senza giocattoli, e si cercava ristoro ai morsi della fame! Si, amici,
questa erbacea, allora ben presente ai bordi delle strade di paese (…mica asfaltate,
allora), era alquanto diffusa e utilizzata non solo da noi ragazzi (che
cercavamo i suoi fruttini per mangiarli), ma anche dalle famiglie, sia per
essere consumata come insalata che utilizzata come pianta medicinale, in particolare per
le sue grandi proprietà emollienti.
Amici, il termine MALVA,
infatti, deriva dal greco MALÀKE che significa morbido, molle, volendo indicare proprio le sue proprietà emollienti e addolcenti. Oltre che per le sue proprietà curative,
questa erbacea fu utilizzata fin dai tempi
più remoti come un’eccellente verdura. I giovani germogli erano
componenti graditi e utilizzati in minestroni primaverili, portatori di virtù
benefiche, dal potere rinfrescante, mentre le foglie non ancora mature erano
consumate fresche in insalata o lessate nella preparazione di ottimi piatti dal
morbido sapore campestre. Anche la radice era utilizzata: ben lavata e
sbucciata veniva impiegata come masticatorio nella dentizione dei bambini.
In Sardegna la Malva silvestris L. (della famiglia delle
Malvaceae) è variamente denominata: a Nuoro: marmarutza, marmaredda, nel
Logudoro: màrmara, a Macomer: pramutza, parmutza, a Tempio: palmucia, nella Sardegna
meridionale: naibutza, narba, narbedda, nella Sardegna settentrionale:
narbighedda, narvutza, narbutzaè. Nella nostra isola è molto comune (cresce da 0 a
1500 metri di altitudine). Facilmente riconoscibile per i suoi fiori con 5
petali rosa-violacei, striati e ben distanziati, dopo la fioritura sviluppa i
frutti, che hanno una forma somigliante a dei piccoli bottoni, prima verdi e
poi di un colore marron scuro.
Le foglie e i fiori sono
le parti della pianta che hanno il principio attivo. Le prime si raccolgono da
aprile a luglio, i fiori invece si raccolgono da maggio a settembre, quando
sono in bocciolo o sono appena aperti. Queste parti contengono molte
mucillagini, antociani (malvina, cannabinina, malvidina), flavonoidi,
amminoacidi, amido e zuccheri (glucosio, fruttosio, saccarosio, xilosio),
vitamine A, B1, C, E.
Questo complesso di
componenti viene utilizzato farmacologicamente in diversi modi. Con la malva si
curano irritazioni delle prime vie aeree, tosse, gastriti, enteriti,
stitichezza, cistiti. L’attività antinfiammatoria è svolta soprattutto dalle
mucillagini, che lubrificano e quindi rimuovono le cause dell’irritazione (sia
intestinale che di gola), riducendone i sintomi. Fa bene quindi in caso di mal
di gola o di infiammazioni gengivali; risulta ottima anche per regolarizzare
l’intestino infiammato (da una parte combatte la costipazione senza drasticità,
dall’altra regolarizza in caso di diarrea). La medicina popolare, anche in
passato, utilizzava la malva anche in caso di infiammazione delle vie urinarie.
Amici, ai nostri tempi
non abbiamo più bisogno delle preparazioni casalinghe, in quanto in farmacia o
erboristeria troviamo i preparati già pronti. Possiamo, comunque, preparare l’infuso, la
tintura madre e il decotto. Con il
decotto si preparano anche i cataplasmi di malva. Basta strizzare, ma non
troppo, le foglie e avvolgerle in una pezza di tela. Si applicano sui
foruncoli, ascessi, orzaiolo, acne, eczemi. La mucillagine conferisce alla
pelle un aspetto morbido e vellutato ed è lenitiva negli arrossamenti cutanei,
tant’è vero che si trova in molti preparati cosmetici: creme, tonici,
detergenti, shampoo, dopobarba, lozioni post-depilatorie, ecc.
Cari amici, La Malva selvatica,
che al mio paese quando ero piccolo veniva chiamata “Narbighedda”, è davvero
una pianta benefica! E, anche se oggi i bambini giocando per strada non la cercano
per mangiarsi i fruttini, o le mamme non ne utilizzano le parti tenere per preparare
l’insalata o i vari utilizzi medicamentosi, resta sempre una straordinaria
pianta medicinale, ben utilizzata dalle industrie farmaceutiche.
A domani.
Mario
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