Oristano
6 Gennaio 2016
Cari amici,
oggi è il 6 Gennaio,
ricorrenza dell’Epifania. Su questa giornata festiva, nella quale la Chiesa
celebra il momento in cui per la prima volta Gesù viene adorato e riconosciuto
come divinità, ricevendo il primo “omaggio” (oro, incenso e mirra) da esponenti
estranei al mondo ebraico, si sono intrecciate nel tempo innumerevoli leggende,
tra cui la più nota è quella della Befana, tanto cara ai bambini.
Già il termine Befana è
una corruzione lessicale proprio di
Epifania (dal greco ἐπιφάνεια, epifáneia), e identifica una figura femminile
folkloristica, legata alle festività natalizie, rappresentata tradizionalmente
da una donna molto anziana che vola su una logora scopa, per fare visita ai
bambini durante la notte tra il 5 e il 6 gennaio (la notte dell'Epifania) e
riempire le calze (o le scarpe) lasciate da essi, appositamente appese sul
camino o vicino a una finestra.
Questa tradizione, che
ben si conserva nel tempo, assume anche un significato pedagogico, in quanto è
servita (e serve) a educare i bambini ad avere un comportamento rispettoso: se
si saranno comportati bene durante l’anno riceveranno un premio, proprio
attraverso la befana. Certo, nel tempo, i modesti doni di una volta (dolci,
caramelle, frutta secca o piccoli giocattoli) ora sono diventati "pesanti", telefoni di
ultima generazione, tablet e videogiochi, ma il rito, con il suo relativo
scopo, rimane. Per i bambini trasgressori, per quelli che non hanno tenuto un
comportamento positivo, invece, le calze e le scarpe messe “in attesa” saranno,
come sempre, riempite con cenere e carbone.
Come è accaduto per
molte altre feste religiose, che spesso altro non sono che una prosecuzione
trasformata di riti pagani precedenti, anche per l’Epifania vale la stessa
regola. L'origine potrebbe essere fatta risalire ai magici riti propiziatori,
risalenti al X-VI secolo a.C., legati ai cicli stagionali dell'agricoltura; una
specie di ringraziamento per il raccolto dell'anno appena trascorso ed un
auspicio per quello successivo, che scaramanticamente ci si augurava
abbondante.
Questa tradizione fu
ereditata successivamente dai Romani, che associarono questi riti al loro calendario;
anche per loro il tema dominante era quello delle stagioni: a Gennaio si celebrava il
passaggio dell'anno solare (fondamentalmente il solstizio d’inverno) e la
ricorrenza della nascita della divinità del Sol Invictus. La dodicesima notte
dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura,
proprio rendendo omaggio alla dea Madre Natura. Esiste anche un'altra ipotesi che
collegherebbe la Befana ad un'antica festa romana, che si svolgeva sempre in
inverno in onore di Giano e Strenia (da cui deriva anche il termine
"strenna"), festa durante la quale ci si scambiavano dei regali.
Il culto della
ricorrenza della Befana, comunque, pare possa derivare anche da altre antiche feste del Nord Europa. La Befana si richiamerebbe anche, per esempio, ad alcune figure importate della mitologia germanica, come ad esempio Holda e Berchta, sempre
personificazione al femminile della stessa natura invernale. Con l’avanzare e
la capillare diffusione del cristianesimo, già a partire dal IV secolo d.C., la
Chiesa di Roma cominciò a condannare tutti i riti e le credenze pagane esistenti,
definendole frutto di influenze sataniche. La personificazione della
Befana nell'attuale figura, il cui aspetto brutto e poco benevolo richiama
quello di una strega, è frutto e conseguenza proprio di questo atteggiamento
negativo.
Il fatto, poi, che la
befana venga dipinta carica di anni, vecchia e mal conciata, rappresenterebbe simbolicamente l'anno vecchio: una volta concluso, arrivato al termine, lo si può gettare via,
bruciare, così com'è tradizione in molti Paesi europei, dove si mandano al rogo dei fantocci vestiti di abiti logori, all'inizio dell'anno per cancellare quello vecchio. In
quest'ottica, anche l'uso dei doni che la Befana porta assume quel grande valore
propiziatorio di abbondanza nei confronti dell’anno nuovo appena arrivato.
