martedì, ottobre 15, 2019

DISPERSIONE SCOLASTICA: IL SUD, COME SEMPRE, RESTA AGLI ULTIMI POSTI DELLA CLASSIFICA. MAGLIA NERA A SARDEGNA E SICILIA.


Oristano 15 ottobre 2019

Cari amici,

Che la dispersione scolastica nel Sud Italia non sia una novità, lo sappiamo un po’ tutti, anche se, in realtà, ci limitiamo solo a prenderne atto! Mi è già capitato diverse volte di parlare di questo argomento su questo blog, ma seppure il tempo continui a passare, le cose però non cambiano! Stare a guardare senza fare non ha mai risolto nulla, e in questo caso il problema è davvero molto serio e si sta facendo ogni giorno più allarmante, se pensiamo che nel Sud Italia, in Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna, 1 giovane su 3 abbandona la scuola prima di aver completato il ciclo di studi.
I dati recenti su questo triste fenomeno (analisi della dispersione scolastica esplicita e implicita) sono stati resi noti da Roberto Ricci, responsabile nazionale prove Invalsi sull’editoriale “La dispersione scolastica implicita” pubblicato proprio nei giorni scorsi. In questa statistica, la maglia nera spetta alla Sardegna e alla Sicilia, mentre la maglia rosa è appannaggio della provincia autonoma di Trento e del Veneto. Sono la coda e la testa della classifica della dispersione scolastica, che mettono a nudo la situazione di molte Regioni, soprattutto del Sud, che, senza mezzi, continuano a combattere una battaglia simile a quella di Don Chisciotte contro i mulini a vento. 
Gli aridi numeri statistici evidenziano una battaglia praticamente persa, relativamente al mondo dell’istruzione. In questo deserto culturale, solo la Provincia autonoma di Trento, con un 9,6 per cento di dispersione, mantiene la quota sotto il 10 per cento, raggiungendo l’obiettivo previsto dall’Unione Europea per il 2020.
In dettaglio i dati evidenziano che il 22.1 per cento degli studenti lascia le scuole superiori prima del tempo; scindendo il dato (22.1), il 15 per cento rappresenta la dispersione esplicita, il 7,1 per cento la dispersione implicita, ovvero quella di chi termina il percorso scolastico ma senza raggiungere quei traguardi minimi previsti dall’Invalsi dopo 13 anni sui banchi di scuola. Nel Centro Nord il report registra una oscillazione di dispersi totali tra il 15 e il 20 per cento, percentuale che al Sud sale oltre il 25 per cento, fino alla punta massima del 31,9 per cento in Campania. I dati peggiori in assoluto, però, riguardano le nostre 2 isole maggiori, con la Sardegna al 37,4 per cento e la Sicilia al 37 per cento.
Confrontando i nostri dati con quelli delle nazioni europee, si rileva che peggio di noi, sul fronte dell’abbandono scolastico, fanno solo Romania, Malta e Spagna. Molti dei giovani che abbandonano - segnala il report - rimarranno ai margini della società o alimenteranno l’esercito dei NEET (acronimo di Neither in Employment nor in Education or Training, che tradotto significa ragazzi non impegnati nello studio, nel lavoro, e neppure nella formazione); giovani che, spesso, diventano serbatoio destinato ad alimentare le file della criminalità.
Cari amici, la dispersione scolastica è un male che, senza interventi forti e decisivi, non solo risulta difficile da sradicare, ma è capace anche di allargare i suoi tentacoli in modo più esteso. Ci sono infatti numerosi ragazzi che, pur essendo stati a scuola, ne escono senza aver acquisito competenze fondamentali. «Vanno a ingrossare un’area grigia della dispersione scolastica - spiega il report Invalsi - che definiremo implicita o nascosta». Si tratta di giovani - spiega ancora il report - che «affrontano la vita adulta con competenze di base totalmente insufficienti per agire autonomamente e consapevolmente nella società in cui vivranno». 
In un’epoca altamente tecnologica come quella che viviamo, ci troviamo di fronte ragazzi che non sono in grado di svolgere azioni anche elementari: dalla comprensione di un libretto di istruzioni al compimento di una operazione bancaria. Sono ragazzi che al termine degli studi hanno ottenuto al massimo il livello 2 in italiano e matematica e non hanno raggiunto il B1 in inglese (nella lettura e nell’ascolto). Per loro il futuro non potrà che essere di secondo piano, ovvero marginale e a rischio!
Cari amici, riferendomi alla “Dispersione scolastica” presente della nostra Isola, che io considero tragicamente disastrosa per la percentuale record di ragazzi che abbandonano gli studi, sono fermamente convinto che sarebbe dovere primario di chi governa la Sardegna, intervenire con la massima forza (premendo in particolare sul Governo nazionale) per far uscire l’Isola da una situazione di maglia nera nazionale. Il poco invidiabile record di Regione peggiore d’Italia, addirittura al di sotto di tutte le altre Regioni del Meridione, dovrebbe far reagire l’Isola in modo coeso, forte e chiaro, senza fare sconti a nessuno!
Se, come si legge in questi giorni sui giornali, ci saranno altri tagli all’istruzione, con altri piccoli centri dell'Isola che perderanno scuole, con ulteriori, avventurosi accorpamenti di Istituti e riduzione di insegnanti, la già misera struttura scolastica della Sardegna ne avrà un colpo mortale. 
Allora, amici, quale futuro potremmo mai dare ai nostri giovani se non faremo sentire con grande forza la nostra voce, se l’attuale Giunta Regionale non interverrà subito e con la massima forza possibile per mitigare questo triste e pericoloso fenomeno? Che ne sarà della Sardegna, con un crescendo di ragazzi senza competenze e senza futuro?
Se è pur vero che la speranza è l’ultima a morire, vedo però una strada tutta in salita…
A domani.
Mario





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