Oristano
21 Dicembre 2014
Cari amici,
ieri ho parlato di
Genitori e di bugie, in particolare quelle dette dai loro figli adolescenti. Il
difficile mestiere di genitore deve quotidianamente affrontare anche un altro
difficile problema: quello dello “svezzamento”, ovvero quello di creare nei
giovani che crescono la necessaria autonomia. Ebbene, gli esiti di un recente
studio indicano che gli eccessi di “protezione”, spesso utilizzati, anziché
giovare alla loro formazione e quindi a creare in loro quella giusta autonomia
e senso di responsabilità, possono creare al contrario maggiore insicurezza,
facendo aumentare la loro ansia.
Lo studio mette in luce
che non pochi genitori rischiano con il loro comportamento di peggiorare la formazione
autonoma dei loro figli, cadendo in quella che i ricercatori chiamano la
"trappola della protezione". In sostanza, profondendo loro un eccesso
di attenzione, creando intorno a loro una specie di “campana di vetro”, altro
non fanno che aumentare la loro ansia nei confronti del mondo esterno. Privandoli
dunque di quelle esperienze che, avrebbero messo a dura prova la loro capacità
di reagire alle avversità esterne, li rendono meno forti, meno capaci di
maturare la loro sicurezza e autonomia.
"Quando i genitori
cercano di aiutare i loro figli ansiosi, fanno un sacco di cose ",
ha detto Armando Pina, professore associato di psicologia dello sviluppo
infantile presso l'Arizona State University, che ha partecipato allo studio
prima indicato. "Alcune di queste sono positive, come la promozione del coraggio
con calore e gentilezza. Altre sono meno efficaci, come la super-protezione
intesa a evitare le difficoltà del mondo esterno, una tutela controproducente
che genera ancora più ansia".
Questa iper protezione
può portare ad altri problemi, ha osservato uno degli esperti. "Se
non adeguatamente trattati, i disturbi d'ansia nei giovani risultano associati
a un rischio maggiore di altri problemi psicologici e comportamentali, come la
depressione e l’uso di sostanze ", ha detto Donna
Pincus, direttore della ricerca presso il Programma per il Trattamento
dell’Ansia e della Paura nei Bambini e negli adolescenti, presso la Boston
University. Problemi di ansia possono anche portare a grosse criticità
nell’equilibrio delle famiglie e determinare un andamento scolastico negativo.
Cari amici, è
certamente comprensibile che i genitori si sentano preoccupati e in ansia per i
loro figli; spesso essi si precipitano a confortarli quando appaiono in
difficoltà, ma è necessario non sostituirsi mai a loro, altrimenti anziché
migliorare la situazione questa può peggiorare.
Lindsay Holly, uno degli autori
dello studio ha detto: "A volte i genitori finiscono per
fornire un’eccessiva rassicurazione al bambino, arrivando a fare le cose al
posto suo, ad esempio porgere le scuse per non poter andare a una festa di
compleanno, a causa dell’ansia provocata dalle situazioni sociali, o parlare al
posto del ragazzo facendo un’ordinazione al ristorante”. Tutto questo
non è positivo.
Nello studio prima
citato i ricercatori hanno esaminato i risultati di un'analisi effettuata su 70
bambini di età compresa tra 6 e i 16 che sono stati curati per disturbi di
ansia e depressione. I bambini erano equamente divisi tra maschi e femmine. I
ricercatori hanno riscontrato che alcuni bambini avevano più probabilità di
avere sintomi di ansia e depressione se i loro genitori, attraverso approcci
diversi, avevano cercato di ridurre la loro ansia, in realtà contribuendo ad
accrescerla, Tra i due gruppi etnici, "l'unica differenza era che i genitori
di origine latina sembravano prendersi cura più spesso dell’ansia dei loro
figli", ha detto la dottoressa Holly.
Cari amici,
l’interessante ricerca portata avanti dall’Università americana ha certamente
messo in evidenza che, ferma la necessaria formazione e protezione genitoriale,
questa non deve mai essere tale da limitare le possibili esperienze che
l’adolescente deve necessariamente fare per essere, poi, capace di affrontare
le difficoltà della vita. Anche studi ed esperienze precedenti avevano indicato
che per aiutare i bambini a diventare meno ansiosi e più resistenti, bisognava insegnare
loro l'importanza di affrontare le paure. In sintesi gli obiettivi della ricerca
sono stati quelli di stimolare e coinvolgere i genitori ansiosi: insegnare loro
come riuscire a promuovere il coraggio nei bambini, attraverso l’utilizzo di una
combinazione di calore e di gentilezza. La dottoressa Holly suggerisce che i
genitori incoraggino i figli "a fare cose coraggiose che siano
piccole e alla loro portata." Un bambino che abbia paura di
parlare in pubblico, per esempio, potrebbe essere sollecitato a rispondere da
solo a una domanda del cameriere al ristorante, così come provare da solo a
fare degli acquisti.
Cari amici, ogni
giorno, facendo bene il genitore, è un giorno diverso: è più quello che si
apprende di quello che già si sa. Piccoli accorgimenti, come quelli prima
evidenziati, possono essere adottati quotidianamente, cercando di alzare leggermente
l'asticella ogni qual volta ci si accorge che il proprio bambino sta via via acquisendo una
maggiore sicurezza nell'interazione sociale. Le nostre soddisfazioni saranno
grandi e l’ansia, piano piano, sparirà da noi e da loro!
Ciao, a domani.
Mario
1 commento:
Ciao amico mario non trovo una mail o un modo di contattarti. sto facendo un sito per sant'Efisio dove vorrei mettere anche dei racconti delle persone che hanno vissuto la processione. ti andrebbe di pubblicare il tuo racconto? in caso puoi contattarmi a info@santefisio.it
il sito è appunto www.santefisio.it
grazie, manuela
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