mercoledì, gennaio 22, 2020

NELLA SOLENNITÀ DI SAN SEBASTIANO MARTIRE, LA PARROCCHIA ORISTANESE HA ORGANIZZATO UNA CONFERENZA SULLA SUA STORIA.


Oristano 22 gennaio 2020

Cari amici,

La solennità di San Sebastiano Martire, santo al quale è dedicata la Parrocchia di Piazza Roma, quest’anno è stata festeggiata in maniera davvero eccellente. Dall’11 al 19 gennaio, tra Novene e Vespri solenni, i fedeli hanno potuto arricchire anche la conoscenza della loro Chiesa, presente in città fin dal 1.500. Quest’anno, infatti, in aggiunta agli ordinari festeggiamenti, Domenica 19 gennaio alle 18,30, dopo i Vespri Solenni, si è tenuta un’interessante conferenza dal titolo “Nuove acquisizioni documentarie riguardanti la Parrocchia di San Sebastiano e le maestranze artigiane attive tra 600 e 700 nei borghi di Oristano”.

Frutto degli studi e delle recenti ricerche effettuate dal Dottor Raffaele Cau Bua e dall’Architetto Francesco Deriu, la conferenza ha potuto far conoscere ai numerosi partecipanti diversi nuovi tasselli della lunga e interessante storia di questa chiesa, presente con certezza, come risulta dai nuovi documenti acquisiti, fin dal 1.540. Davvero interessante la relazione tenuta dal Dr. Raffaele Cau Bua, che, con dovizia di particolari, ha riepilogato le ultime scoperte fatte su questa Chiesa, posta nei ‘Borghi di Oristano’, quelli a ridosso delle mura. Ecco il riepilogo delle ricerche fatte dal nostro studioso.
A due anni di distanza dalla precedente conferenza riguardante la storia della chiesa di San Sebastiano dei Borghi di Oristano – ha detto il dottor Cau Bua - la ricerca è sempre in itinere e col tempo affiorano sempre nuovi documenti d’archivio che vanno ad aprire nuovi scenari storici. Le ricerche più recenti hanno individuato in particolare tre documenti (tre testamenti cinquecenteschi), il primo datato 1540, che risulta essere, al momento, la fonte più antica indicante l’esistenza della chiesa di San Sebastiano. 
Un altro testamento del 1573 dimostra invece che a quella data la chiesa era già definita "parrocchia". A seguire, poi, il pubblico ha potuto prendere visione delle tabelle, riferite all’ordine cronologico degli arcipreti di Oristano (dal 1589 al principio dell'800), a loro spettava anche la prebenda della chiesa di San Sebastiano dei Borghi, poi quella dei Vicari Parrocchiali che ressero la parrocchia dal 1770 ai giorni nostri. Il Borgo allora era attivo e ben vissuto e le attività quotidiane erano scandite soprattutto dalla presenza di numerose maestranze artigiane. In particolare eccellevano ed erano conosciuti a livello extra diocesano quelle dei sarti, figoli, falegnami e muratori. 
Di queste ultime due categorie si sono rinvenuti, in maniera approfondita, anche i nomi degli artigiani più noti tra il '600 e il '700, tra cui spiccarono i falegnami Juan Cubeddu e Juan Baptista Sanna e gli scalpellini Francisco Orrù, Nigola Pisu, Melchor Uda e Joanni Trogu, tutti nativi dei Borghi di Oristano, che nel corso della loro vita furono impegnati nella costruzione di numerose chiese. Il mestre Francisco Orrù in particolare tra il 1624 e il 1642 fu operativo nella chiesa di San Sebastiano. 
Mentre il dottor Cau Bua ha riepilogato soprattutto la parte gestionale della Chiesa/Parrocchia, ovvero si è focalizzato sulle persone che l’hanno seguita e diretta, l’Architetto Francesco Deriu, si è soffermato sull' evoluzione architettonica della stessa chiesa, con citazione delle principali fonti storiche. Su tutte svetta un progetto dell’ingegnere militare Rocco Capellino che nel 1554 circa, disegnando le mura e fortificazioni di Oristano, indicò nella carta la collocazione della chiesa di San Sebastiano. Sintetico ma preciso l’architetto Deriu ha riepilogato le varie fasi costruttive della chiesa, le ristrutturazioni e i rimaneggiamenti che nel corso dei secoli hanno dato alla chiesa le attuali forme. 
Non si sa molto sull’aspetto che doveva avere la chiesa più antica, mentre si può supporre che tra la fine del '500 e la prima metà del '600 fosse stata costruita con forme rinascimentali simili a quelle utilizzate nelle chiese gesuitiche del tempo. Nella chiesa, con ampio presbiterio e unica navata, si aprirono col tempo varie cappelle laterali. Le prime due, dedicate anticamente alla Vergine dei Dolori e a quella della Defenza, costruite dal muratore Salvador Delogu nel 1793. La chiesa subì poi importanti restauri nel 1889-1910 a opera dell’architetto Francesco Serra Falqui e nel 1952-56 su progetto dell’ingegnere Cesare Carletti.
Il pubblico ha ascoltato in silenzio e con grande interesse le due relazioni, che tra l’altro hanno messo in evidenza un fattore molto importante: la bravura e le competenze tecniche delle maestranze oristanesi, che nei fatti hanno dimostrato capacità spesso superiori a quelle delle maestranze che arrivavano dalla penisola. Al termine delle relazioni, il musicista Enrico Correggia ha eseguito un brano musicale (uno scapolare) riferito a quell’importante periodo storico.
Amici, domenica 20, giorno della grande festa in onore del Santo, la solenne concelebrazione eucaristica è stata presieduta dall’Arcivescovo emerito di Sassari Mons. Paolo Atzei (che oggi fa parte del Clero Diocesano), coadiuvato dal Parroco Mons. Giuseppe Sanna, da Mons. Mario Cuscusa e da altri Presbiteri. Presente l’Amministrazione comunale, con il Sindaco Lutzu, il V. Sindaco Sanna e 2 Assessori, oltre alla Polizia locale con il suo coro polifonico. Presenti anche le Confraternite, i Cavalieri del S. Sepolcro di Gerusalemme, Associazioni parrocchiali e un gran bel numero di fedeli.
Al termine del Sacro Rito, un piccolo rinfresco sul sagrato a concluso i festeggiamenti in onore del Santo.
A domani.
Mario

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