domenica, luglio 26, 2020

LA SARDEGNA E IL MITO DI ATLANTIDE. TRA IPOTESI, CONFERME E SMENTITE, IL MITO NON SOLO NON ACCENNA A SPEGNERSI, MA COSTANTEMENTE SI RINNOVA…


Oristano 26 luglio 2020
Cari amici,
Credo di averlo trattato, forse anche più di una volta su questo blog, l’argomento che la Sardegna sia da considerarsi la famosa Atlantide. Ciclicamente l’ipotesi torna in auge, ricollegandosi all’antica teoria secondo cui l’isola sarda sarebbe la misteriosa e leggendaria isola di cui parlava Platone, nel IV secolo avanti Cristo. Secondo il grande filosofo greco questa terra misteriosa, posta "oltre le Colonne d'Ercole" e chiamata “Atlantide”, sarebbe stata migliaia di anni prima una grande potenza navale, capace di conquistare molte parti dell'Europa occidentale e dell'Africa, addirittura, approssimativamente, intorno al 9600 a.C.
A riprendere in mano per l’ennesima volta, la teoria di Sardegna uguale Atlantide, il quotidiano “La Stampa”, dove Mario Tozzi, geologo e ricercatore, riprende in mano le teorie del noto giornalista Sergio Frau, autore del libro "Le colonne d'Ercole -Un’inchiesta", dove l’autore fa una ricognizione della geografia antica, con una rilettura rivoluzionaria di miti, e una spericolata reinterpretazione delle testimonianze degli antichi.
Che la Sardegna sia quella che in passato era chiamata Atlantide, posta oltre le Colonne d’Ercole, è una vecchia storia che ogni tanto riappare, e quando a farlo è un grande quotidiano italiano, l’interesse riprende alla grande. L’articolo appena pubblicato da “La Stampa” ha riacceso l’attenzione di sardi, vacanzieri e utenti di Facebook e Twitter, sulla possibilità che la Sardegna sia effettivamente l’isola leggendaria citata come mito da Platone. Sempre secondo Platone, dopo il fallito tentativo da parte degli abitanti di Atlantide di invadere Atene, La mitica isola sarebbe improvvisamente sprofondata "in un singolo giorno e notte di disgrazia", per opera di Poseidone, il potente dio del mare.
Non si è mai ventilata l’ipotesi per quale ragione il grande Poseidone avesse voluto punire gli abitanti di Atlantide, ma certamente fu per accontentare qualcuno molto geloso della potenza di Atlantide, forse gli stessi greci; il dio scatenò pertanto un’immane tempesta, creando un disastro terribile che ricopri per molti metri l’isola di fango. Furono cancellati molti nuraghi, i porti e le flotte e l’isola divenne un inferno, con morti, abbandoni, miseria e malaria.
L’isola, in gran parte ricoperta dal fango portato dall’immane disastro naturale, perse dunque la sua vitalità riducendo alla fame i suoi abitanti. A scomparire fu soprattutto la sua grande civiltà, che allora contava la presenza di ben 20 mila torri megalitiche, grandi villaggi e siti religiosi sontuosi, come cercano di far luce le più recenti scoperte, come quella di Mont’e Prama. Tozzi scrive su “La Stampa” che per il creatore di questa ipotesi, Sergio Frau (che preferisce la dizione “isola di Atlante”), tutte le caratteristiche narrate dagli antichi sono riscontrabili in Sardegna e non altrove, e che quindi solo la Sardegna può essere Atlantide.
In questa grande isola, scrive Frau, c’erano piombo, zinco, argento e la società era metallurgica fino dagli albori; lì vivevano i Thyrsenoi (i Tirreni), cioè i «costruttori di torri», ovvero i nuraghi. Anche gli ultimi dati riguardanti la civiltà nuragica (con l’utilizzo delle fotografie aeree) rivelano che quasi tutti i nuraghi che si trovano a quote basse sono sommersi dal fango, spesso irriconoscibili a prima vista, compresa la grande reggia nuragica di Barumini, disseppellita da 12 metri di fango e portata alla luce dopo 14 anni di scavi. Mentre i nuraghi a quote più alte, sulle giare, sono intatti e fuori dal fango. Quale il motivo?
La dimostrazione di tutto questo starebbe proprio nell’immenso tsunami che avrebbe colpito l’isola: i «costruttori di torri», a causa di questo disastro persero molte delle loro costruzioni scomparse sotto il fango (i nuraghi ora censiti sono circa 8.000, ma c’è ragione di pensare che fossero tanti di più), mentre i porti ed i navigli sepolti scomparvero anch’essi; persi i porti, le navi e i loro approdi sicuri, sprofondati sotto il fango, si dissolse la collaudata rete di commerci millenaria esistente. I superstiti furono ridotti alla fame e in preda alle malattie.
Dopo il disastro, furono i Fenici ad arrivare per primi nell’isola ormai in ginocchio, e resero sudditi gli abitanti sopravvissuti. I più forti ed esperti Thyrsenoi finirono al servizio dei Faraoni in Egitto, altri ad operare come fabbri e orafi in tutto il Mediterraneo. 
A ben pensare, amici, quella di Frau è una teoria che daterebbe l’asservimento dei sardi ai diversi popoli conquistatori a ben 10mila anni fa: un giogo straniero di cui i sardi finora non sono mai stati in grado di liberarsi!
Cari amici, dimostrare tutto questo non è certo possibile, ma certamente, come nei quesiti più insidiosi, la teoria portata da Frau, appare davvero non solo suggestiva ma davvero molto credibile!
A domani.
Mario

1 commento:

Giovanni ha detto...

La "teoria" di Sergio Frau è, facendo un pò di ricerche, metaforicamente un colabrodo: fa acqua da tutte le parti. Prima di tutto bisogna avere davanti i testi, il "Timeo" e il "Crizia" di Platone. Poi bisogna fare un seria ricerca, per fare un esempio cos'era l'Oceano Atlantico per i popoli antichi? Cosa significava? Tutti pensano che l'Oceano Atlantico fosse inteso come lo intendiamo noi. Sbagliato! Aveva un altro senso... E le Colonne d'Ercole? Anche li rogne. E le Colonne d'Ercole sono plurali... Poi la questione dello tsunami, uno degli assi portanti della "teoria". Frau non ha letto neanche un libro sulla storia del Mediterraneo in campo oceanografico. Infatti l'evento non è del 1600 a.c., ma del 9600 a.c.! Uno potrebbe dire: e come la mettiamo con la Corsica, Malta, la Sicilia, eccetera, visto che abbiamo tracce del medesimo evento? Ma il livello del mare era inferiore di 150 metri rispetto ad oggi. Ma poi da quando in qua il complesso di Barumini è un porto, visto che non ne possiede gli attributi? E chi sarebbe così pazzo da costruire una città portuale a 20 km e con un dislivello di 250 m dalla costa attuale? Poi notizie come queste meglio non leggerle ( https://www.independent.co.uk/news/science/archaeology/tsunami-britain-atlantis-6200-bc-archaeology-a9622591.html ). Sembra che quello che è successo dal 9600 a.c in poi non esista.Frau ha successo perchè nessuno lo ha affrontato con le giuste conoscenze. E poi è uno che non sa scrivere. Usa la logorrea come protezione alla sua ignoranza...