Per evitare pericolosi "scontri" popolari, tra l'abitudine ai vecchi riti pagani e i festeggiamenti cristiani, alcuni saggi personaggi hanno cercato, in modo intelligente, di amalgamare "insieme" vecchio e nuovo. Un modo per entrare nel nuovo senza apparentemente rinnegare il vecchio, “armonizzando” rito pagano e rito cristiano.
Nel XII secolo, ad esempio, una
leggenda cercò di mettere insieme l’Epifania con la figura della Befana.
Secondo questa leggenda, i Re Magi diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù
Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una
signora anziana. Malgrado le loro insistenze, la donna si rifiutò di seguirli
per indicar loro la strada, preferendo restare a casa. Partiti i Re Magi, però,
la donna si pentì di non essere andata con loro e decise di porvi rimedio; dopo
aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza però
riuscirci. A quel punto decise di fermarsi in ogni casa che trovava lungo il
cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di
essi fosse il piccolo Gesù. Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a
tutti i bambini, per farsi perdonare.
Da questo suo
ininterrotto camminare di casa in casa nacque la tradizione della calza e anche
della scarpa: i bambini la notte tra il 5 e il 6 appendono delle calze e/o
delle scarpe, proprio perché sarebbero potute servire alla Befana come ricambio
durante il suo lungo errare; ma, se quest'ultima non ne avesse avuto bisogno,
le avrebbe lasciate lì, ben riempite, appunto, di dolciumi e prelibatezze.
Cari amici, il mio post
di oggi è solo un momento di intervallo, come argomento, dei soliti che mi
piace trattare con Voi. Colgo allora l’occasione per fare gli auguri a tutti i
bambini delle famiglie del mondo, con la speranza che una provvida “Befana”
porti in dono a tutti loro ed ai loro genitori, amici e parenti, i tre doni più
preziosi e importanti che desideriamo: Salute, Serenità e Salvezza (anche
finanziaria).
BUONA BEFANA 2016!
BUONA BEFANA 2016!
Un grande augurio che
tutti auspichiamo si realizzi!
Grazie, amici a domani.
Mario
1 commento:
Cara Dorotea Sono Teresina e voglio farti i complimenti per tutto ciò che hai fatto, e che a suo tempo neanche le suore ti apprezzavano per l'aiuto che davi insieme alle suore dentro le aule dei piccoli esterni che frequentavano la materna ,tanto che, io ti conoscevo come una assistente che prestavi servizio. Ricordo ancora la tua macchina fotografica anche se ero piccolissima. Forse avevo meno di 4 anni,ma tu la usavi tantissimo e per questo, tu mi hai fatto tante foto che ora sono nell'archivio che hai donato. Le stesse alcune le ho messe nei banche di scuola con la dicitura Asilo Infantile Oristano. Due anni fa ci siamo rivisti con la mia famiglia in quanto sono arrivati dalla Svezia perchè ti volevano incontrare e conoscere i posti che ho vissuto per 17 anni in quel collegio dove i ricordi spesso sono stati pieni di tristezza , incompresa, umiliata e con tante punizioni come una delinquente e poi scaraventata a Firenze perchè non volevano che scoprissi che la donna che mi aveva messo al mondo era la sorella della Superiora del Brefotrofio di Cagliari e avea un fratello frate francescano. Tu mi hai raccontato che comunque nascondevo tutto con un sorriso e questo mi ha incoraggiato e ha reso felici i miei nipoti mia nuora e mio figlio dato che loro sapevano benissimo le punizioni dentro la stanza di Maria Pintaoru al buio e che ancora frequentavo la scuola materna. Cara Dorotea tu non ne sapevi nulla,ma ti assicuro che quando ti incontravo nel giardino dove tu hai fatto tante foto e mi hai fotografato spesso mi rendevi felice. Anche la mia madrina Lallà Mrtinez era la mia salvezza dentro quell'inferno e spesso mi proteggevano.Dorotea ti voglio bene e spero di poterti rincontrare. Un grande abbraccio Teresina
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