Oristano
20 Dicembre 2014
Cari amici,
sul fatto che essere
genitori sia il mestiere più difficile del mondo, ho avuto modo di affermarlo
non poche volte, anche su questo blog. Sono tali e tanti i problemi, spesso
sempre nuovi, che un genitore deve affrontare che non basterebbe un libro per
raccontarli tutti. Una recente discussione con una coppia di amici mi porta
oggi a parlare con Voi di uno di questi problemi: le bugie. Parliamo delle bugie infantili, quelle che i bambini,
piccoli o adolescenti, usano principalmente per discolparsi. L’argomento delle
bugie però è ben più vasto, in quanto queste vengono utilizzate per le ragioni
più disparate, cercando soprattutto di travisare o ignorare la realtà.
Le bugie, come ben
sappiamo, possono avere molte origini e motivazioni. Tutti i bambini e gli
adolescenti prima o poi dicono qualche bugia, anche se non tutte le bugie hanno
lo stesso peso e non sempre si tratta di vere e proprie bugie. Cerchiamo,
dunque, di capire le ragioni per cui si mente e, soprattutto, come sarebbe
opportuno reagire di conseguenza. Partiamo
subito prendendo atto che i bambini ci guardano, e soprattutto ci “ascoltano”: essi sanno bene che anche
gli adulti spesso mentono. I genitori dovrebbero, cercare in tutti i modi di
non mentire mai ai figli, anche quando questi pongono loro domande difficili o
imbarazzanti. Se il genitore mente, il figlio si sentirà autorizzato a mentire
anche lui. La sincerità, così come la menzogna, i bambini la imparano molto in
fretta, spesso proprio dall'esempio dei genitori.
L'età in cui il bambino
inizia a distinguere “il vero dal falso”, la finzione dalla realtà, coincide con l'età della ragione, in genere
verso i sei sette anni. Solo a quest'età un bambino è in grado di mentire, al
fine di ingannare gli altri. Fino ai sei anni essi sono i primi a credere nelle
loro bugie: spesso dicono “non sono stato io!”, in quanto essi desiderano così
tanto non essere stati loro a combinare un guaio, che si convincono che basti
negare la realtà per sopprimerla. Man mano che i bambini crescono, però, si
rendono conto che negando la realtà essa non si cancella. Tuttavia anche le
bugie dei bambini più grandi risentono di un pensiero magico infantile. Quando
affermano il falso sono mossi dal desiderio che ciò che dicono sia proprio
vero. C'è una tendenza ad ingannare sé stessi prima ancora che gli altri
(autoinganno). In questo grande calderone di “bugie” possiamo dire che possiamo
classificarne diversi tipi: bugie di
discolpa, di calunnia, bugie consolatorie, vanterie.
La
bugia di discolpa. Non sono stato io, è la frase classica! Questa
tende a scomparire con la crescita del bambino; con il passare degli anni viene
rafforzato il senso di sé e il bambino acquisisce maggiore fiducia nelle sue
capacità. Si sente sereno nel riconoscere un proprio errore, una colpa, sapendo
che nulla è così grave da essere irreparabile. Se le bugie di
discolpa sono molto frequenti dopo i
sette anni vuol dire che il bambino ha paura delle punizioni, del giudizio
severo dei genitori e della loro disapprovazione. La bugia diventa una difesa,
in altre parole una reazione all'atteggiamento intransigente dei genitori. Per
questi bambini ammettere i propri errori significa deludere le aspettative dei
genitori e infrangere l'immagine del “bambino perfetto”, a cui i genitori tengono tanto. Meglio mentire
piuttosto che deludere i propri genitori.
La
Calunnia. Diversa, e più grave, è la calunnia: “non sono stato
io ma è stato lui!”. Si tratta di un comportamento antisociale nel senso che il
bambino nel tentativo di salvare se stesso cerca di “ribaltare la colpa” sull'altro.
Se il bambino ricorre spesso alla calunnia bisogna capire perché lo fa.
Bugie
di consolazione. Sono quelle dette dai bambini che “inventano
storie”: non per vantarsi ma per
consolarsi; è questo un sistema per trovare delle sicurezze e risolvere
situazioni difficili con un lieto fine. Si tratta di bambini che mentono perché
si sentono poco amati e apprezzati e soprattutto infelici. Si consolano con
delle bugie che raccontano a se stessi prima ancora che agli altri.
Le
vanterie. Sono le bugie dette per vantarsi, per “farsi belli”
di fronte agli altri, e che consentono di dare sfogo ai propri desideri di
grandezza. Più che di vere e proprie bugie si tratta di tentativi di modificare
la realtà, ricorrendo alla magia del pensiero e dell'immaginazione. Il bambino
decide di trasformare i suoi desideri in un racconto.
Come genitori, come
dovremo “responsabilmente” comportarci di fronte a questa grande diversità di
bugie? Quali rimedi adottare? Punire,
disapprovare, ignorare? La risposta non è certo facile. Considerato che
anche noi genitori diciamo spesso “bugie”, magari per convincere i bambini a
mangiare, andare a letto, smettere di giocare, oppure perché incapaci di dare
una sincera risposta ai loro quesiti, quale dovrebbe essere il comportamento
più consono da adottare di fronte alle loro bugie?
E' importante, innanzitutto,
che il genitore capisca cosa ha spinto il proprio figlio a “mentire”, ad agire
in quel determinato modo; ciò è necessario farlo senza alterarsi, agendo con
calma e cercando di ragionare insieme a lui, al fine di farlo riflettere.
Di
sicuro è più produttivo il dialogo, porre delle domande ai propri figli,
piuttosto che aggredirli con giudizi perentori che non lasciano via d’uscita.
E' necessario indurre il bambino (o
l'adolescente) ad assumersi le proprie responsabilità. I genitori non devono
mai dimenticare che il loro atteggiamento influisce sul comportamento dei figli
e che la disapprovazione e il silenzio, spesso, sono più efficaci delle
punizioni. Il consiglio migliore per
tutti i genitori è quello di ragionare, evitando di reagire con collera o con
le prediche.
Cari amici, la
pazienza, quando si è genitori, non è mai troppa. Di fronte a qualsiasi bugia bisogna
spostare l'attenzione sui fatti che l’hanno generata. Nel momento in cui poi il
proprio figlio dovesse ammettere con sincerità di aver sbagliato a mentire, mai
punirlo, ma, col dialogo, fargli capire la leggerezza usata. Punendolo, il
bambino (o l'adolescente), capirebbe che è da stupidi dire la verità e che, invece, è da furbi mentire!
Che dite, amici, è
davvero difficile trovare le parole giuste in momenti in cui la collera si
impadronisce di noi, senza scampo. Eppure è necessario farlo: prima di reagire,
riflettere sempre, senza paura. Non scordiamoci mai l’antico proverbio che “La calma è la virtù dei forti”!
Ciao, a domani.
Mario
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