lunedì, ottobre 07, 2019

IL RITORNO DEL GUERRIERO. È TORNATO AD ORISTANO, DOPO UN LUNGO, VOLONTARIO ESILIO TRASCORSO ALL’ESTERO, ERMANNO SCALAS, GENIO INCOMPRESO DELLA PITTURA E DELLA SCULTURA.


Oristano 7 ottobre 2019

Che i sardi siano fortemente radicati alla propria terra non sono certo io il primo a dirlo! Gli isolani in gran parte lo sono, e questo vale anche per quelli che nella propria terra hanno subito torti tali da portarli volontariamente fuori. La Sardegna, purtroppo è noto, nelle sue diverse località è stata spesso più che madre matrigna con i suoi figli, ma il richiamo forte delle radici ha sempre riportato a casa anche i sardi più maltrattati colpiti inesorabilmente dal “Mal di Sardegna”. 
Ho fatto questa premessa, amici, per parlarvi oggi di un personaggio che seppure “incompreso in patria”, successivamente è stato apprezzato e osannato in terra straniera. Parlo di Ermanno Scalas, artista oristanese (pittore e scultore) che per una serie di vicende dai risvolti complessi (dopo una triste vicenda accaduta nel 1991), lasciò Oristano, praticamente “sbattendo la porta”, per andare ramingo in terra straniera, provando, come scrisse Dante nel canto XVII del Paradiso “…come sa di sale lo pane altrui e quanto è duro calle lo scendere e’l salir per l’altrui scale…”.
Credo che la storia di Ermanno valga la pena di essere raccontata, perché dimostra, in modo eclatante, inequivocabile, quanto sia vero il detto del “Nemo profeta in patria”, che, ad Oristano in particolare, ha precedenti abbastanza numerosi e illustri. Ma veniamo alla storia di Ermanno.
Ermanno Scalas, classe 1954, nasce con la passione per l’arte. Fin da piccolo il pallino di lavorare con spatole e pennelli lo affascina e, dopo aver frequentato l’Istituto d’Arte ad Oristano, si cimenta con le prime opere. Alla vena artistica aggiunge un amore smisurato per i cavalli e le giostre equestri, in particola quella oristanese, la Sartiglia col suo straordinario capocorsa, su Componitori. Creare la figura del cavallo e del cavaliere plasmando l’argilla è per lui qualcosa che lo affascina e gli riempie il cuore.
Negli anni che vanno dal 1980 al 1990, realizza diverse opere che vengono subito conosciute e apprezzate. Qualche anno dopo una commessa importante gli viene affidata dal Comune di Sedilo, per il quale realizza in bronzo la statua di un bel cavallo in bronzo, che può essere ammirata quando si va a Sedilo a vedere l’Ardia di San Costantino. Subito dopo una commessa gli arriva anche dalla Pro Loco di Oristano. È la realizzazione in bronzo di un maestoso cavallo, con in sella Su Componidori nell'atto di governare l’esuberante destriero con le briglie. L’opera commissionata è gigantesca: alta oltre 5 metri. Dopo le iniziali positive premesse, però, aa commessa si arena e non andrà a buon fine. 
Succede che, dopo le iniziali trattative per la realizzazione del manufatto avviate con Luciano Loddo allora Presidente della Pro Loco oristanese, interventi che hanno a che fare con la politica bloccano la commessa. Seppure il lavoro sia stato già iniziato e portato quasi a termine, c’è qualcuno che fa “pollice verso”, che dice, in modo manzoniano, che quell’opera “non s’ha da fare”. È la candidatura di Ermanno con i Verdi a non essere digerita dai potenti allora al governo in città, e, lentamente ma inesorabilmente, tutto si arena. Con mille scuse e sotterfugi la commessa viene cancellata. Una gigantesca rabbia pervade l’uomo e l’artista, tanto che Ermanno, in un impeto di furia rabbiosa, distrugge a colpi di martello la sua opera ormai praticamente terminata. 
Se la rabbia non è certamente una buona consigliera, fu Oristano, alla fine, ad aver perso più dell’artista, privandosi di un’opera d’arte che avrebbe abbellito la città in modo eccellente. Dopo la terribile disintegrazione dell’opera (prima però della completa distruzione dei calchi Ermanno portò avanti la realizzazione in bronzo di una testa di cavallo, destinata ad uno dei villaggi di Mazzella), l’artista, amareggiato e deluso, dopo un periodo trascorso in Italia, lasciò tutto e partì, armi e bagagli, per l’Australia. 
