Oristano
13 Luglio 2016
Cari amici,
La mia amicizia con
Beppe Meloni, straordinario conoscitore della nostra amata Oristano, mi spinge
oggi a riportare in questo blog, una sua profonda riflessione su quella
Oristano che non c’è più, su una Oristano certamente più povera e paesana, ma
piena di quei valori che, purtroppo, nel tempo sono andati perduti.
Ecco, riportata
integralmente, l’attenta analisi di Beppe. Buona lettura.
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“Storie
di famiglia nella via Dritta dell'Ottocento”
Il
senatore Parpaglia, la farmacia Nurra e i libri del canonico.
Non è più la via Dritta
di una volta, e basta fare su e giù qualche “vasca” per capire che tutto è
cambiato. E purtroppo, in peggio. Il corso Umberto cittadino sempre più vuoto e
deserto, l'antica strada del commercio al minuto, che di primo mattino si
riempiva di vita, tra saluti, incontri e richiami, vive ormai da lungo tempo la
sua stagione più oscura, in un silenzio a volte quasi irreale. E pure lo
“struscio” serale e chiassoso è ormai solo un lontano ricordo. Serrande
abbassate, insegne che si spengono e cambiano velocemente titolare, sono il
segno che gli affari languono, la crisi morde, è dura a morire e non lascia
scampo. Eppure da via Dritta, una volta, tanto tempo fa, è passata gran parte
della storia politica, civile e commerciale della città. Di quella Oristano,
come riferiva una guida storica del tempo, sempre più paese che città, appena
7000 abitanti che aveva tutto, i suoi tre alberghi e tutti nella via Tirso,
l'ospedale più antico dell'isola, le scuole, una caserma di fanteria, due
banche, l'Agricola Sarda e il Banco di Cagliari, e addirittura sette Consolati,
un ricco museo archeologico, un sodalizio di “piacevole intrattenimento”, nel
titolo semplicemente “Società del Casino”, Corte d'Assise, Tribunale civile e
penale, Procura del Re, Conciliatura, Arcivescovado, Pretura, Carceri
Giudiziarie. Con personaggi di rilievo al suo interno, come il senatore
avvocato Salvatore Parpaglia. Origini Bosane, classe 1831, personaggio
autorevole del liberalismo progressista e punto di riferimento della loggia
massonica Mariano IV. E proprio in via Dritta Parpaglia apre lo studio legale
con gli avvocati Dettori Murgia, Era e Manconi. Sindaco del capoluogo del
circondario, deputato per la prima volta nel 1890, sarà poi rieletto tre volte.
Il governo Pelloux proporrà infine il suo nome al Re per la nomina a senatore.
Il sovrano firma il decreto il 17 novembre 1898, la convalida è del 9 dicembre e
il solenne giuramento infine il 13 gennaio 1898. Parpaglia muore a Bosa il 15
giugno 1916, alla bella età di ottantacinque anni. Tra le case signorili e
gentilizie di un tempo, ben conservata e arredata e meta di numerosi visitatori
in occasione di “Monumenti Aperti”, spicca quella dei fratelli Romolo, Remo e
Tommaso Nurra, titolari della più antica farmacia cittadina, e legati tra
l'altro da vincoli di parentela con la famiglia Parpaglia, perché Romolo aveva
sposato Serafina, nipote del senatore. L'antico stabile è stato rilevato da due
oristanesi doc, il professor Carlo Manai, nipote di Bruno, storico preside del
Liceo De Castro, e Daniela Angotzi, giovane arredatrice d'interni, che lo hanno
messo a disposizione della curiosità di oristanesi e non attraverso svariate
iniziative culturali. Spostandosi verso piazza Eleonora, le case ci parlano
ancora di storie antiche, interessanti e piene di fascino. Come quella della
famiglia Meloni-Orrù, proprio all'angolo dell'antico portico che conduce a
piazzetta Corrias. Che nel suo elegante salotto ha visto passare figure di
rilievo del piccolo mondo civile, politico e religioso. Che hanno lasciato
segni inconfondibili della loro presenza, con un ricco fondo librario di
famiglia di assoluto rilievo e valore storico-bibliografico, nascosto per lungo
tempo. Custodito e arricchito dal canonico monsignor Ignazio Meloni, arciprete
del Duomo di Santa Maria Assunta, che ha chiuso la sua missione religiosa sotto
l'arcivescovo Giovanni Saba (1842-1860), dedicando la sua vita agli studi e
coltivando molteplici interessi. Legati certamente al mondo del diritto civile
e canonico, e in “primis” alle scienze religiose, spaziando fra storia,
filosofia e scienze naturali, e avendo a cuore la valorizzazione della storia,
della lingua e della cultura sarda. Vero fiore all'occhiello della borghesia
urbana e rurale, consapevole della sua funzione politica e culturale. Dove
all'interno di un “risorgimento familiare”, vivranno spunti interessanti per
una piccola storia di famiglia, di prossima uscita. Che ha avuto come scenario
introduttivo, nel lontanissimo Seicento sardo, le foreste incantate dei monti
di Seui, i paesaggi magici dell'Ogliastra e della Laconi di Sant'Ignazio, e le
vicende storico politiche di quella Cagliari che si batteva con molto coraggio
e scarso successo per il riconoscimento delle specialità della “Nazione Sarda”.
Beppe Meloni
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A domani.
Mario
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