giovedì, agosto 29, 2024

LA SARDEGNA E IL FICODINDIA. I SUOI FRUTTI, IN PASSATO USATI PER FARE LA DOLCISSIMA SAPA, SONO OGGI UTILIZZATI ANCHE PER UN OTTIMO LIQUORE.


Oristano 29 agosto 2024

Cari amici,

Il paesaggio sardo vede protagonista il FICODINDIA, pianta che cresce spontaneamente nelle campagne dove è utilizzata come recinzione dei tancati, oppure risulta presente nei terreni poco coltivati. Si calcola che in Sardegna ci siano quasi 300 ettari di piante spontanee di fichidindia, mentre pochi ettari sono quelli coltivati. Questa pianta, originaria del Nuovo Mondo fu portata in Europa nel 1492 da Cristoforo Colombo, ambientandosi perfettamente nel nostro Meridione (in particolare in Sicilia e Sardegna) e diventando in breve tempo un frutto alimentare mediterraneo.

Io che ho vissuto la mia fanciullezza alla fine della prima metà del secolo scorso, ho toccato con mano quanto era allora importante per l’alimentazione questa pianta dai bei frutti colorati, anche se alquanto spinosi. Si andava in campagna a raccoglierli con una speciale canna (Sa cannuga) e si portavano a casa delle ceste piene di frutti. Si mangiavano quando a tavola c’era poco altro, e le bucce venivano date al maiale di casa e alle galline. Dai frutti si ricavava un ottimo succo dolcissimo, la “SAPA”, utilizzata per confezionare i dolci delle feste.

In Sardegna, purtroppo, non si è mai sviluppata la coltivazione di questa piante, come invece è avvenuto in Sicilia, e il consumo attuale è praticamente solo “di nicchia”, nel senso che solo degli appassionati utilizzano i frutti selvatici per fare marmellate, succhi e liquori. Si, amici, proprio dei liquori, come del resto noi sardi li prepariamo utilizzando il mirto, il corbezzolo, il limone, etc. Oggi, amici voglio parlare con Voi proprio del liquore che si ricava dal ficodindia: chi lo assaggia per la prima volta ne rimane assolutamente entusiasta! Ecco la ricetta casalinga come prepararlo.

Il liquore sardo ai fichi d’india si ottiene dall'infuso (non dalla distillazione) della polpa messa a macerare nell’alcol.  Gli ingredienti sono davvero semplicissimi: oltre i fichi d’India, alcool, zucchero e acqua. Ecco le dosi: 1 Kg. di Fichi d'India maturi, 1 lt. di Alcool a 95 gradi, 1 lt. di Acqua, 500 gr. di Zucchero. La preparazione è semplice: dopo aver sbucciato i fichidindia, i frutti estratti vanno tagliati a rondelle grosse e posti in un contenitore di vetro sterilizzato della capacità di almeno 3 litri,  aggiungendo poi l'alcool e chiudendolo ermeticamente. Dopo aver agitato per qualche giorno il composto, lasciar riposare per una settimana in un luogo fresco e al buio.

In questa settimana in attesa di macerazione, è preferibile che il vaso vada ogni tanto agitato, per meglio far penetrare l’alcol nella polpa. Trascorsa la settimana preparate uno sciroppo con 1 litro di acqua e 500 gr. di zucchero, portando a bollore e facendo sciogliere lo zucchero finché l'acqua sarà tornata trasparente. Lo sciroppo va lasciato raffreddare completamente. Occupatevi ora dell’infuso, che va filtrato con un colino per separare il liquido ottenuto dai filamenti della polpa.

Setacciate ora la polpa, passandola nel passaverdura per separarla dai semi, e poi rimettetela nel contenitore di vetro, aggiungendo l’infuso prima filtrato. Aggiungete lo sciroppo di zucchero e richiudete ermeticamente il vaso, lasciando riposare per 15 giorni in un luogo fresco e al buio. Siete ormai quasi arrivati al termine del processo: trascorso il tempo prima indicato, filtrate nuovamente l'infuso attraverso un fine colino e avete pronto il liquore da travasare in bottiglie ben lavate e perfettamente asciutte. Per assaggiarlo, basta metterlo un po’ in frigo e vedrete il risultato!

Cari amici, il fico d’India ha molte proprietà che purtroppo in Sardegna sono ancora poco conosciute; un esempio? Il liquore di ficodindia è un potente digestivo! Pensate che va bene anche a chi soffre di reflusso! Insomma, anche come liquore risulta ottimo: molto delicato, dolce e gradevole. Provare per credere!

A domani cari lettori!

Mario

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