mercoledì, luglio 01, 2020

IL CAPPERO SELVATICO, ARBUSTO ELEGANTE CHE ARREDA IL GIARDINO, MA ANCHE UNO DEGLI INGREDIENTI CHIAVE DELLA DIETA MEDITERRANEA.


Oristano 1 luglio 2020

Cari amici,

Inizio i post di Luglio parlando con Voi di “Capperi”! Chiarisco subito che non voglio riferirmi alla nota esclamazione molto famosa, ma a quella pianta, la Capparis spinosa, comunemente nota come cappero. Il cappero selvatico è un piccolo arbusto aromatico dai lunghi rami ricadenti; il suo nome deriva dall’arabo Kabar, ed è un vegetale perenne che vive quasi di nulla, cibandosi di quel poco che ricava dal suolo e dall'aria, abbarbicato ai muri antichi e corrosi dal tempo nei centri abitati che in campagna negli anfratti delle rocce. Appartiene alla famiglia delle Capparidaceae e al genere Capparis. La pianta, che esibisce un bel verde brillante, ha foglie tonde e curiosissimi fiori che a prima vista ricordano un’orchidea e incantano chi li guarda: belli e profumati, con dei petali bianchi e lunghi stami violacei. 
È una pianta longeva, sempreverde e spontanea, originaria dell’Asia minore e della Grecia, che fiorisce tra aprile e settembre. Dell’arbusto vengono usati i boccioli dei fiori, i capperi, ed i frutti, i cucunci, ricchi di sali minerali, quali potassio, ferro e sodio, e quercetina, un antiossidante naturale dalle grandi proprietà antitumorali e antiallergiche; è utilizzata anche la radice. Quando i boccioli floreali iniziano a gonfiarsi e prima che si aprano, vengono raccolti a mano, con delicatezza, evitando di aprirli per poter conservare il loro pieno aroma racchiuso all’interno. 
Molto utilizzati in cucina e con un basso contenuto calorico, i capperi vengono conservati in salamoia, sott’olio o sott’aceto, per essere poi utilizzati per arricchire con sapori decisi vari tipi di piatti. La parte più utilizzata in cucina, come detto, è costituita dai boccioli ancora chiusi, che sono considerati uno degli ingredienti chiave della dieta mediterranea. Se è pur vero che oggi è possibile trovare i capperi pronti in vasetti in qualsiasi supermercato, se volete potete anche utilizzare il “fai da te”! Ecco come.
Se facendo una gita, in particolare in località di mare, incappate in un bel cespuglio di cappero selvatico fermatevi: in primo luogo per ammirarlo e in secondo luogo per raccogliere i suoi boccioli che messi in un recipiente (va bene anche un fazzoletto) porterete a casa. 
Qui potete subito prepararli per la conservazione. Versateli dentro un barattolo di vetro e ricopriteli di sale fino; chiudete il barattolo e lasciate riposare per un giorno intero. L’indomani, versate il contenuto su un colino e sciacquate con acqua corrente per eliminare il sale residuo; dopo aver rimesso i capperi dentro il vasetto di vetro, fate bollire 15 cl di acqua con 5 cl di aceto e un pizzico di sale e poi versate il composto sui capperi quando il liquido è ancora caldo, riempiendo fino all'orlo e poi richiudendo per bene il barattolo. Conservate in un luogo fresco e asciutto, al riparo dalla luce.
Le virtù di questa pianta sono note fin dall’antichità. I grandi medici del passato, come Dioscoride e Galeno attribuivano alla pianta proprietà energetiche e diuretiche, capace di curare il mal di denti, e persino dare sollievo alla milza indurita e combattere i vermini dell’orecchio. Anche la medicina naturale moderna, quella che cura con le erbe officinali, considera benefica la pianta, in quanto ricca di proprietà toniche, stimolanti e aperitive. Qualche medico ha addirittura riconosciuto al cappero proprietà digestive, tanto da rivendicare le qualità medicinali del vino di cappero
Cari amici, sul cappero in passato sono fiorite anche curiose leggende, in particolare riferite alle sue presunte proprietà afrodisiache; le sue radici essiccate, infatti, venivano utilizzate dalle “antiche maghe” durante la preparazione degli incantesimi d’amore; la pozione così preparata, realizzata con radice di cappero (anche fresca) veniva bevuta con del miele. Un’altra curiosa, antica leggenda, afferma che gli uomini affetti da impotenza, beneficiavano delle virtù del cappero, ritrovando la virilità perduta mangiando capperi durante la messa di Pentecoste!
Chiudo la mia riflessione, amici, dandovi la ricetta della preparazione del “Vino di cappero”. Ecco come si prepara. Si mettono a macerare 60 gr di scorze di cappero in 2 litri di vino rosso; si lascia amalgamare il prodotto a lungo (2/3 settimane), filtrando e poi imbottigliando. Per facilitare la digestione se ne consuma un bicchierino da liquore, prima o dopo i pasti. Dalla corteccia che riveste la radice, invece, si può ricavare un decotto dal gusto amaro, ma dalle proprietà diuretiche, astringenti e toniche. Un’ultima curiosità: in veterinaria il cappero è ritenuto un buon vermifugo per cavalli!
A domani, amici!
Mario

Nessun commento: