lunedì, gennaio 06, 2020

AUMENTI BEFFA NELLA FINANZIARIA 2020: 2 MILIONI DI PENSIONATI RICEVERANNO AUMENTI INFERIORI A 2 EURO AL MESE.


Oristano 6 gennaio 2020

Cari amici,

Oggi è l'Epifania. In tanti si aspettano doni e regalini..., ma ahimè, per una bella fetta di anziani che hanno appena preso la pensione quella di oggi non è certo una bella befana!
“Metteremo più soldi nelle tasche degli italiani”, questo è stato il costante, martellante, leitmotiv che ha accompagnato la preparazione della Finanziaria 2020 da parte degli esponenti del Governo. Ebbene, pochi giorni fa, con l’incasso della prima rata di gennaio, ben 2 milioni di pensionati si sono ritrovati aumenti da record: da un minimo di 16 centesimi ad un massimo di 6 euro! Mica male vero?
Come si faccia a strombazzare miglioramenti economici con aumenti di tale tenore resta un mistero, ma la realtà purtroppo così è. Per oltre due milioni di assegni l’aumento ha il sapore della beffa, in quanto più che un modesto beneficio appare una bella presa in giro. Si, anche in linea generale, sul fronte della perequazione globale delle pensioni (ovvero la rivalutazione che annualmente dovrebbe adeguarle al costo della vita) il 2020 appare di una modestia unica per i circa 16 milioni di pensionati italiani; motivazione in larga parte dipendente dalla stessa inflazione, che soprattutto negli ultimi mesi ha rallentato, assestandosi in via provvisoria ad un risicato +0,4 per cento di media nel 2019.
Tuttavia c’è una considerazione da fare, riguardo proprio ai pensionati. Se anche l’andamento generale dei prezzi ha avuto un calcolo inflattivo basso (come prima detto lo 0,4 per il 2019), la spesa dei pensionati è concentrata in gran parte su alimentari, medicine, costi di gestione della casa e non rispecchia necessariamente l'andamento generale dell'indice dei prezzi al consumo, risultando ben superiore. Ma vediamo in dettaglio, in base anche a quanto stabilito nella Legge di Bilancio 2020, come viene effettuato dall’INPS il calcolo di rivalutazione delle pensioni ai 16 milioni di pensionati che la percepiscono.
L’aumento pieno dello 0,40 per cento è calcolato sulle pensioni il cui importo non supera di tre volte il trattamento minimo fissato, per il 2020, a 517,07 euro; un aumento quasi pieno, pari allo 0,38 per cento, in attesa del recepimento dell'Inps dei meccanismi delineati dalla legge di Bilancio 2020 e quindi del passaggio alla rivalutazione piena dello 0,40 per cento, è atteso per le pensioni di importo compreso tra le tre e le quattro volte la pensione minima. Il passaggio all'adeguamento pieno avverrà nel pagamento delle pensioni dei prossimi mesi; aumento dello 0,30 per cento per le pensioni il cui importo sia compreso tra le quattro e le cinque volte il trattamento minimo; aumento dello 0,20 per cento per le pensioni tra le cinque e le sei volte il minimo; aumento dello 0,18 per cento per le pensioni con importi tra le sei e le nove volte la pensione minima; aumento dello 0,16 per cento per le pensioni sopra di nove volte l'importo minimo.
In realtà per tutte le pensioni, anche per quelle di un certo peso, l'aumento si tradurrà in pochi spiccioli! Per chi prende una pensione tra i 1.539 e i 1.542 euro lordi mensili, per esempio, secondo quanto calcolato da “Il Gazzettino”, l'aumento per circa due milioni di pensionati appartenenti a questa categoria corrisponderà ad un incremento dai 12 ai 16 centesimi netti rispetto a quanto avrebbero fruttato gli aumenti fermi al 97 per cento. Complessivamente, gli aumenti medi delle pensioni si attesteranno tra i due e i tre euro mensili con punte di 6 euro.
Cari amici, se per fari ripartire i consumi degli italiani sono questi gli aumenti, credo che la stagnazione durerà ancora a lungo! Proprio in questi giorni si è avuta notizia, dai controlli effettuati dalla Guardia di Finanza che hanno accertato che i “Furbetti del reddito di cittadinanza” sono in aumento, sovvenzione statale che, come ben sappiamo, sta costando alle casse dello Stato cifre paurose, che spesso finiscono anche in cattive mani. E non è tutto. Sempre da notizie recenti risulta che i posti di lavoro offerti dai centri per l’impiego siano stati quasi nulli, per cui questa forma di assistenzialismo anziché preparare e invogliare le persone al lavoro sta producendo l’effetto contrario.
Risanare l’Italia, che è carica di un debito pubblico pazzesco, non sarà facile, ma con questi provvedimenti (presi tra l’altro “in deficit” e quindi aumentando ancora la voragine del debito pubblico) credo che si continuerà a precipitare nell’abisso. Se una parte dei soldi del Reddito di cittadinanza fosse stato utilizzato per invogliare le imprese ad assumere, sgravandole da contributi e oneri che triplicano il costo sostenuto dall’impresa per pagare il dipendente, probabilmente i posti di lavoro sarebbero già aumentati e neanche di poco! A peggiorare le cose c’è poi da mettere in conto la perenne litigiosità dei partiti che ci governano (ci bastino le dimissioni del Ministro per l’Istruzione), che in realtà vuol dire che ogni problema anziché affrontarlo lo si rinvia. Sarà di sicuro un 2020 che ci metterà a dura prova...
Credo che sia arrivato il tempo per ridare la parola agli elettori!
A domani.
Mario

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