Oristano 26 giugno 2024
Cari amici,
Su questo blog ho
espresso tante volte il mio convincimento sul fatto che la Sardegna continua ad
essere terra di conquista, ovvero considerata, oggi come ieri, solo una colonia da
sfruttare! Il mio recente post del 23 giugno (questo il link per chi vuole
andare a leggere quanto ho scritto: https://amicomario.blogspot.com/2024/06/la-sardegna-continua-ad-essere-sempre.html),
lo mette chiaramente in evidenza, e ora, dopo l’ennesimo, recente Decreto di cui voglio parlare
con Voi oggi, viene confermata ancora di più e in maniera inequivocabile, questa mia convinzione!
Il recente Decreto
legislativo, varato dal Consiglio dei Ministri del Governo in carica, ha avocato
a sé (ovvero allo Stato italiano) le competenze primarie in capo alla Regione
sul “Demanio minerario”, ben previste nello Statuto di "Regione Autonoma", confermando, brutalmente, la crescente spoliazione dei diritti dei sardi. Con questo provvedimento,
l’ennesimo, violento assalto all’Isola in tema di competenze delegate, continua senza sosta. Questa
volta a finire sotto attacco sono i numerosi giacimenti minerari, in precedenza
abbandonati, ma oggi riscoperti, in quanto ricchi di preziose “materie rare”, che sono risultate fondamentali
per la transizione ecologica in atto. C’è da restare come minimo costernati, nel
vedere con quale violenza questi espropri di competenze stanno avvenendo!
Amici, se materiali
importanti in Sardegna ci sono, il loro utilizzo va fatto rispettando le competenze, nel senso che come minimo andrebbero concordate, mica
portate via scippando i poteri in capo alla Regione che li possiede! Eppure lo Stato centrale,
utilizzando come pretesto la necessità di una «riforma economico sociale» (a dir poco inesistente), ha messo in atto lo scippo in modo perentorio! In realtà, l’unico, vero obiettivo è quello di gestire
direttamente il “nuovo tesoro”, sottraendo e gettando alle ortiche le competenze primarie
sulle miniere, previste nello Statuto Autonomo della Sardegna, mettendole
sotto l’egida di Roma! Credo che il vaso sia ora davvero colmo, e se la Regione
sarda, oggi governata dalle forze di sinistra, non impugnerà immediatamente quel
Decreto, la nostra già scarsa autonomia potrebbe ufficialmente considerarsi “CARTA
STRACCIA”!
Amici, la Sardegna fin
dal primo dopoguerra ha ottenuto uno Statuto che doveva garantirle certi vantaggi, in funzione della lontananza dal resto d'Italia. Un’autonomia in diverse
materie economiche, concesse in passato proprio per garantire se non proprio l’uguaglianza
con il resto dell’Italia, almeno una agevolazione; ebbene, azzerare queste concessioni dimostra proprio
ciò che dicevo prima: la Sardegna era e resta una colonia! Facile per lo Stato
cancellare l’autonomia invocando l’urgenza di “una riforma economica e sociale”,
quando sarebbe stato necessario, come minimo dialogare, anziché utilizzare la “forza predatoria”
di Stato, cancellando in questo modo quella già scarsa Autonomia regionale concessa in passato alla Sardegna. Attraverso questo Decreto-blitz ingiustificato e spregiudicato, il piano di esproprio
delle competenze della Regione Sardegna sulle miniere, in realtà a noi sardi
sembra nascondere molti interessi sottotraccia; vista l’importanza che rivestono
oggi le “terre rare”, c'è da immaginare cosa bolle in pentola, a partire dalle “Concessioni
minerarie” da mettere a gara, questa volta, però, gestite dallo Stato. Nel
decreto sono chiaramente evidenziati gli interventi minerari che a breve
dovranno essere portati avanti e quindi dati in appalto. I filoni sono tre: ci
sono le miniere abbandonate da riaprire, ci sono le materie prime ieri scartate
e oggi diventare rare da recuperare e riciclare e, infine, ci sono le enormi distese dei
così detti “fanghi rossi”, che solo nell’area dell’Iglesiente-guspinese
ammontano ad oltre 100 milioni di metri cubi.
Amici lettori, oggi lo Stato getta il
suo sguardo interessato alla Sardegna, perché c’è da prendere e non da dare! Dov’era
lo Stato quando furono abbandonate le miniere dell’Iglesiente, che,
dopo la chiusura lasciarono senza lavoro e alla fame migliaia di operai senza
lavoro e senza sostegno? Perché in passato non ha mai dato una mano per evitare
che i fanghi rossi, alquanto inquinanti, contaminavano anche le falde acquifere senza che lo Stato muovesse un dito? Ora, però, che i residui
minerari sono diventati il nuovo oro, ecco arrivare come un fulmine il predatorio scippo di Stato!
La Sardegna, amici, è da
sempre considerata una terra servile, da utilizzare al momento del bisogno, per
poi essere gettata via come un abito usato diventato un cencio! Ora che quei
“rifiuti minerari” sono tornati preziosi, ora che quelle montagne di sterili,
tra Monteponi e Montevecchio, Campo Pisano e San Giovanni, che si stima contengano
qualcosa come 89,2 milioni di tonnellate di materiale con tenori di 2,07% di
zinco e 0,56% di piombo, ovvero oltre 1,8 milioni di tonnellate di zinco e
quasi 500.000 tonnellate di piombo, con un valore stimato in oltre 3 miliardi e
mezzo di euro, lo Stato li espropria alla Sardegna!
Cari amici, la
spoliazione delle competenze in diversi campi, dei diritti dei sardi, rimasti troppo spesso sulla carta, continua senza fermarsi. La nostra negletta regione Sardegna,
autonoma solo di nome ma non di fatto, continua a subire, e noi sardi, in gran
parte, continuiamo a fare i sudditi senza nemmeno alzare la voce! Credo che
continuare a subire senza reagire sia alquanto sbagliato, perché ai sardi
l’uguaglianza con gli altri italiani non è mai stata data! Certo, la Regione
ora ricorrerà alla Corte Costituzionale contro questo scippo, contro questo “golpe”
di Roma sulle miniere sarde, ma credo che si rimedierà ben poco, così come sono
convinto che la reazione dei sardi avrebbe dovuto essere ben diversa!
A domani.
Mario
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