martedì, ottobre 13, 2020

CRISI ECONOMICA E ORARIO DI LAVORO. COMPLICE IL COVID, POTREBBE ARRIVARE PRESTO LA SETTIMANA CORTA: AL LAVORO SOLO 4 GIORNI CON LA STESSA RETRIBUZIONE.

 


Oristano 13 ottobre 2020

Cari amici,

Complice la crisi scatenata dal COVID-19, la “Settimana lavorativa da 40 ore” (in linea di massima posizionata su 5 giorni lavorativi di 8 ore)”, potrebbe subire un drastico ridimensionamento. Per molti lavoratori fino ad oggi la settimana lavorativa di cinque giorni a settimana è apparsa come qualcosa di assolutamente normale, anzi per alcuni le classiche 40 ore di lavoro settimanali sono addirittura considerate il minimo. Ma ora si affaccia all’orizzonte qualcosa di nuovo, difficile da ipotizzare fino a pochi anni fa.

L'idea della settimana lavorativa di quattro giorni SU SETTE è apparsa per la prima volta nei Paesi del Nord Europa; fra le prime nazioni la Finlandia (ipotizzata dalla sua giovanissima Premier Sanna Marin), e, pur apparendo come qualcosa di stravolgente, alcune grandi imprese ne hanno già iniziato a sperimentare i benefici. Ebbene, ora che la pandemia scatenata dal Coronavirus, ha messo in ginocchio non poche aziende, rivoluzionando ulteriormente il mercato del lavoro (con la previsione di numerosi licenziamenti), diversi Stati stanno pensando seriamente a ridurre le ore e le giornate lavorative (a parità di stipendio), anziché licenziare un numero impressionante di lavoratori.

Lavorare meno è sempre meglio che “lavorare niente”, stando in relax a casa con il reddito di cittadinanza, sostengono i contrari al non lavoro! L'idea della settimana corta di 4 giorni, invece, ora è già stata presa in considerazione non solo dalla Finlandia ma anche dalla Germania, e a quanto pare anche dall'Italia (a partire dai rappresentanti del Movimento 5 stelle), riflettendo seriamente su quest’idea, tanto che Governo e Sindacati ne stanno già parlando. L’ipotesi è dunque quella di lavorare meno, a parità di stipendio, per aprire margini a nuove assunzioni con il sostegno dei fondi UE. Questa è una delle ipotesi alla quale sta lavorando il nostro Governo, per poter integrare il pacchetto Lavoro da inserire nella Legge di Bilancio.

Nelle opzioni allo studio la misura ‘crea-occupazione’ prevede l’utilizzo dei fondi europei del programma anti-disoccupazione SURE, con l’obiettivo di liberare spazi per nuove assunzioni. Una misura dello stesso tenore risulta in esame anche in Francia (oltre che in Germania), essendo Stati ‘sponsorizzati’ dallo stesso programma UE. Facendo seguito alla richiesta di assistenza finanziaria di uno Stato membro, la Commissione UE verificherebbe la portata dell’aumento della spesa pubblica direttamente connesso all’istituzione o all’estensione di regimi di riduzione dell’orario lavorativo. In base al programma si possono prevedere misure analoghe anche per i lavoratori autonomi.

La Germania, nazione dove il cambiamento strutturale ha previsto che costerà centinaia di migliaia di posti di lavoro nei prossimi anni, valuta seriamente l’idea di applicare la settimana corta di 4 giorni, anziché tagliare il numero dei dipendenti, ovviamente mantenendo la retribuzione percepita, per non colpire i lavoratori. L’idea non è dispiaciuta al Ministro del Lavoro, il socialdemocratico Hubertus Heil, che ha confermato pubblicamente il suo sì alla proposta.

Nel caso dell’Italia, se il progetto prendesse corpo rientrerebbe in una strategia più ampia, fatta di altri interventi complementari: innanzitutto rendendo strutturali le decontribuzioni per incentivare le assunzioni. Nel ventaglio delle misure per risollevare il mercato del lavoro dalla crisi innescata dal Covid, anche una riforma degli ammortizzatori sociali, per creare uno strumento organico, unico. Il tutto andrebbe in un collegato alla Legge di Bilancio da approvare entro metà ottobre in Consiglio dei Ministri insieme, possibilmente, al Recovery plan nazionale, secondo quanto si è appreso da Adnkronos.

Sulla necessità di reperire uno strumento organico unico, capace di includere sia il lavoro che la formazione, si è espresso anche il Viceministro dell’Economia Laura Castelli, condividendo l’allarme di Unioncamere sul turnover di 2,5 mln di lavoratori nei prossimi 5 anni. Tra le opzioni sul tavolo anche un rafforzamento degli strumenti di solidarietà espansiva, introdotti già in passato nel Decreto-legge crescita; strumenti, soprattutto gli ammortizzatori sociali, che hanno permesso di affrontare l’emergenza, ma che oggi, secondo il Governo, vanno riformati, rendendoli più semplici, rapidi ed efficaci.

Cari amici, che la situazione economica che il mondo sta vivendo fosse già abbastanza preoccupante prima del Coronavirus è un fatto ben noto, ma l’arrivo della pandemia ha ulteriormente aggravato lo stato "precario" di prima. Personalmente concordo con l’ipotizzata introduzione della settimana corta a parità di retribuzione, perché confermo la mia totale contrarietà all’erogazione del “reddito di cittadinanza” a chi non lavora. Insomma, amici, credo sia tempo di applicare il famoso detto di una volta: “Lavorare meno, per lavorare tutti”. Perché lavorare, dare il proprio contributo alla Società, fa parte di quella dignità che ogni persona dovrebbe avere, in quanto siamo nati per essere formiche non cicale!

A domani, amici.

Mario

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