lunedì, gennaio 27, 2020

CIVILTÀ NURAGICA: A SUNI IL NURAGHE NURADDEO E' UN ESEMPIO DELLE ALTE CAPACITÀ COSTRUTTIVE DEI NOSTRI ANTENATI: ERA ISOLATO CON DEL SUGHERO.


Oristano 27 gennaio 2020

Cari amici,

Il nuraghe Nuraddeo, è uno dei nuraghi meglio conservati della nostra isola; posto tra il Montiferru e il mare della nostra costa occidentale, oltre la torre centrale ha intorno anche tre torri laterali. Il complesso nuragico si trova nel Comune di Suni (Oristano) e domina l’altopiano di Pedrasenta, che ha un’altezza di 335 metri slm. Seppure in parte interrato, svetta ancora oggi maestoso sul suggestivo paesaggio circostante, con il mare da una parte e il Montiferru dall’altra con in mezzo la vallata del fiume Temo.
Sicuramente un complesso nuragico importante, come confermano studi recenti, che fanno ritenere che fosse una struttura capofila, al centro d’un gruppo di altri nuraghi, di cui il più vicino è il Nuraghe Assi (o Nuragassi), in direzione Nord-Est. I nuraghi a tholos, ma trilobati come il Nuraddeo, presentano una struttura complessa. Il nuraghe trilobato in realtà rappresenta un’evoluzione del nuraghe monotorre a tholos. Costruiti a sezione ogivale da una serie più o meno ordinata di cerchi di pietra del diametro progressivamente minore che si reggono da soli, sono privi di copertura, non esistendo all’apice una “chiave di volta”; è la volta stessa che, dopo l’ultimo ristrettissimo cerchio di pietre è chiusa da una lastra di pietra piatta.
L’ingresso del Nuraghe Nuraddeo si trova stretto tra il mastio centrale e le due torri marginali di facciata dove si trova il cortile. Il mastio misura all’esterno circa 14 m d’altezza residua su 27 filari in evidenza, costituiti da blocchi di basalto di forme poliedriche e sub-squadrate, di media grandezza, che vanno rimpicciolendosi nelle file alte dove anche si presentano di taglio più regolare, in pezzi a sagoma di cuneo. La circonferenza è di 29 m misurata circa all’altezza del primo piano.
La torre principale si conserva per circa 12 metri ed è realizzata con blocchi di basalto; in questo nuraghe si ha un cambio originale di inclinazione della parete che, nella parte alta, diventa verticale. Di questa struttura complessa, le tre torri risultano ancora in gran parte interrate; sono a pianta circolare (hanno una camera centrale) e risultano unite da un‘imponente cortina muraria realizzata con grandi blocchi di basalto, ancora visibili in alcuni tratti. Tutto intorno al nuraghe vi sono resti di muri che potrebbero appartenere a delle capanne. Gli scavi hanno messo in luce ceramiche di età nuragica e romana a confermare che la fortezza sia stata usata per diversi secoli.
È durante gli studi più recenti che gli scavi hanno messo in luce la presenza di frammenti di sughero disposti lungo le pareti, cosa che ha fatto pensare ad un possibile isolamento termico. Curioso e allo stesso eccezionale questo ritrovamento, che dà l’idea della competenza e delle capacità di un popolo mai studiato nella sua interezza, e da tanti ritenuto poco acculturato. Se l’ipotesi ora fatta sarà confermata dall’esame del carbonio-14, questo ritrovamento verrebbe a confermare l’ipotesi che i nuragici usavano il sughero come isolante termico non solo nelle capanne, ma anche nei nuraghi. Un esempio già reso evidente nel villaggio di S’Urbale a Teti (Nuoro).
Cari amici, che l’antica civiltà del popolo sardo non sia mai stata studiata con attenzione in campo nazionale è una triste realtà. Nei libri di testo, a partire dai primi stampati dopo l’unità d’Italia, la Sardegna con la sua antica civiltà, la sua cultura, la sua arte, la sua lingua, praticamente non è mai esistita, quasi che ci fosse una ragione per nasconderla! E se è colpevole lo Stato italiano per aver volutamente ignorato la nostra cultura, a maggior ragione lo è la nostra Regione, i cui rappresentanti non hanno mai fatto quanto necessario per porvi rimedio!
Non sono molto lontani dalla realtà quelli che continuano a sostenere che i sardi sono cittadini di serie B! Ci manca la conoscenza del passato, viviamo trascurati nel presente e ci attende, credo, un futuro ancora più buio! Dalla mancata continuità territoriale ai trasporti interni, dai costi per l’energia, alla dispersione scolastica, oltre mille altre manchevolezze che fanno dei sardi un popolo di sudditi e non di cittadini. Riflettiamo seriamente, è tempo che usciamo dalla sudditanza che ormai è entrata nel nostro DNA, risalendo purtroppo a molti secoli fa. Impariamo allora a riprenderci la nostra autonomia, quella vera, non quella finta che continuano a propinarci.
Tornando al tema di oggi, che evidenzia l’importanza del nuraghe NURADDEO, ci auguriamo che possano presto riprendere gli scavi archeologici, e che questo complesso nuragico, che dimostra quanto il nostro popolo fosse già allora culturalmente avanti rispetto ad altri popoli, possa essere messo nella giusta evidenza e valorizzato nel vero senso della parola come merita.
A domani.
Mario
Ricostruzione virtuale del complesso



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