lunedì, maggio 03, 2021

ANDIAMO ALLA RISCOPERTA DELL'OLIO DI OLIVASTRO, USATO FIN DALL'ANTICHITÀ PER SCOPI MEDICINALI, COSMETICI E RELIGIOSI.


Oristano 3 maggio 2021

Cari amici,

L’ulivo, la straordinaria pianta che ci regala il famoso “Olio extravergine di oliva” ha un antenato illustre, sopravvissuto ai millenni e ancora oggi presente anche nella nostra Sardegna: l’Olivastro. Pianta rustica, che vive anche migliaia di anni, ha esemplari ‘vegliardi’ nell’isola, considerati dei veri fossili viventi. Si, l’olivastro è sopravvissuto perché, a mio avviso, risulta tenace e resiliente, oltre che in possesso di sostanze molto utili al nostro organismo. Per questo il mio post di oggi l’ho voluto dedicare a questa pianta.

L'olivastro di S.M. Navarrese

L’olivastro (Olea europea L. varietà olivaster), è una pianta spontanea, con portamento arbustivo da boscaglia, che cresce spontaneamente nella macchia mediterranea, ambiente tipico delle zone costiere di questo mare in particolare, oltre che nel nostro Meridione, in Grecia, Siria e Asia minore. Albero che può arrivare anche a cinque-sei metri d’altezza, ha i rami spinosi e i frutti piccoli, con colorazione alla maturazione tra il violaceo e il rossastro; le drupe hanno un gusto assai aspro e amaro e si ritiene che anche l’uomo nuragico ricavasse da queste il primo olio per alimentarsi. Detto anche Oleastro, è abbastanza diverso dall’Olivo, sia per la conformazione delle foglie che per i frutti, ma anche per la maggiore resistenza ai parassiti e alle intemperie dei rigidi inverni.

Il giardino di Psiche, storia dell'ulivo

Gli antichi greci erano soliti coltivare l’olivastro con passione e devozione, trattandolo come un albero sacro, di cui era proibito il danneggiamento; bastava sradicare anche un solo albero e la pena comminata al malcapitato era quella dell’esilio. Con l’olio ricavato da questa pianta in passato ci si ungeva il corpo e si curavano i suoi mali, ma era usato (e lo è anche oggi) per preparare gli olii rituali, in particolare quelli della tradizione cristiana.

L'olivastro di Luras

Gli olivastri sono presenti in Sardegna fin da epoca nuragica; lo dimostrano gli esemplari millenari ancora presenti nella nostra isola, come l’olivastro di Luras, che si staglia possente nel cielo, dall’alto delle sua veneranda età, calcolata in oltre 4mila anni! L’uomo nella sua evoluzione ha poi selezionato col passare del tempo le varietà di olivastro, scegliendo solo quelle dotate delle caratteristiche migliori, arrivando così a coltivare così l’olivo attuale, quello proprio dei giorni nostri.

Amici, di olivastro e di olivo ho parlato già a lungo su questo blog; per esempio con il post del 28 dicembre 2013, che, chi vuole può leggerlo o rivederlo cliccando sul seguente link: http://amicomario.blogspot.com/2013/12/dallolivastro-allolivo-la-lunga-storia.html. Oggi però voglio parlare compiutamente della bontà e delle virtù dell’olio che si ricava dall’olivastro, che già gli antichi popoli del Mediterraneo usavano per scopi medicinali, cosmetici e religiosi. È un olio di gran pregio, quello ricavato dall’olivastro, che può essere a tutti gli effetti classificato come “olio extra vergine”, avendone tutte le caratteristiche.

Si, amici, anche dalle varietà spontanee come gli olivastri si possono ottenere anche oggi nel terzo millennio, oli extravergini di ottima qualità. In Sardegna lo possono garantire i piccoli produttori oleari dell’Ogliastra (pensate che lo stesso nome Ogliastra potrebbe derivare da ‘Olivastri’, di cui questa zona è ricca) come Domenico Melis, la cui azienda produce oli che, in quanto ad acidità e numero di perossidi, rispettano i requisiti di legge per gli oli extravergini. Ma l’olio ricavato dagli olivastri ha ben altre caratteristiche, rispetto agli altri extra vergini, tanto da farne un prodotto praticamente unico!

Uno studio, pubblicato di recente sulla rivista MDPI Applied sciences, ne ha valutato la composizione. L’olio di olivastro è ricco di grassi monoinsaturi o MUFA (71,9-73%) che, diversamente dai grassi saturi o SFA (16,9-18,2%), non influiscono negativamente sulla salute delle arterie, anzi possiedono effetti protettivi. I grassi monoinsaturi e in particolare l’acido oleico, che nell’olio di olivastro è presente per il 68,9-70,6%, infatti aiutano a mantenere pulite ed elastiche le arterie, favorendo un adeguato apporto di sangue al cuore e al cervello.

Quest’olio, perciò, può contribuire ad abbassare il rischio di malattie cardiache e cerebrovascolari, in considerazione anche delle altre sostanze benefiche presenti. Si tratta degli steroli vegetali, della vitamina E e dei polifenoli. Gli steroli vegetali e in particolare il β-sitosterolo, che è il più abbondante, contribuiscono a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo perché ne riducono l’assimilazione. La presenza poi di vitamina E e dei polifenoli aiuta a proteggere le cellule opponendosi alle LDL (il “colesterolo cattivo”) e ai radicali liberi. In questo modo contrastano la formazione delle placche di colesterolo e il conseguente ispessimento delle arterie (aterosclerosi) che aumenta il rischio d’infarto e ictus.

Come usare, dunque, l’olio di olivastro in cucina? Essendo molto simile all’olio extravergine di oliva, è l’ideale per condire a crudo contorni e antipasti; la cottura, infatti, lo impoverisce di antiossidanti. Quanto alle dosi giornaliere consigliate, sono le stesse dell’olio extravergine di oliva; come suggerisce la dieta mediterranea, 3-5 cucchiai di olio di olivastro al giorno.

Cari amici, se badiamo davvero alla nostra salute, credo che, seppure sopportando un costo superiore rispetto agli altri olii EVO, valga davvero la pena di provarlo e consumarlo questo particolare olio.

A domani.

Mario