Oristano
30 Gennaio 2016
Cari amici,
nel mondo c’è tanto
bisogno di energia pulita! Non è un semplice slogan questo, ma una concreta e
urgente realtà. Ormai le fonti fossili, quelle non rinnovabili, hanno talmente
inquinato il pianeta che ogni ulteriore utilizzo non può che continuare a
creare danni incalcolabili. Eppure l’energia pulita esiste, e anche in grande
quantità! Da quella idroelettrica a quella prodotta dal vento e dal sole, per
arrivare a quella straordinariamente grande anche se poco utilizzata: quella
del mare. Eppure, per ora, non riusciamo a “staccarci” dalle fonti sporche
(petrolio e carbone), che continuiamo a voler “bruciare” nonostante mettano a
repentaglio anche la nostra stessa sopravvivenza sulla terra.
Il mare, dunque, nuova fonte
esauribile di energia pulita che potrebbe consentirci di vivere un mondo migliore.
Il Dottor Gianmaria Sannino, oceanografo dell'ENEA e grande esperto del
settore, intervistato dalla giornalista Chiara Agresta, circa la situazione
attuale in Italia in materia di energia dal mare, ha sostenuto che il
mare è una grandissima fonte di energia. “Nei mari italiani le due fonti di energia
più interessanti sono l’energia delle onde generate dal vento, e l’energia
delle correnti di marea generate dall’attrazione sole-luna sulla Terra”,
ha detto. L’Italia, ha aggiunto, ha poi un posizione invidiabile e molto
felice, in quanto non tutti possono disporre di fonti di possibile energia ricavata
dal mare come noi. Nel Mediterraneo sono presenti molte zone interessanti per
estrarre energia dal mare, utilizzando sia il movimento ondoso di superficie
che quello delle correnti marine sottostanti.
“L’ENEA si sta
occupando di valutare il reale potenziale presente nei nostri mari – ha
detto Sannino - Noi siamo oceanografi, fondamentalmente quindi abbiamo a disposizione
una serie di elementi di modellistica per fare simulazioni numeriche con le
quali riusciamo a fornire dettagli estremamente puntuali delle quantità di
energia. Fino adesso abbiamo realizzato delle mappe di energia sulla base di 15
boe sparse in tutta Italia che ci danno informazioni su come oscilla il mare, e
da queste informazioni si può calcolare l’altezza d’onda media. Uno dei posti
più interessati dal punto di vista delle onde è la Sardegna occidentale ad
esempio, che in questo momento è monitorata da un'unica boa”.
Cari amici, nel mondo è
partita già una corsa frenetica a trovare soluzioni per “estrarre” questa
immensa energia pulita dal mare. L’Italia, con grande inventiva, cerca di fare
la sua parte. Al Politecnico di Torino, per esempio, si sta sperimentando ISWEC (Inertial Sea Wave Energy
Converter), un innovativo dispositivo capace di convertire l’energia del moto
ondoso dei mari in energia utile. Il convertitore, messo a punto dai
ricercatori del Politecnico, in partenariato con Aris spa, è stato realizzato
per lo sfruttamento delle onde del Mar Mediterraneo e, quindi, adattabile anche
in altri mari chiusi.
L’ISWEC è costituito da
un gruppo giroscopico, alloggiato
all’interno di un galleggiante ormeggiato sul fondale marino, in grado di
generare energia pulita in assenza di organi in moto in acqua, quindi senza
impatto ambientale e adattabile alle diverse condizioni d’onda. Dalle prime
analisi di produttività è emerso che l’installazione di un parco di 1 MW di
potenza potrebbe produrrebbe circa 2.600 MWh/anno a Pantelleria, 3.110 MWh/anno
ad Alghero e 2.080 MWh/anno a La Spezia. I positivi risultati dell’attività di
ricerca hanno portato alla costituzione di uno spin off del Politecnico di
Torino (Wave for Energy srl) che si occuperà della successiva fase operativa.
Fuori dall’Italia si
effettuano altri grandi esperimenti, uno dei quali, definito “rivoluzionario”, è
in atto in Svezia. La società svedese Seabased AB ha di recente annunciato di
aver avviato il più grande impianto al mondo per la produzione di energia sfruttando
il movimento delle onde del mare. Il sistema, ribattezzato Sotenas Wave Energy,
è stato installato al largo della costa occidentale del Paese nei primissimi
giorni del 2016 e, dopo circa 10 giorni, sta per raggiungere il suo primo
megawatt di potenza. Stando a quanto annunciato dalla società un quadro di
distribuzione sottomarino da 120 tonnellate è stato collegato alla rete
elettrica nazionale tramite un cavo subacqueo lungo 10 chilometri. L’estrazione
dell’energia avviene grazie al moto ondoso, sfruttando il sollevamento e
l’abbassamento di un oggetto in galleggiamento simile a una boa.
In Inghilterra, invece,
il segreto per catturare energia dalle onde del mare è abbastanza curioso: ha
la forma di un serpente di gomma lungo 200 metri e largo 7 chiamato «Anaconda».
Il sistema, ancora in fase di prototipo, è molto innovativo: dal design
(semplicissimo) al materiale plastico utilizzato, fattori che rendono molto
economica la realizzazione e il mantenimento della struttura. La potenza
teorica è di 1Mw, ovvero il consumo di energia elettrica di 2000 case. Anche il
Portogallo si muove nella stessa direzione: da qualche mese, vicino a Porto,
galleggiano tre serpenti marini rossi; questi serpenti portoghesi pesano 700 tonnellate ciascuno, per 142 metri
di lunghezza e 3,5 metri di diametro. Il meccanismo di funzionamento è molto
simile a quello di «Anaconda», ma l’apparato è realizzato in metallo: ci sono
voluti mesi di lavoro e due anni per assemblarlo. La tecnologia utilizzata è
scozzese, del gruppo Ocean Power Delivery. L'investimento iniziale è stato di
8,2 milioni di euro, finanziato da Enersis, società portoghese controllata
dalla spagnola Endesa, che a sua volta fa capo all'italiana Enel. Enersis
investirà oltre un miliardo di euro in una serie di impianti, capaci di fornire
elettricità a 450mila abitazioni.
Anche in mari lontani
si cerca l’energia pulita ricavata dal mare: l’Australia, per esempio, si è
lanciata a capofitto in questo settore. Il rivoluzionario sistema, ideato
dall’azienda Canergie, e che si collega direttamente alla rete elettrica (il
progetto è costato circa 70 milioni di euro), consiste in un apparato di pompe
sommerse che sfrutta la pressione dell’acqua per far funzionare le turbine
idroelettriche posizionate a terra; anche questo è un impianto a emissioni zero,
in grado di generare energia elettrica per circa 2000 famiglie.
Cari amici, questi sono
solo gli esempi più eclatanti della miriade di sistemi che si stanno approntando
e sperimentando per catturare l’immensa energia nascosta nei nostri mari e che
ancora non ci siamo decisi a sfruttare in grande stile. Credo che gli sforzi
futuri che il mondo deve assolutamente fare debbano essere concentrati sulle
energie pulite, abbandonando il più in fretta possibile le fonti energetiche
inquinanti. E’ un dovere che l’uomo di oggi deve alle generazioni future, perché
ne va di mezzo la salvezza del pianeta. Il futuro del nostro mondo passa
certamente da questa strada.
Grazie amici, a domani.
Mario
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