Oristano
13 Febbraio 2017
Cari amici,
Dopo le tristi vicende
della guerra Oristano provò a rimboccarsi le maniche e rimettere insieme i
cocci di una citta e di un territorio devastato e apparentemente vinto. Furono
in tanti a lottare in tutti i campi: da quello politico a quello
amministrativo, sociale e sportivo (alcune foto qui sotto di protagonisti di allora lo ricordano
con efficacia); una lotta portata avanti con forza e coraggio, non con l'animo rassegnato che oggi possiamo vedere in giro sia tra i giovani che tra i meno giovani. Un lassismo, quello odierno, che preoccupa, che porta a pensare che quasi poco o nulla ci importi del nostro territorio, che in passato abbiamo difeso con le unghie e con i denti e del nostro futuro.
Oristano, dopo aver vinto la battaglia a lungo portata avanti per la costituzione
del suo territorio in Provincia, vede coronare il suo sogno, che può portare ad un possibile riscatto. Eppure, anche se il sogno sembrava concretizzarsi, in realtà, lentamente ma inesorabilmente svanì, senza mai
trasformarsi in realtà.
Beppe Meloni, profondo
studioso della nostra realtà, ha di recente pubblicato una sua riflessione sull’attuale
stato comatoso dell’antica e gloriosa Oristano ‘capitale giudicale’, che mi piace oggi
riportare a Voi “in modo integrale”, perché possiamo tutti riflettere e meditare insieme.
Ecco quanto scrive Beppe sull’odierna Oristano.
‘’Una città allo specchio, tra un presente molto duro e un
futuro incerto’’.
di Beppe Meloni
Ricordate? ‘’Oristano città guida
del territorio’’. Era la parola d’ordine dei lontani anni Settanta, quando
nasceva la quarta provincia. Oggi, a conti fatti, dopo quasi mezzo secolo di
lunga attesa, di quello slogan bene augurante, lanciato ai quattro venti, per
svegliare un territorio dalla storia antica e gloriosa, resta ben poco. Una
crisi pesante e senza limiti, avanza, morde e non dà tregua. Costringendo la
città e l’area vasta che la circonda, a viaggiare nel ‘’mare magnum’’ di un
‘’aurea mediocritas’’ come direbbero i latini. Senza che all’orizzonte si
intravedano segnali per una positiva inversione di tendenza.
Mentre la città e gli studenti
del corso universitario, proprio alla vigilia di una importante consultazione
amministrativa, sono costretti a fare i conti con i controlli di legittimità,
insorti fra il Consorzio Universitario Oristanese e la Provincia. La quale,
detto con estrema chiarezza, ha sempre difeso e sostenuto il Consorzio
Universitario, e ha dovuto affrontare e risolvere un problema amministrativo,
legato a vincoli restrittivi delle leggi sulle pubbliche partecipate. Tutto è
bene quel che finisce bene, ma resta l’interrogativo che, dopo aver tappato un
buco, altri se ne possano presentare nel concerto d uno sviluppo di là da
venire.
Chiuso, speriamo per sempre,
l’indecente capitolo Fenosu, storia di uno scalo mai nato che avrebbe potuto
vivere soltanto come centro merci regionale, ed evitata la cancellazione della
Provincia dalla geografia politica regionale ben poco resta all’ orizzonte di
un territorio che ancora non ha imboccato la strada dello sviluppo.
Apprezzabile e degno di nota che nel centro città molti giovani, sfidando
l’asprezza della crisi, aprano coraggiosamente nuovi punti vendita, con scelte
innovative e originali.
Ma che pena, ‘’scendere’’ in via
Dritta alle sette di una sera d’ inverno. Silenziosa, luci fiocche e deboli che
illuminano antichi palazzi signorili, in vendita ma senza acquirenti, vuoti,
che cadono a pezzi. Quasi un ritorno ai lontani anni di guerra. Quando
l’oscuramento imposto dal Regime faceva il paio con la paura per gli attacchi
aerei alla diga de Tirso. Mentre il campanone della Torre di San Cristoforo
svegliava con i suoi rintocchi lugubri, quella Oristano impaurita e ben chiusa
dentro le case.
La crisi morde la città in
maniera molto pesante, e le serrande che si abbassano, giorno dopo giorno,
anche nella strada dello ‘’struscio’’ serale, sono il segno di una crisi che
avanza impietosa e senza tregua. E sarà anche vero, come si diceva una volta, e
non benevolmente, che Oristano è una città di pensionati, bottegai e colletti
bianchi. Forse lo è ancora, ma con la crisi che avanza giorno dopo giorno, non
è più il caso di risentirsi troppo!
Beppe Meloni.
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Cari amici, Oristano “nobile
decaduta”. Come recentemente è apparso anche su L’Unione sarda, il maggior quotidiano isolano, la citta continua senza soste la
sua ‘discesa’: sempre meno residenti e giovani in continua fuga. Il futuro appare ancora
più triste del già deludente presente.
A domani.
Mario
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