Oristano
7 Dicembre 2014
Cari amici,
la notizia, riportata
sia dalla Nuova Sardegna che dall’Unione Sarda, i due principali quotidiani
regionali, non lascia adito a dubbi: è stata scoperta nell’Isola la prima pianta carnivora “made in Sardinia”. E’
certamente una scoperta senza precedenti! Insomma, una pianta che cattura gli insetti e
se ne ciba: prima d’ora una pianta del genere non era mai stata rinvenuta in Sardegna.
A farlo è stata un’équipe dell’università di Cagliari, guidata dal professor Gianluigi Bacchetta, docente di
botanica e responsabile del Centro di conservazione delle biodiversità nell’Ateneo
isolano. Il botanico Bacchetta, autore dell’eccezionale
scoperta, in un'intervista, ha detto: « è progenitrice di altre specie, è
rarissima»!
Questa pianta carnivora
“endemica della Sardegna” è stata ribattezzata Pinguicula Sehuensis. Il ritrovamento, infatti, è stato fatto sui
monti di Montarbu, nel territorio di Seui, località ricca di specie autoctone,
molte delle quali vere e proprie sorprese. Questa pianta carnivora, come spiega
il professor Bacchetta, “cattura gli insetti rilasciando sulle
foglie una sostanza mucillaginosa e poi li assorbe lentamente per degrado
progressivo”. Si tratta di una scoperta sensazionale, in quanto le
più importanti piante carnivore si trovano in altre parti del pianeta ben lontane dalla nostra
Isola! Nessuno, certo, si aspettava di trovarne una in Sardegna. In precedenza solo
nella vicina Corsica fu reperita una specie carnivora, la Pinguicula Corsica,
ma questa pianta differisce sensibilmente dalla specie rinvenuta in Sardegna.
Phytotaxa,
la più prestigiosa rivista scientifica internazionale di botanica, ha
pubblicato un bell’articolo su questa scoperta e sulle modalità con le quali
questa pianta riesce a sopravvivere intrappolando gli insetti. Nell’articolo, insieme
alla firma del professor Bacchetta, appaiono quelle di Marcello Cannas e di Lorenzo
Peruzzi, che spiegano com'è fatta la pianta: alta tra gli 8 e i 14 centimetri,
con una rosetta di foglie basali di una decina di centimetri; la piantina appare poco presente, per cui risulta
molto rara, quindi in sicuro pericolo di estinzione. Sui tacchi del Montarbu di Seui, nonostante le ricerche, ne sono state rinvenute meno di un migliaio. Pianta sicuramente da proteggere, perchè la pianta carnivora di Seui – secondo i
ricercatori – "è da inserirsi fra le specie rare e antichissime che fanno della
nostra Isola, un vero e proprio paradiso botanico".
Preoccupa molto i nostri ricercatori il
fatto che la Pinguicula Sehuensis, da poco scoperta, sia così poco presente e quindi ad alto rischio di estinzione. Pensate che a tutt'oggi sono solo 14 le specie “carnivore” classificate in Italia, di cui 10
sono endemiche. La “nostra” Pinguicula Sehuensis, dagli studi, risulta che si
nutre di ragni, mosche, api e farfalline che intrappola grazie ad una sostanza
mucillaginosa che riveste le foglie. Il territorio di Seui, fra i più incontaminati, si conferma
particolarmente ricco sotto il profilo botanico: già felicemente noto finora soprattutto
per la Peonia Morisii o “s’orroa de monti”, raro endemismo del suo territorio.
Al lavoro scientifico
del prof. Gianluigi Bacchetta e della sua equipe hanno dato prezioso apporto,
oltre il Centro di conservazione delle Biodiversità e Scienze dell’Ateneo
cagliaritano, il Dipartimento di Biologia dell’università di Pisa. «La
Pinguicula Sehuensis appartiene a un genere mai notato e mai descritto prima in
Sardegna», commenta il prof. Bacchetta, che per primo l’aveva già avvistata
già nel 2012; solo nei mesi successivi, però, sino all’autunno di quest’anno, ha
avuto modo di esaminarla a fondo e capire meglio il meccanismo di assorbimento
dei residui d’insetti dei quali si nutre.
«Dall’analisi dei suoi
cromosomi è risultato che la pianta è di un tipo ancestrale: la possiamo
considerare la madre di una serie di esemplari della stessa specie»,
spiega ancora il botanico, sottolineando come anche quest’aspetto contribuisca
a dare un valore unico alla scoperta. Ragion per cui, la piantina
carnivora di Seui s’inserisce in quel filone di specie rare e di antichissima origine,
che fanno della Sardegna un paradiso botanico da proteggere e preservare al
meglio.
Cari amici, questa
sensazionale scoperta rappresenta un’ulteriore testimonianza dell’immenso valore del
patrimonio ambientale di cui la Sardegna è dotata. Spesso, però, di questo
grande tesoro poco ci curiamo e, spesso, addirittura cerchiamo di “svenderlo”,
come abbiamo provato a fare, anche di recente, con la tentata vendita ad una
multinazionale olandese di semi di antiche piante endemiche della nostra Isola.
Sta soprattutto a Noi Sardi difendere la nostra biodiversità, e preservarla dai
continui attacchi che ogni giorno deve subire da chi ha, nei confronti della nostra Isola,
forti interessi “predatori”.
Se non salvaguardiamo
il nostro territorio, non riusciremo a preservare noi stessi! Pensiamoci,
nessuno si può escludere da questa responsabilità.
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento