domenica, ottobre 20, 2019

IN FUTURO CI VESTIREMO CON UN ABBIGLIAMENTO “INTELLIGENTE”, COSÌ TECNOLOGICO, CHE RIUSCIRÀ A DIALOGARE ANCHE CON IL NOSTRO SMARTPHONE!


Oristano 20 ottobre 2019

Cari amici,

Il nostro abbigliamento in futuro sarà sempre più tecnologico. Non sarà costituito da semplice stoffa, pelle, lattice o quant’altro, ma conterrà all’interno tanta tecnologia. Negli ultimi anni tantissime cose sono cambiate grazie all’innovazione: le ricette di cucina ce le suggeriscono gli smart speaker, esploriamo luoghi lontani senza muoverci da casa con i visori, insomma col nostro smartphone in tasca abbiamo sempre più servizi. A questo punto appare ovvio che anche l’abbigliamento che indossiamo non poteva certamente restare sempre uguale a sé stesso!
Per la designer Behnaz Farahi anche l’abbigliamento deve necessariamente seguire la tecnologia. Farahi non si stanca di spiegare che dall’osservazione della relazione del corpo con lo spazio può nascere una nuova classe di indumenti, capaci di interagire con quanto ci circonda. Ed è così che l’abbigliamento, da quello di alta moda a quello per ogni occasione, ha sposato con disinvoltura la moderna tecnologia. In futuro, pertanto, ne vedremo delle belle! 
Per esempio potremo indossare “Vestiti interattivi” che cambiano colore a seconda di come ci si sente: la mattina uscire di casa magari optando per un giallo e ad un certo punto della giornata, azionando un dispositivo far diventare il vestito o la giacca di colore azzurro; la sera, invece, per un aperitivo importante, trasformare il colore del nostro vestito in un nero elegante. Questi nuovi dispositivi Intel sono il frutto dell’inventiva della Start Up creata da Manuel Deneu (programmatore) e Claire Eliot (stilista) presentata a Roma durante la Maker Faire. 
Questi due creativi, che vivono e lavorano a Parigi, hanno ideato un tessuto neutro particolare che, grazie a dei sensori, è in grado di cambiare colore una volta indossato in base alle esigenze. L’idea, anche se è ancora molto artigianale, è molto promettente ed i due giovani puntano a produzioni non di massa ma di nicchia e pret a porter. Un abito avrà un costo di oltre 300 euro. E questo è solo l’inizio, perché la tecnologia sta penetrando in tutte le fibre del tessuto.
La startup francese Spinali, per esempio, ha realizzato il bikini intelligente Neviano Uv, che permette, grazie a un piccolo sensore impermeabile da applicare su una precisa parte del costume, di rilevare i livelli dei raggi Uva durante l’esposizione al sole. Dopo aver selezionato il proprio tipo di pelle all’interno dell’app dedicata, il sistema avverte sui possibili rischi e sulle precauzioni da prendere per un’abbronzatura in sicurezza.
L’azienda Athos sta sviluppando soluzioni studiate per atleti, applicando il meglio della tecnologia usata in campo medico. L’abbigliamento sportivo realizzato dal brand americano utilizza infatti micro-sensori per l’elettromiografia in grado di registrare e trasmettere i dati sull’attività cardiaca, respiratoria e muscolare a un’applicazione su smartphone, così da monitorare in ogni momento l’esecuzione degli esercizi e correggere eventuali errori.
Il colosso tecnologico Google ha attivato il progetto Jacquard, che, in partnership con Levi’s, ha realizzato la giacca Commuter Tracker. Grazie a sensori integrati nelle fibre di jeans, questa giacca si connette allo smartphone tramite Bluetooth e con un semplice tocco della manica permette di rispondere alle chiamate, di ascoltare musica e messaggi e di ricevere informazioni dal navigatore senza dover prendere in mano il cellulare.
La Samsung, invece, insieme al brand Rogatis sta sviluppando un indumento in grado di sbloccare lo smartphone, scambiare biglietti da visita e interagire con dispositivi elettronici con un semplice contatto tra i sensori a forma di bottone sulla manica e il proprio telefono. 
C’è inoltre, progettata da Ambiotex, la maglietta per monitorare e registrare le informazioni sul battito cardiaco e ad altre attività biologiche degli atleti durante le loro performance, oppure le calze da corsa, sviluppate da Sensoria, che, grazie ai sensori a pressione applicati, rilevano informazioni riguardo al passo, allo stile di corsa, al tempo impiegato e alla distanza. 
Un’azienda di Boston ha addirittura sviluppato una giacca riscaldata, che si adatta a diverse temperature e viene attivata e programmata attraverso lo smartphone a seconda delle necessità. La Mercury Intelligent Heated Jacket contiene delle resistenze in fibra di carbonio con un termostato integrato in grado di monitorare la temperatura del corpo e quella esterna.
Anche il colosso tecnologico cinese Xiaomi ha deciso di investire nello smart clothing, brevettando una sciarpa che integra un sensore per la temperatura in una parte realizzata in fibra elastica e delle piccole resistenze a infrarossi nella parte che si riscalda. Smart Scarf si connette allo smartphone tramite Bluetooth e la temperatura può essere controllata direttamente dal dispositivo.
Cari amici, in futuro moda, design e tech saranno sempre più intrecciate e cambiamenti radicali ci aspettano dietro l’angolo, o meglio dire “dentro l’armadio”. Un recente esempio su questo avveniristico tema è il dispositivo stampato in 3D, e indossabile, Caress of the Gaze, un indumento futuristico che si espande, contrae e cambia forma anche in relazione allo sguardo altrui, quindi non solo a stimoli esterni come temperatura e umidità!
Che dire, amici, Vi tenta questo futuro così particolarmente…indossabile?
A me sinceramente no.
A domani.
Mario

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