mercoledì, giugno 19, 2024

LA CURIOSA STORIA DELLE DIVERSE UNITÀ DI MISURA. HAI MAI PENSATO PERCHÈ LE BOTTIGLIE DI VINO SONO IN GRAN PARTE DA 75 CL. E NON DA UN LITRO?


Oristano 19 giugno 2024

Cari amici,

La storia delle unità di misura è lunga e travagliata. Il bisogno di misurare le grandezze fisiche è sempre esistito, e lo si è fatto attraverso il confronto, a partire, ad esempio, dalle parti del nostro corpo. Misure che potevano essere di lunghezza, larghezza, peso, volume, etc. Nei primi tempi il confronto di “lunghezza” e larghezza lo si faceva proprio col raffronto con le parti del nostro corpo: oltre al cubito (avambraccio), si usava il piede, il pollice, il passo, etc. Presso i Romani le unità di lunghezza erano il dito (1/16 del piede = 1,8525 cm), il palmo (4 dita), il piede (quattro palmi = 29,64 cm), il passo (5 piedi = 74,1 cm), lo stadio (125 passi = 185,25 m), il miglio (5000 piedi = 1,482 km) e la lega (7500 piedi = 2,223 km). Il “campione del piede” era custodito nel tempio di Giunone Moneta in Campidoglio.

Passando alla misura base per il volume dei liquidi, in passato si usava il moggio: pari a 8 ⅔ litro; l’anfora era ≈ 26 litri, mentre la misura base per le masse era la libbra romana (≈ 327 g): pari a ¾ della mina greca (≈ 436 g) Moggio (modius). Con la caduta dell’Impero Romano d'Occidente e con il successivo formarsi della società feudale, la confusione dei sistemi di pesi e misure fu enorme, vigendo diversi sistemi in ciascun Feudo. Nel 789, Carlo Magno cercò di ovviare a questo disordine promulgando un decreto sull'unificazione dei campioni di misura in tutto l'impero, ma alla caduta dell'impero carolingio, con la moltiplicazione dei centri di potere, si complicarono ulteriormente le misure ufficiali, che si sovrapposero alle misure locali o private che erano sopravvissute.

Per arrivare a una uniformità di misure bisogna aspettare il 1.700, quando lo sviluppo degli scambi marittimi e terrestri e l’interesse del fisco per le tassazioni imponeva una vera uniformità di calcolo. Il problema fu affrontato anche dagli scienziati, che volevano far conoscere e confrontare il risultato dei loro esperimenti. Entrando nei dettagli della misurazione dei liquidi, mentre in Francia e negli altri Paesi europei si era arrivati ad usare come unità di misura corrente il litro, in Inghilterra l'unità di volume era basata, invece, sul "gallone imperiale" che equivaleva a 4,54609 litri, creando qualche problema di conversione.

Cari amici, i secoli lentamente passano e, piano piano, tutto si appiana. Al giorno d’oggi, per esempio, la bottiglia di vino che ci compare davanti è in genere (al 99,5%) da 0,75 litri: perché non da 1 litro? Le spiegazioni e le possibili risposte sono alquanto diverse, per cui vediamole insieme. Una prima teoria fa attribuire la scelta della misura inferiore alla forza polmonare degli antichi vetrai, che, nel Settecento, cominciarono a produrre le prime bottiglie di vetro (il vetro era ritenuto il contenitore più adatto alla conservazione del vino). Sembra, infatti, che questi artigiani non riuscissero a soffiare bottiglie più grandi di 65-75 cl., per cui diventò pratica comune produrre contenitori da 75 cl. E non da 1 litro.

Una seconda teoria invece si concentra più sulle frazioni aritmetiche che sulle motivazioni tecnico-pratiche. Vediamo perché. In quegli anni la Francia era già una grande esportatrice di vini, diretti principalmente in Inghilterra. Come accennato prima, l’unità di misura dei liquidi nei Paesi anglosassoni è il gallone, che corrisponde a circa 4,5 litri (per la precisione il “gallone imperiale” equivale a 4.54609 litri). In presenza di unità di misura diverse, bisognava trovare un facile sistema di conversione tra il litro (usato in Francia) e il gallone. Il trasporto del vino bordolese avveniva in botti da 225 litri, una misura che corrispondeva esattamente a 50 galloni, ovvero a 300 bottiglie da 750 ml (75 centilitri). Era questo un modo per semplificare il calcolo: una botte (barile) = 50 galloni = 300 bottiglie. In sintesi, UN GALLONE corrispondeva a 6 bottiglie! Ecco perché ancora oggi le cassette del vino contengono solitamente 6 o 12 bottiglie.

Cari amici, a volte ci sorgono dei dubbi sulle tante, diverse abitudini consolidate, che superano le generazioni e si tramandano di padre in figlio, anche se – a volte - alcune ci appaiono poco spiegabili. Ecco oggi, per esempio, abbiamo approfondito il motivo per cui quando compriamo il vino lo troviamo in bottiglie da 750 ml.! Pensate, ancora oggi la gran parte delle casse per il trasporto di vino nel Regno Unito e negli Stati Uniti – oltre che in gran parte del mondo – contengono 12 bottiglie (2 galloni, quindi), mentre in Italia e in pochi altri Paesi le troviamo quasi sempre in cartoni da 6 bottiglie (1 gallone)!

A domani.

Mario

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