Oristano
18 Febbraio 2017
Cari amici,
Il festival di Sanremo
è da poco terminato. A parte tutta una serie di polemiche, alimentate
dall’immancabile gossip, una delle considerazioni che hanno spopolato in rete
(fatte anche prima che il festival andasse in onda) è quella del costo della trasmissione, degli
‘emolumenti’ in capo ai protagonisti, in particolare quello riservato al presentatore numero uno, Carlo Conti,
per la conduzione del festival. Questo interrogativo sui costi del festival (ritenuti eccessivi) per l’ingaggio di certe
figure, ha fatto mettere a fuoco anche diverse altre trasmissioni che il
pubblico attraverso il canone forzatamente paga, foraggiando volente o nolente il bilancio della RAI, la nostra TV pubblica.
Dopo i recenti cambi al
vertice dell’azienda, che vedono alla Presidenza Monica Maggioni e alla Direzione
generale Antonio Campo Dall'Orto, quest’ultimo con poteri da super manager, si
era pensato che la TV pubblica si fosse avviata finalmente verso una ‘nuova
via’, improntata al contenimento dei costi e ad una gestione più austera e meno
sprecona delle precedenti. Ma a quanto pare così non è stato. Vediamo insieme, come riportato
dai diversi mezzi di informazione, come spende e spande la RAI i nostri soldi: se, e in che
modo, certe cose sono cambiate, partendo dai poteri e dalle competenze del nuovo D.G.
La “firma” attuale del Direttore Generale Campo Dall’Orto,
stando ad un documento ufficiale di Viale Mazzini che elenca gli «atti ed i contratti aziendali sottoscritti
dal DG» vale ben di più di quella dei suoi predecessori. La nuova normativa
aziendale infatti ha conferito poteri rafforzati al nuovo manager, che ora
può firmare impegni sino a 10 milioni di euro, contro i 2,5 concessi al suo predecessore; questo ha consentito a Campo Dall’Orto di stipulare, solo negli ultimi
sei mesi del 2016, ben 129 contratti, per un ammontare complessivo che sfiora i
340 milioni di euro, tra cachet dei conduttori, acquisto di format, produzioni
di fiction e programmi e appalti vari.
Una cifra mica di poco
conto, se si considera che in base all’ultimo bilancio approvato, quello del
2015, dalle casse della Rai in un anno escono circa 1,3 miliardi di euro solo per
costi esterni. Sempre negli ultimi sei mesi dell’anno Campo Dall’Orto ha anche
firmato 299 contratti di assunzione (compresi 4 dirigenti e 6 giornalisti),
portando l’organico complessivo di fine 2016 a quota 11.303 unità; il personale
in servizio ha anche goduto di 585 avanzamenti (promozioni). Ora, grazie alla
normativa prevista dalla legge sulla trasparenza, sono stati resi noti i
compensi percepiti dai manager, dai direttori di testata e da tutti i
dipendenti sopra la soglia dei 200 mila euro lordi all’anno.
Restano però 'nella
nebbia' i compensi pagati ai conduttori e giornalisti esterni alla Rai, volti
noti della tv e star del prime time: cifre abbastanza consistenti quelle erogate, ma che
nonostante le ripetute sollecitazioni del Parlamento e di alcuni consiglieri
Rai continuano a restare sostanzialmente top secret. «Per ragioni di
concorrenza», obiettano i responsabili della TV pubblica. I documenti di cui
«La Stampa» è venuta in possesso, consentono però di avviare una piccola operazione di trasparenza, che ha messo
a nudo i contratti di esclusiva siglati con diversi big: da Antonella Clerici a
Lucia Annunziata, da Piero Angela a Flavio Insinna, da Michele Santoro a Bruno
Vespa, da Fabrizio Frizzi a Giletti, Conti e Guardì.
La tv moderna come si
sa vive di format. Negli ultimi sei mesi del 2016 Mamma RAI ne ha acquistati (o
riconfermati) 16, attingendo dai cataloghi di tutte le più importanti società
di produzione. La fetta più ricca è andata a Endemol, famosa in tutto il mondo
per aver prodotto il «Grande fratello». Gli esborsi più alti sono andati ai
programmi che servono a RAI UNO per presidiare lo spazio preserale e il prime time. Il costo di due Format tra i più
importanti, “L’eredità” e “Affari Tuoi”, risulta abbastanza salato: costano
all’azienda pubblica ben Undici milioni di euro, cifra questa che si commenta
da sola.
Quanto alle “STAR”
più note della TV pubblica, Antonella Clerici e Flavio Insinna sono al top: un
milione e mezzo di euro l’anno a testa! Bruno vespa per ogni speciale di “Porta a
Porta” porta a casa circa 90 mila euro. Il contratto triennale siglato con
Lucia Annunziata («In mezz’ora», Rai3) vale invece 1 milione e 380 mila euro,
per una collaborazione esclusiva che va dal 19 settembre 2016 all’8 settembre
2019: 460 mila euro lordi all’anno. Sempre con Rai Uno Piero Angela, a metà
Dicembre, ha invece confermato il suo contratto di collaborazione sino al 31
agosto 2017. Il compenso vale in tutto 1 milione e 800 mila euro.
Carlo Conti |
Tornando al nostro “Festival di Sanremo”, manifestazione che fa parte integrante ormai della nostra vita da non so più quanti anni, ecco i costi: il contratto di
esclusiva della Rai con Carlo Conti è a sei zeri. 650mila euro, quelli che
riguardano la conduzione di Sanremo, mentre le sue prestazioni «eccedenti il
minimo» valgono non poco. Per la prestazione extra di una settimana da parte del conduttore a inizio Giugno, Mamma
Rai ha sborsato 60.500 euro, dai quali però ha trattenuto 14 mila euro «per la
partecipazione del collaboratore al programma Amici». Ma ora che la De Filippi
lo ha affiancato al Festival, il conduttore toscano si può ritenere più che
ripagato.
L’elenco e troppo lungo
per essere riportato qui per intero: mi sono limitato ai soli casi più evidenti. A parte i
gravosi compensi erogati all’esterno (ci vorrebbe un bel numero di pagine per
elencarli), pesante risulta anche la spesa per l’acquisto dei gettoni d’oro, i
premi tanto ambiti dei telequiz. In questo caso la controparte è la Zecca dello
Stato. La fornitura 2015/2016 per «Affari tuoi» ha un costo di 6 milioni 907
mila e 259 euro, mentre 1 milione e 183 mila è quella per «l’Eredità». Sull’affare
dei gettoni d’oro ho avuto occasione di fare su questo blog, il 14.12.2016, un
post specifico (chi vuole leggerlo può cliccare il seguente link http://amicomario.blogspot.it/2016/12/vincite-televisive-in-gettoni-doro.html).
Cari amici, quella che ho
evidenziato è solo la punta di un grande iceberg, un mastodontico elenco
di esborsi che la nostra ben amata Mamma Rai continua imperterrita a fare,
spendendo (e spandendo) i soldi del nostro canone. Credo che non ci sia bisogno
di nessun altro commento…non credete? Allora cerchiamo di non prendere in giro nessuno, millantando un cambiamento che avrebbe dovuto portare chissà quali
benefici! Mi viene in mente il famoso romanzo Il Gattopardo, di
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, dove si legge testualmente (la frase non è
pronunciata dal Gattopardo, principe di Salina, ma da suo nipote
Tancredi): «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi».
Come alla RAI: cambiare apparentemente
tutto, per non cambiare niente...
Meditate gente sul canone pagato, meditate!
Grazie, amici, a domani.
Grazie, amici, a domani.
Mario
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