martedì, gennaio 07, 2020

DOMENICA 5 DICEMBRE, NELLA CHIESA DI SANTA CHIARA, L’ULTIMO APPUNTAMENTO DELLA VIII RASSEGNA MUSICALE NATALIZIA, ORGANIZZATO DALLE CLARISSE.


Oristano 7 gennaio 2020

Cari amici,

Per festeggiare le festività di fine anno, dal Natale all’Epifania, e per poter rinnovare gli AUGURI per il nuovo anno 2020, le Suore del Monastero delle Clarisse di Oristano hanno organizzato, come negli anni scorsi, un concerto, una rassegna di Canti di Natale, chiamando la “Polifonica Arborense”  che lo ha tenuto presso l'antica Chiesa annessa al Monastero di S. Chiara, certamente il più antico di Oristano, risalente al Giudicato d'Arborea. 
Si è tenuto Domenica 5 gennaio, e “La Polifonica Arborense” è stata accompagnata dal “Coro Città di Olbia” (una formazione che opera nel campo della musica corale da oltre trent' anni), oggi diretta dal M° Antonio Delitala. Il Coro “Polifonica Arborense”, che è diretto dal M° Carlo Oro, vanta anch'esso una lunga militanza, con oltre 50 anni di attività (è presente ad Oristano fin dal 1964), continuando ininterrottamente in tutti questi anni a deliziare gli oristanesi con la sua gradita musica.
Il concerto, inserito all’interno del calendario di eventi natalizi proposti dal Monastero di Santa Chiara, ha avuto un vero successo: la bella e antica Chiesa risalente come detto al periodo e ai fasti del Giudicato d’Arborea, era stracolma, con molte persone che hanno seguito il concerto in piedi. Era questo l’ultimo appuntamento, relativo alla VIII rassegna di Natale, sapientemente organizzato dalle suore dell’antico Monastero oristanese. 
Si, amici, il concerto, tenuto nella sera del 5 gennaio alle 19, giorno che anticipava l’Epifania, ha visto felicemente esibirsi sia il folto gruppo dei cantori della “Polifonica Arborense” (erano accompagnatati dall’organista Fabio Frigato), che i cantori del “Coro Città di Olbia”; entrambi i cori hanno passato in rassegna numerosi pezzi della tradizione natalizia, in particolare quella sarda, e, in chiusura, i due cori hanno eseguito un pezzo in ensemble, molto applaudito.
Il concerto, per le suore del Monastero, era anche un’occasione per ricordare agli oristanesi che non si dimentichino della loro struttura claustrale, e che la loro vita di clausura richiede anche il supporto possibile degli oristanesi anche dal punto di vista economico. Per l’occasione, oltre alle visite al Presepe, realizzato in modo eccellente, era possibile acquistare anche le arance del Convento, lasciando, a discrezione, l’aiuto che ciascuno riteneva di poter dare. È certamente un dovere aiutare queste degne sorelle, che hanno abbandonato il mondo per pregare Dio costantemente, chiedendo grazie per il bene di tutti noi.
Tra il numeroso pubblico era presente anche l’Arcivescovo emerito di Oristano Mons. Ignazio Sanna, che è stato a lungo festeggiato dai partecipanti al concerto. Monsignor Sanna, ora trasferitosi a Roma dove è Presidente (nominato da Papa Francesco dopo la cessazione del suo incarico come Arcivescovo di Oristano) della Pontificia Accademia di Teologia, della quale in precedenza era Accademico ad honorem, ha scelto in questo suo primo anno di lontananza dalla nostra città, di trascorrervi le festività natalizie. 
Cari amici, ormai le festività di fine anno sono trascorse: l’anno nuovo è arrivato, sollevando il suo predecessore, il 2019, dai tanti problemi di cui si era fatto carico nel suo anno. Incarico pesante, quello che si ritrova a portare sulle spalle il 2020, a tutti i livelli: da quello religioso (mancano delle necessarie vocazioni) a quello laico, con serie problematiche, sia a livello mondiale (basti pensare al possibile conflitto tra gli USA e l’Iran e al pericoloso surriscaldamento del pianeta, che deve trovare soluzione), che europeo (a partire dalla Brexit) e nazionale (una finanziaria che accontenta proprio pochi). Che dire poi della nostra disastrata Sardegna? Tra continuità territoriale mancata, insularità sognata, assistenza sanitaria che fa acqua da tutte le parti, aziende che chiudono e mancanza di lavoro, in particolare per i giovani; uno scenario dove è davvero difficile vedere la luce.
Non possiamo nemmeno dire che la befana ci ha portato Carbone, perché ormai questo è un prodotto in estinzione (solo Trump parla di riaprire le miniere di questo materiale), in quanto altamente anti-ecologico che mette in pericolo il pianeta. In cosa possiamo sperare, allora nel nuovo anno? Sicuramente auspichiamo la soluzione dei molti problemi sul tappeto, di acquisire alcune delle cose positive che ci mancano, ma una sola è più importante di tutte le altre: evitare la guerra!
Auguri di Buon Anno a tutti Voi, cari amici, nella speranza che il Buon Dio, che tutto può, ci liberi dai maggiori pericoli che incombono su di noi come macigni, e ci consenta di continuare con rinnovata speranza il nostro percorso, nell’anno appena iniziato e in quelli successivi…
A domani.
Mario

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