L'isola di Stromboli
Oristano
8 Luglio 2016
Cari amici,
In Italia da sempre il
nepotismo è di casa. Ogni giorno sui Media non facciamo altro che leggere di usi
impropri degli incarichi di natura pubblica: onorevoli accomodanti “pro domo
propria” (che acquistano appartamenti a poco prezzo, addirittura senza sapere
di benefattori segretamente intervenuti per mitigare il prezzo), di importanti interventi
effettuati per la collocazione di familiari in strutture o aziende pubbliche, così come di una miriade di impropri
utilizzi di beni pubblici, ‘svenduti’ o dati in affitto a prezzi fuori mercato
o addirittura irrisori, sempre privilegiando gli amici. Tutto questo avviene
nelle più svariate amministrazioni, dal più piccolo comune fino ai più alti
livelli ministeriali romani.
Fatta questa premessa, oggi
voglio riflettere con Voi sulla recente notizia, appresa sia dai giornali che
dalla rete, che evidenzia come la Regione Sicilia abbia dato in concessione a
poco prezzo la Spiaggia Lunga di Stromboli, appartenente al Demanio Marittimo:
una delle più esclusive spiagge di sabbia nera delle Eolie, affidata
commercialmente all’imprenditore fiorentino Vanni Tortoli, figlio dell’ex
sottosegretario all’Ambiente di Forza Italia Roberto Tortoli, al prezzo
simbolico di euro 875,08 per sei mesi l’anno (dal 1° Aprile al 30 Ottobre). Su
questo paradiso verrà realizzato un locale di ristoro (un chiosco di 3 metri
per 3 su un’area di 29 mq.) che opererà in esclusiva. Le concessioni-regalo,
inoltre, non vanno mai sole: ad un’altra società, bontà sua, sono stati aggiudicati
per uso commerciale 1.500 metri quadri nella spiaggia di Ficogrande: questa pagherà, pensate, un affitto di ben 2.000
euro!
Cifre, quelle
richieste, calcolate sulle tariffe minime di una legge regionale del 1989. Dopo
la concessione il sindaco di Lipari Marco Giorgianni ha provato a correre ai
ripari, firmando un’ordinanza per motivi di sicurezza. «Ho sempre dato parere negativo a
queste concessioni, come si vede dal piano spiagge che abbiamo mandato alla
Regione per l’approvazione del commissario. Ho appena firmato un’ordinanza che
vieta, almeno nelle calette dove si accede solo con strade da cui è difficile
la fuga, il montaggio di qualsiasi tipo di struttura. Altro non posso fare».
La Spiaggia lunga a Stromboli
è la più esclusiva dell’isola: è l’ultimo
lembo di terra raggiungibile a piedi prima della sciara dove lava e lapilli
scivolano giù lungo il fianco del vulcano più verde d' Europa tuffandosi nel
mare blu cobalto; qui nessuno ha mai neanche pensato di portarsi appresso niente di più che una stuoia, neanche i tanti vip
che vengono a riposarsi nelle ville più esclusive. In questo luogo, praticamente unico al mondo, nonostante il nero dell’arenile
amplifichi il calore del sole, persino vedere un piccolo ombrellone è una rarità.
Sicuramente un segno di rispetto per l'ambiente particolare, tanto che l'anno
scorso, quando a sorpresa spuntarono i primi lettini in affitto, la popolazione reagì negativamente.
Ora, dopo la generosa concessione
fatta dalla Regione ai privati (oltre tutto fatta a prezzi più che stracciati, in
un’isola già diventata patrimonio dell'Umanità), è esplosa la protesta, ampiamente
giustificata anche da ragioni di sicurezza. A Stromboli del resto non si potrebbe mettere
su nessun tipo di struttura o di attività, non fosse altro che per il pericolo costituito
dalla presenza del vulcano sempre attivo, tanto che l'intera isola è costellata di cartelli che indicano le vie
di fuga e le piazzole di incontro, tutte naturalmente lontano dalla costa, in
caso di tsunami.
Se il maremoto del
2002, quando cedette un costone del cratere sottomarino del vulcano, invece di
verificarsi il 30 Dicembre si fosse manifestato in piena estate, sia a Spiagga
lunga che a Ficogrande il mare avrebbe travolto centinaia di persone. Proprio per
questo motivo il piano spiagge redatto nel 2005 (seppure mai approvato dal
Comune di Lipari di cui Stromboli fa parte), vietava in assoluto la
realizzazione di qualsiasi struttura adibita a fini commerciali sugli arenili. Giusta
cautela, quella misura preventiva, ora gettata alle ortiche da parte della Regione che
ha accolto le due richieste di concessione prima citate, "regalando"
per la prima volta ai privati pezzi di demanio di altissimo pregio, senza pensare minimamente ai rischi.
La polemica nell’isola si
è naturalmente accesa, come la bollente estate: due i fronti aperti, ovviamente
contrapposti. Il nodo principale è costituito dalla necessità di un utilizzo
razionale dei beni di pubblica utilità collettiva. Ci si chiede: è giusto dare
quello spazio in concessione al privato? Sono giuste, poi, le condizioni a cui
viene concesso? A leggere le cifre il
pensiero comune è che il prezzo richiesto sia un’inezia, rispetto ai
prevedibili introiti di un chiosco posto in una spiaggia molto frequentata e anche
molto lontana dal paese e da altre attività commerciali.
Se è pur vero che lo
sviluppo economico di un territorio deve vedere uniti, insieme, pubblico e
privato (ognuno nel proprio campo), è necessario che ciò avvenga nel totale
rispetto delle regole, ponendo limiti e paletti ove necessario, in modo da
salvaguardare innanzitutto il profilo pubblico del bene (quindi la sua libera fruizione), evitando
sempre che una concessione a privati trasformi il bene pubblico in un servizio
a pagamento, vanificando così il principio.
Cari amici, quando l’interesse
privato è manovrato in modo tale da sovrastare l’interesse pubblico, non solo ciò
è sbagliato, ma addirittura deleterio per il mantenimento delle regole
democratiche. Sono le azioni di questo tipo che stanno continuando a minare la
credibilità delle nostre Istituzioni. Non voglio aggiungere nient’altro: credo
di essermi spiegato abbastanza.
A domani.
Mario
Stromboli vista da Tropea
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