Oristano
22 Gennaio 2016
Cari amici,
ho già avuto modo di
riflettere su questo blog sui pericoli dell’adolescenza, sempre più
caratterizzata da forme di violenza spesso incontrollate, definite bullismo e cyber
bullismo; manifestazioni che, nonostante se ne parli e, a parole, si
suggeriscano rimedi, purtroppo poco si fa in pratica, risultando in costante aumento. Nessuno nega che
l’adolescenza sia un periodo difficile, età di crescita e formazione della
personalità (il mio ultimo post è del Novembre 2015: http://amicomario.blogspot.it/2015/11/adolescenza-sempre-piu-rischio-fumo.html
), ma i fatti recenti, in particolare l’ultimo, quello del tentato suicidio
di una dodicenne, che ha toccato profondamente non solo la comunità locale dove è
avvenuto ma l’intera nazione, mi fa riprendere oggi l’argomento con Voi.
L’episodio a cui facevo
riferimento, che ha interessato Chiara (nome di fantasia per ragioni di
privacy), la ragazzina dodicenne che nei giorni scorsi ha cercato di uccidersi
lanciandosi dal secondo piano della palazzina dove abita a Pordenone, trae la
sua origine proprio dall’essere rimasta vittima di presunti atti di bullismo.
Il grande Cancan scoppiato in seguito al terribile fatto che ha messo in
pericolo la vita dell’adolescente, dimostra a che livelli, ormai, è arrivata
questa forma di violenza fisica e morale. Fatti come questo devono portarci a
riflettere in modo serio sulla pericolosa escalation della violenza giovanile,
fenomeno che, complice anche la sempre più ampia diffusione dei “social”, non
può più essere sottovalutato.
Questo
fatto, simile a molti altri che quotidianamente avvengono senza troppo
clamore, è forse solo il più eclatante. Secondo quanto hanno dichiarato alcuni amici della ragazzina, nella
scuola frequentata sarebbero state attivate un paio di “chat di gruppo
scolastico”, nate con l'intento di cementare l'amicizia e di scambiarsi compiti
e opinioni. Probabilmente proprio su queste chat potrebbero essere apparsi i
messaggi molesti o ritenuti tali, anche se i compagni di classe lo negano. Il
padre della dodicenne, sconvolto dal fatto, sembra sia caduto dalle nuvole, avendo
dichiarato di non essersi mai accorto delle difficoltà della figlia, nonostante avesse
con lei un ottimo e confidenziale rapporto. Interrogato dalla Polizia avrebbe
confermato di essere venuto a conoscenza solo a posteriori dell'esistenza di
alcuni messaggi, considerati genericamente molesti, ma dalla figlia ritenuti
talmente angoscianti, da portarla a covare propositi suicidi.
Riflettendo sul fatto,
mi ha sconcertato soprattutto il fatto che il padre, scopre “solo
a posteriori” le inquietudini della figlia adolescente. "Sembrerà incredibile -
si è confidato -, ma i genitori sono sempre gli ultimi a sapere. Sebbene ci sia un
rapporto continuo di confidenze giornaliere, esisteva un malessere che ci
sfuggiva e che abbiamo appreso solo nella tragica mattina di ieri, che non
potrò mai più scordare in vita mia". Da parte sua, la Presidente
del Consiglio di Istituto ha ricordato come la scuola da anni promuova progetti
di prevenzione del disagio, del bullismo e della dispersione scolastica,
mettendosi a disposizione delle famiglie e dei minori; "ma in questo specifico caso
– ha commentato - non erano state ravvisate segnalazioni o
situazioni che lasciassero presagire non solo il tragico epilogo, ma nemmeno
l'esistenza del problema".
Fortunatamente ora la
bimba sta bene: Il padre ha rassicurato tutti sulle condizioni di salute di sua
figlia; gli stessi medici stanno valutando il decorso dei vari traumi e
decideranno nei prossimi giorni come dovrà essere operata per ricomporre la
frattura ai talloni causata dalla caduta. La ragazzina, una volta dichiarata
fuori pericolo, dopo il ricovero nell'ospedale di Udine, ha dichiarato: “Mi
dicevano: ucciditi! Perché non ti uccidi?", Ora la Procura dei
minorenni di Trieste sta cercando di comprendere cosa sia davvero successo
nell'Istituto frequentato dalla giovanissima vittima, che sarà ascoltata in una
audizione protetta e videoregistrata soltanto quando sarà dimessa.
Le indagini avviate
dalla Polizia di Stato sui presunti episodi di bullismo di cui sarebbe rimasta
vittima, potrebbero portare a sviluppi inattesi: poiché gli autori
del grave fatto di bullismo molto probabilmente sarebbero minorenni, l’eventuale
responsabilità si allargherebbe ai genitori dei ragazzi compagni di classe e
dei coetanei della vittima; responsabilità derivante dal mancato controllo
esercitato sui figli minori. Già sarebbe stato rilevato che le utenze
utilizzate da alcuni dei ragazzini, presunti autori delle frasi moleste nei
confronti della 12enne, sono intestate ai loro genitori, i quali pertanto non
avrebbero esercitato il necessario controllo sugli strumenti di comunicazione
messi a disposizione dei ragazzi.
Si, cari amici, quando
sostengo che il mestiere di genitore è senz’altro il più difficile del mondo,
non credo proprio di sbagliarmi. I genitori sono tenuti anche legalmente a
“vigilare” costantemente sul comportamento dei propri figli, e, in caso di
inadempienza, rischiano una denuncia per omessa vigilanza! "L'omessa
vigilanza è connessa con la responsabilità genitoriale - commenta
l'avvocato Giorgio Vaccaro, esperto di diritto di famiglia - se un figlio commette un reato, questo viene
addossato al genitore”.
Ebbene, amici miei, a
prescindere dai risvolti legali o giudiziari, una cosa è certa: dobbiamo
riflettere seriamente su comportamenti così devianti, e, soprattutto, trovare
soluzioni educative più consone per far sì che certi comportamenti anomali dei
giovani vengano evitati, cercando di educarli responsabilmente fin dalla più
tenera età. Non è la prima volta che lo dico: le responsabilità di crescita e
formazione dei nostri ragazzi sono equamente divise tra famiglia, scuola e
società. Da tempo, però, a ben guardare tutti hanno praticamente abdicato al
loro ruolo: in primis i genitori, che pur di far sembrare i propri figli
migliori di quelli degli altri, concedono loro tutto, anche quando non lo
meritano; a seguire la scuola, che, anche a seguito del lassismo dei genitori, da
tempo non esercita più la sua forte e determinante funzione educativa (si
limita ad impartire il nozionismo), di guida e indirizzo; infine la Società,
che continua a non preoccuparsi (né con normative né con supporti di sostegno)
di creare quelle strutture adeguate a consone, indispensabili per una sana e
corretta educazione dei giovani, indirizzandoli al pieno rispetto delle regole della
vita sociale.
Nel post di ieri,
dedicato alla “4^ rivoluzione industriale” ormai in atto, ho sostenuto che è
urgente e necessario un serio
ripensamento degli attuali modelli sia lavorativi che sociali, e la stessa
cosa penso oggi, per quanto riguarda l’eduzione dei nostri giovani. Solo se
all’interno della famiglia i genitori riprenderanno ad applicare una “vera
educazione” senza compromessi, solo se la scuola riprenderà ad essere quella
vera “palestra” formativa di vita, in stretta correlazione sia con la famiglia
che con la società di appartenenza, solo allora potremmo davvero dire di aver
fatto tutto il possibile per educare al meglio i nostri ragazzi.
Grazie, amici, della
Vostra attenzione. A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento