Oristano
29 Gennaio 2016
Cari amici,
Secondo CREDITSAFE, la società internazionale specializzata
in analisi societarie e che opera sul mercato fornendo “valutazioni di rischio
di credito aziendale”, fondamentali per prendere le decisioni migliori prima di
intraprendere rapporti commerciali, nello stendere il rapporto (annuale) 2015
ha messo in luce che l’isola, relativamente alla ‘vitalità imprenditoriale’, è
tra le zone meno dinamiche del territorio nazionale. La maglia nera la
conquista la Provincia di Oristano, che sprofonda a -18% di nuove aperture; sempre
in negativo, anche se con percentuali minori, le Province di Cagliari (-3%) e
Nuoro (-2%), mentre “regge” (si fa per dire) solo la Provincia di Sassari che,
pur non crescendo, almeno resta stabile.
Che la vocazione
imprenditoriale dei sardi non sia mai stata particolarmente frizzante è cosa
nota, ma in determinati momenti era sembrato che, anche se lentamente, qualcosa
stesse cambiando in meglio. Ora, forse complice anche la crisi devastante che
imperversa, la Sardegna si conferma una Regione dove non solo non nascono nuovi
imprenditori, ma alcuni di quelli in attività chiudono bottega. A dirlo
chiaramente sono i dati sul numero di aziende commerciali nate nel 2015
raccolti da CREDITSAFE. L'indagine, rielaborata dal quotidiano Il Sole 24
Ore, ha suddiviso l'Isola nelle quattro province storiche, registrando per
ognuna nel 2015 un tasso di natalità imprenditoriale negativo o pari a zero
rispetto all'anno precedente, in prima linea quello
record riportato dall'Oristanese con
un -18%. Insomma, la crisi sembra avere ulteriormente spento lo scarso
spirito imprenditoriale dei sardi, nonostante il boom turistico che si era
affacciato e un positivo, anche se modesto, ritorno dei giovani all’attività
agricola.
Il caso Oristano, poi, è particolarmente significativo in quanto il suo exploit in negativo è riuscito a
conquistare addirittura l'ultimo posto in classifica tra tutte le Province italiane!
Oristano, dunque, Provincia seduta nel gradino più basso, dimostrando di essere quella che presenta la minore
vocazione imprenditoriale di tutte le altre, staccando di parecchi punti
percentuali quelle di Trapani (-8% di aziende nate), Alessandria (-10%) e
Bolzano (-11%). Al contrario, tra le Regioni con maggiore crescita, primeggia, invece,
la Toscana, dove la Provincia di Grosseto, ha registrato un boom di nuove
aziende pari ad un + 22%, quella di Pistoia un incremento di un +
12% e quella di Siena un aumento dell’11%.
Lo studio effettuato da
Creditsafe esaminando i settori commerciali più graditi per avviare nuove attività, ha visto in testa il
settore della ristorazione, con in testa l’apertura di esercizi commerciali di bar-caffè,
seguito dai ristoranti; subito dopo segue il settore edilizio, guidato dalle
imprese di edilizia abitativa, mentre risultano più staccate le attività di
servizio alle imprese. Quanto alle altre professioni risultano ‘vivaci’ anche quelle
che erano sembrate ‘appannate’ negli ultimi anni, come elettricisti, idraulici,
parrucchieri e barbieri. Buoni trend di
crescita hanno presentato anche le attività legate alle ‘nuove tecnologie’,
avviate soprattutto da giovani imprenditori. Tra i settori ancora in positivo
primeggiano in modo particolare le attività di lavorazione dei minerali (+700%),
quelle delle lavorazioni orafe (oro, argento e pietre preziose, con un + 613%),
quelle tessili (tappeti +500%), e quelle delle telecomunicazioni e pelletteria
con un + 400%.
Cari amici, analisi di
questo tipo credo debbano far riflettere molto, in particolare noi sardi. Io su questo blog
cerco di parlare spesso di Sardegna (dei suoi mali e delle sue debolezze),
evidenziando in particolare il suo antico e purtroppo anche attuale “stato di
colonia”, mai definitivamente accantonato pur perdurando da secoli. Anche oggi
l’Isola risulta “abbandonata” da parte di un’Italia che, evidentemente,
continua a considerarla una Regione di serie B. Sembra che i sardi non siano considerati
cittadini con la stessa importanza di quelli allocati al Centro o al Nord, Regioni
più ricche e popolose, meglio supportate dal Governo nazionale. Se poi pensiamo
che anche le modeste strutture che fino ad oggi hanno rappresentato l’unità
nazionale, ovvero la presenza dello Stato sul territorio, lentamente ma
inesorabilmente stanno chiudendo, allora ne abbiamo proprio la certezza: in campo nazionale non
contiamo praticamente nulla.
Prendiamo atto, dunque, che Oristano secondo
queste ultime statistiche, è considerata imprenditorialmente
l’ultima in classifica tra le Province italiane! Cosa potevamo aspettarci,
cari amici, dopo lo smantellamento del territorio messo in atto dallo Stato
centrale? Dopo la chiusura della filiale della Banca d’Italia, della Tesoreria
Provinciale dello Stato e della quasi certa chiusura della Camera di Commercio,
del Tribunale, della Prefettura (e, conseguentemente della Questura e di tutta
una serie di altre strutture legate alla rappresentanza dello Stato), oltre che
al ventilato accorpamento delle Aziende Sanitarie Locali (ASL) con unica
struttura nel capoluogo, potevamo, forse, aspettarci una sorte migliore? Quelle che oggi tocchiamo con mano sono solo le prime conseguenze dell’abbandono, e chissà cosa verrà ancora!
Nel deserto, lo
sappiamo tutti, è difficile vivere, figuriamoci avviare nuove imprese…
Grazie, amici, a
domani.
Nessun commento:
Posta un commento