Oristano
17 Dicembre 2014
Cari amici,
la crisi economica non
attanaglia solo l’Italia, ma tanti altri Paesi della Comunità Europea, e
l’Inghilterra non ne è certo immune. Anche se la Gran Bretagna, a differenza
del nostro Paese, pare stia già sta uscendo dalla crisi economica, in molte
zone, soprattutto quelle più povere del regno di Sua Maestà, si continua a
“fare la fame”, e l’affermazione non è una metafora. Nei piccoli centri, dalle
aree rurali a quelle industriali, arrivare a fine mese per le famiglie è
tuttora un'impresa da equilibristi e spesso e volentieri il frigorifero resta
vuoto.
Anche gli Inglesi,
quanto a fantasia, non sono secondi a nessuno. Ecco allora “inventarsi” un “Community Shop”, che noi potremo
meglio definire “Supermarket Sociale”. Uno di questi è stato appena inaugurato
a Goldthorpe, nei pressi di Barnsley nello Yorkshire del Sud, interamente dedicato
ai nuovi poveri. Il cibo e le bevande provengono dal surplus delle grandi
catene di distribuzione e hanno un prezzo scontato di ben il 70 per cento. Il negozio è il primo ad aprire i battenti nel
Regno Unito e funge da progetto pilota,
nell'ottica di realizzare in futuro molti altri centri in tutto il Paese. La
società Company Shop Group, l’azienda che ha aperto il supermercato, spiega di
voler così aiutare le decine di migliaia di famiglie in difficoltà economica nel Regno
Unito, aggiungendo anche che ogni anno l’Inghilterra butta via molte tonnellate di cibo: il 10% del quale finisce nella spazzatura solo per errori di
confezionamento o di etichettatura.
Il Community Shop
(letteralmente il negozio della Comunità) è un nuovo passo avanti sulla strada
della distribuzione discount, basata finora su prodotti senza logo o che
presentano imperfezioni nel confezionamento e via discorrendo, e che per questo
possono essere acquistati a prezzi inferiori. Ma questo “supermercato per
poveri” va oltre il semplice discount, ed è proprio questa la sua novità. I
prodotti venduti costeranno sette volte meno di quelli che si trovano sugli
scaffali delle grandi catene, ma sono praticamente identici e non presentano
imperfezioni. Solo qualche data di scadenza più ravvicinata. Il cibo al prezzo
super scontato è fornito dalle catene più importanti della grande distribuzione
inglese: Marks and Spencer, Asda, Tesco, Morrisons, The Co-operative, Ocado,
Innocent, Brake Brothers, Nestlé and Muller.
Una cosa importante va
precisata: il negozio non è un centro di distribuzione gratuita di alimenti: i
clienti passano alle casse e pagano (anche se poco), e in questo modo anche le
persone in difficoltà sentono di poter preservare la propria dignità. Cosa non
di poco conto! Ovviamente, per evitare
l'arrivo a frotte di consumatori che vogliono acquistare alimenti a prezzi
stracciati, non tutti hanno la possibilità di accedere alle casse del
supermercato sociale di Goldthorpe, che è una delle aree più povere del Paese.
In questa prima fase del progetto potranno fare la spesa solo gli abitanti di
determinate aree della città, in base alla loro residenza e a un certificato
che attesta che sono già coperti da sussidio di Stato.
La membership (coloro
che sono autorizzati ad usare il market) si rinnova ogni sei mesi, e viene preso in
considerazione solo chi è motivato dalla voglia di migliorare la propria vita.
E’ questo un modo per incentivare chi è provvisoriamente in difficoltà
economiche, ma è pronto a reagire e a continuare la ricerca per un nuovo lavoro. In futuro il Governo
prevede l'apertura di altri market similari in altre aree "depresse",
non da ultimi alcuni quartieri di Londra, anche se per ora tutti gli occhi sono
puntati su Goldthorpe.
Oltre al cibo a basso
costo, il negozio della Comunity Shop offre anche programmi di sostegno
finanziario per le famiglie in difficoltà: come corsi su come gestire il budget
mensile e su come cucinare sprecando meno. Insomma, l’intelligente operazione
portata avanti dal Premier inglese David Cameron non è solo un “riempire il carrello con un costo moderato”, ma
anche qualcosa di più: un serio programma di sostegno che si chiama “The Success Plan” e fornisce consigli
utili per sentirsi più sicuri di se stessi, imparare a gestire il proprio
denaro, scrivere un CV e perfino un aiuto per imparare a cucinare cibo sano
risparmiando. Insomma, il Regno Unito sta superando la crisi, ma intanto si
addestra a una nuova etica del consumo, bandendo gli sprechi e educando il
consumatore di oggi e di domani.
Cari amici, la nuova
ricetta inglese credo stia percorrendo la strada giusta. Fare la spesa
spendendo il 70% in meno, comprare cibo locale, ricevere consigli su come
risparmiare senza farsi mancare niente, ricevendo anche sostegno per poter tornare presto a lavorare, non è
certo una cosa da poco. Credo che una così brillante iniziativa possa
seriamente essere esportata e attecchire bene anche da noi in Italia. Non
importa se l’idea è venuta prima ad altri: l’importante è che le buone idee
abbiano “buone gambe”, perché così possono camminare anche da sole!
Ciao, a domani.
Mario
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