Iniziò così il suo tormentone all’estero. Forte di una favorevole “Certificazione” di capacità artistica, rilasciata dalla Soprintendenza per i beni artistici e storici di Roma, rilasciata nel luglio del 1996, Ermanno, seppure non conoscesse una parola d’inglese, trovò il modo di farsi apprezzare per le sue eccellenti qualità artistiche. 
In Australia, a Sidney, realizza diverse opere, tra le quali, in occasione delle Olimpiadi, una statua che ritrae in perfetto stile neoclassico un centometrista nell'atto di scattare dai blocchi di partenza. Dall’Australia passa poi in Nuova Zelanda, dove riesce a farsi apprezzare come un grande artista poliedrico; poi, non ancora pago, decide di fare il grande salto negli USA.
È negli Stati Uniti, infatti, che l'artista oristanese decide di andare a vivere e lavorare. A Miami, Ermanno Scalas insegna e lavora. Dopo aver messo su una importante azienda che si occupa di restauri, inizia a creare, una dopo l’altra, opere apprezzatissime.  Sono sculture, pitture, affreschi, fusioni in cristallo, come l’opera alta un metro e venti per ottanta centimetri realizzata in occasione delle Olimpiadi invernali di Solt Lake City. Negli USA Ermanno è diventato un grande, onorato e apprezzato artista, una vera e propria autorità nel campo sia della pittura che della scultura.
Ermanno, però, nonostante tutto, nonostante il benessere acquisito, non è felice. Come per tutti i sardi la terra straniera, seppure prodiga, non è appagante. La nostalgia per la propria terra è come un tarlo che non smette mai di bucarti il cervello, ricordandoti continuamente la tua sardità. Il richiamo della Sardegna e della sua Oristano è più forte anche della migliore accoglienza ricevuta in terra straniera. Alla fine, dopo mille indugi, del 2018 decide che è arrivato il momento di tornare a casa, di rientrare nella sua Oristano.
È una decisione non certo facile ma Ermanno è lucido e determinato, e ai prima del 2019 torna in città.  L’esilio volontario è finito. La sua Oristano, che in passato non l'aveva saputo apprezzare ora se lo ritrova, senza clamore, nuovamente suo cittadino. Con la calma dei forti, ha già ripreso l’attività; ha attrezzato un locale in Via Vittorio Veneto dove ha ripreso a plasmare la creta, cuocere le opere al forno, preparare gli stampi per le fusioni in bronzo. Non pensa al passato, all’amarezza dello strappo, fatto sbattendo la porta; ora cerca di vivere una vita nuova. I cavalli e la Sartiglia, però, gli sono rimasti nel sangue. L’ho potuto constatare personalmente, recandomi nel suo studio, dove ho potuto vedere e toccare con mano le sue ultime opere in corso.
Sono ancora in fresca argilla, ma la mano dell’artista c’è tutta! Il movimento dei cavalli è straordinariamente vivo, la forza de Su Componidori è evidente, così come i tamburini e i trombettieri. L’opera in corso credo che verrà realizzata in bronzo e sarà certamente bellissima, unitamente ad un’altra in lavorazione, il cui tema è ugualmente legato alla Sartiglia. Ne ho osservate anche diverse altre in corso d’opera, che sicuramente appagheranno i desideri di molti, privati e pubbliche amministrazioni, che certamente le acquisiranno.
Cari amici, credo che per Ermanno Scalas, finito l’esodo volontario, sia arrivato il tempo della serenità; non quello della rivincita ma quello della riconciliazione con la “Sua città”, che, nonostante tutto, certamente ha sempre amato. Sono convinto che, come un grande guerriero, non rimpiange nulla del suo passato! Si è realizzato girando il mondo, anche a costo di grandi sacrifici, ma alla fine la terra Madre, quella che non si può scordare, anche se a volte può essere stata matrigna, lo ha richiamato!
Credo, però, che anche Oristano e chi oggi la amministra debba ora riconoscere, seppure a posteriori, gli errori fatti nel passato, rivalutando appieno la grandezza dell’artista suo figlio, ora rientrato a casa.

Ben tornato Ermanno!
Mario

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