Oristano
2 Gennaio 2015
Cari amici,
chissà se quest’anno si
riuscirà a varare il progetto della rivoluzionaria nuova Carta d’Identità
elettronica. Il progetto, in effetti, non è tanto nuovo: era stato previsto già nel
1997 dalla legge Bassanini, con applicazione a partire dal 1º Gennaio del
2006, e allora creò non poche perplessità, sia operative che di privacy. Tuttavia, in
alcuni Comuni-campione (che ricevettero nel 2002 le apparecchiature necessarie per il suo rilascio) l’esperimento fu portato avanti e la normale Carta d'Identità
su supporto cartaceo, fu di volta in volta sostituita, all'atto della richiesta
del primo rilascio o del rinnovo del documento, dalla carta d'identità
elettronica (articolo 7-vicies ter del decreto-legge 31 gennaio 2005, n. 7,
convertito della Legge 31 marzo 2005 n. 43).
Nonostante l’apparente
scarso gradimento generale, alcuni Comuni lungimiranti (non essendo la
distribuzione della CIE, Carta d’Identità
Elettronica, diffusa in tutto il territorio nazionale), stabilirono di propria
iniziativa e a proprie spese, di entrare nel gioco, unendosi agli iniziali Comuni-campione.
In questo modo, alla fine del 2009 furono messe in circolazione ben 1,8 milioni
di CIE, da parte di circa 180 Comuni italiani. Da premettere che la carta
d'identità elettronica è uno degli strumenti principali previsti dal Codice
dell'Amministrazione Digitale per l'accesso ai servizi web erogati dalla Pubblica
Amministrazione.
Ora, a distanza di
quasi vent’anni dalla prima ideazione, e soprattutto dopo gli esperimenti rivelatisi
poco entusiasmanti, il Governo Renzi ci riprova! Elaborato dal Ministero dell’Interno,
di concerto con i Ministeri dell'Economia e Finanze, della Semplificazione e
della Pubblica amministrazione, il progetto della Carta d'Identità elettronica,
con il Decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 30 Dicembre 2015, cerca di riprendere
il suo corso. Il decreto, che ha stabilito le nuove regole di emissione della nuova Carta d'Identità da
parte dei Comuni, ha previsto anche che, presso il Viminale, fosse istituita
una Commissione Interministeriale per monitorare le varie fasi della
realizzazione del progetto.
Nel nuovo documento,
nettamente più sofisticato rispetto a quello attuale (integrato con microchip e
Pin, necessario per la fruizione dei servizi che richiedono l'autentificazione
in rete), non ci saranno solo i dati anagrafici, come in quello tradizionale,
ma anche molte altre informazioni come, ad esempio, le impronte digitali
(esclusi i bambini) e il dato (facoltativo) relativo alla volontà di donazione
o diniego di organi o tessuti. Proprio la presenza di un sofisticato microchip ha
consentito al documento di essere arricchito con un numero maggiore di dati: vi
saranno, ad esempio, anche i nomi dei genitori del titolare e il codice
fiscale. La CIE, inoltre, sarà realizzata a prova di falsificazione: verranno
utilizzate le tecniche tipiche delle carte valori e sarà dotata di un
microprocessore per la memorizzazione dei dati.
La richiesta di
rilascio viene, come d’uso, presentata dal cittadino all'ufficio anagrafico del
Comune di residenza o al Consolato, se residenti all'estero; sia il Comune che
il Consolato acquisiscono direttamente "dal richiedente gli elementi
biometrici primari" e "secondari", "la firma" e, per i
soli maggiorenni, il "dato facoltativo relativo alla volontà di donazione
o diniego di organi e tessuti" in caso di morte. Chi intende modificare la
volontà precedentemente indicata può farlo contattando l'Asl di appartenenza,
le aziende ospedaliere, gli ambulatori di medicina generale o i centri
regionali per i trapianti.
Stabiliti tempi brevi
anche per il suo rilascio: la consegna della CIE è prevista “entro 6 giorni lavorativi"
dalla richiesta del cittadino. Una delle novità sostanziali del nuovo documento
è il così detto “cartellino elettronico”; il Centro Nazionale Servizi Demografici
(al quale potranno accedere le Questure) contiene le informazioni anagrafiche,
la fotografia e la scansione della firma autografa del titolare del documento.
Tutti dati utili e disponibili in tempo reale.
Il Governo Renzi, per
la concreta riuscita del progetto, ha predisposto lo stanziamento di un fondo
ad hoc, anche se la CIE, secondo alcuni, potrebbe anche non decollare. Il
motivo è presto detto: il Decreto non prevede l’obbligatoria emissione del
nuovo documento. Una delle note negative dell’istituzione della CIE è che l'articolo
4 del Decreto, anziché renderla obbligatoria, consente al cittadino, all’atto
della richiesta del rilascio o del rinnovo, di optare ancora per il mantenimento
del vecchio sistema. Non è possibile, infatti, sapere se la gente si vorrà dotare
del nuovo documento digitale, oppure se preferirà mantenere quello cartaceo.
Cari amici, come ben
sappiamo ogni innovazione crea molte ansie e non pochi problemi, nella convinzione che
tutte le innovazioni, in particolare quelle elettroniche, sono capaci di
violare sempre di più la nostra privacy. Io credo che di questi tempi, nei
pubblici documenti il maggior numero di dati possibili sia – per le persone
oneste - più un vantaggio che uno svantaggio, se non abbiamo niente da
nascondere! Certo, con i tempi che corrono…
Grazie amici, a domani.
Mario
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