giovedì, gennaio 30, 2020

LA PRIMA PIANTAGIONE DI CAFFÈ “MADE IN ITALY” È SICILIANA! LA STRAORDINARIA TRASFORMAZIONE AGRARIA NELLA TRINACRIA: DALLE ARANCE AL CAFFÈ.


Oristano 30 gennaio 2020

Cari amici,

Già in passato si era tentato di coltivare il caffè in Sicilia. Nel 1912 il botanico Vincenzo Riccobono, in un articolo sul “Bullettino della Regia Società Toscana di Agricoltura” così evidenziava possibilità e criticità della coltura della preziosa pianta in Sicilia: “Il Direttore del Regio Orto Botanico di Palermo, nella possibilità di poter coltivare in Sicilia piante utili di regioni tropicali, ha sempre insistito sulla coltura del Caffè. Sebbene questa non abbia dato finora alcun affidamento di riuscita, non è escluso che si possa tentarne con speciali cure la coltura; o meglio trovare qualche ibrido che possa essere resistente al freddo”. E oggi si può dire che il miracolo è finalmente avvenuto.
È una bella storia quella che di recente ha raccontato il giornale Agro-Notizie. È la storia di un’azienda agricola di Terrasini, chiamata “L’orto di nonno Nino”, che, seppure nel rispetto della tradizione, ha deciso di puntare sull’innovazione. Rosolino Palazzolo, 40 anni, che, con il fratello Benedetto ha preso in mano le redini dell’azienda di famiglia, ha introdotto variazioni sostanziali nella precedente cultura millenaria: al posto delle arance (ormai poco redditizie) ha messo a dimora frutti tropicali: papaya, mango, avocado, banane, ma anche frutti della passione, guava, pitoya, carambole e altre varietà esotiche. Oggi l’azienda vanta 1.200 piante di papaya e 400 di banane che, grazie al clima, crescono in serre non riscaldate, e senza trattamenti che non siano naturali. 
Ebbene, in questa azienda dall’anno scorso si è aggiunta anche la coltivazione del caffè, che ha già dato buoni risultati, tanto da far pensare ad un possibile “mercato di nicchia”. Ciò per una semplice considerazione: il caffè più pregiato del mondo, il Kopi Luwak, è prodotto in Indonesia in quantità molto limitate (50 kg l’anno) e viene venduto a circa 500 euro al kg! Chi lo dice che il Caffè coltivato in Sicilia, possibilmente anche in quantitativi superiori al celebre Kopi Luwak, non debba trovare un’importante nicchia di mercato? Intanto le prima tazze di caffè prodotto con le piante coltivate in Sicilia iniziano ad essere gustate e a quanto pare con buona soddisfazione. 
Rosolino Palazzolo, a chi curiosamente gli chiede i motivi della trasformazione, risponde: “La nostra è un’azienda che ha deciso di cambiare: da ormai dieci anni produciamo frutti esotici in serra; avevamo anche alcune piante di caffè per motivi ornamentali, che però non producevano frutti a causa del clima locale, troppo freddo d’inverno. Tutti mi dicevano che era impossibile coltivare caffè in Sicilia e io ho deciso di dimostrare a tutti che si sbagliavano”.
“Certo non è stata una passeggiata - conferma Rosolino - ma ad essere caparbi si può vincere la sfida.  La pianta del Caffè ha bisogno di un clima caldo e umido, e, per certi versi, la Sicilia potrebbe anche andare bene, anche se l’inverno è troppo freddo e non permette la maturazione dei frutti. Da qui l’idea di provare la coltura del Caffè in serra, controllando la temperatura e l’umidità. Le prove in serra fredda hanno dimostrato che era la via giusta: abbiamo avuto sei fioriture nell’arco di un mese e mezzo, a partire da inizio aprile; la maturazione dei frutti ha impiegato quasi un anno e nel marzo del 2018 abbiamo raccolto, torrefatto e assaggiato, il primo caffè”.
Insomma, il primo caffè siciliano è realtà, grazie a Rosolino Palazzolo che è riuscito a portarlo in tazzina grazie alla collaborazione di Isidoro Stellino, la cui famiglia è titolare, da generazioni, di un’azienda di torrefazione locale. “La sfida sembra essere stata vinta – si legge su Agri-Notizie -, i primi chicchi sono stati macinati e con la polvere ottenuta si sono preparati i primi caffè 100 per cento siciliani, il cui sapore, a detta degli assaggiatori, è risultato eccellente”
La pianta del Caffè non richiede cure agronomiche particolari: non ci sono problemi di fertilizzazione e non presenta criticità dovute alla presenza di insetti o di fitopatologie. Com’era prevedibile le produzioni, in questa prima fase, sono state molto limitate, ma l’avvio è stato positivo. Il progetto è in crescita e l’azienda agricola L’orto di nonno Nino ha piantato oltre 400 piante di Caffè nella serra nella quale si coltivano le banane. “Il caffè non ama la luce diretta del sole, almeno alle nostre latitudini – dice sempre Rosolino Palazzolo -; è un arbusto di 2-2,5 metri che si trova a suo agio nel sottobosco, con luce non diretta e alta umidità. Per questo abbiamo deciso di consociarlo al banano”.
I costi di produzione del Caffè siciliano, pur non essendo elevati, non sono certo concorrenziali con i costi di produzione del Brasile, del Vietnam, della Colombia e dell’Indonesia, che sono i Paesi primi produttori al mondo di caffè. Del resto, la Sicilia non può certo concorrere con realtà dove la pianta di Caffè cresce in pieno campo e offre più raccolti all’anno grazie al clima favorevole. Però – e questa è la grande scommessa – esiste un segmento di mercato che ama i cibi esotici a Km zero, possibilmente coltivati in biologico. Ed è su questa particolare nicchia che potrebbe puntare l’azienda agricola di Terrasini. Il prezzo del caffè siciliano sarà sicuramente elevato, ma potrebbe trovare estimatori.
Cari amici, che il mondo del prossimo futuro sia fatto in particolare di continua innovazione è sicuro! Sarà così anche per il caffè siciliano? Chi lo sa! Magari sarà possibile effettuare un miglioramento genetico: la possibile selezione, nel corso degli anni, di piante di Caffè che potrebbero ambientarsi nel clima siciliano ed essere coltivate anche in pieno campo. Insomma la Sicilia marcia spedita verso il futuro: dall’isola delle arance potrebbe diventare l’isola del caffe!
A domani.
Mario

Nessun commento: