Oristano
18 Dicembre 2014
Cari amici,
l’attesa era tanta e,
forse, anche pruriginosa, ma il risultato è stato proprio col botto! Roberto
Benigni ha meravigliosamente incantato, volando alto, con la Sua Bibbia e facendo il pieno di
ascolti su Rai1: la prima delle due serate sui 10 Comandamenti ha ottenuto 9,1
mln di spettatori (share 33.23%), la seconda oltre 10 mln! Un risultato che si affianca ai suoi record
precedenti: l'Inno di Mameli che presentò nella serata di Sanremo e che ottenne
15,3 mln di presenze con lo share del 50%, e lo show di due anni fa sulla
Costituzione, “la più bella del mondo”, con 12,6 mln di spettatori e 44% di
share. Il successo attuale conferma la capacità del nostro grande premio Oscar di riuscire a monopolizzare
la platea TV.
C’è anche un importante
fatto nuovo: Benigni questa volta si è guadagnata, “a pieni voti”, la
promozione della Chiesa, cosa certamente ritenuta in precedenza molto
improbabile. Certo Benigni non è un prete e non parla da pio e devoto credente,
ma la sua forte e ironica capacità mediatica ha lasciato
trasparire un “suo modo” di essere credente, una sua visione di un Dio grande e
pieno d’amore, cosa che ha lasciato certamente di stucco non pochi spettatori,
credenti e non.
Ironia, quella del
grande Benigni, che non ha risparmiato ricche frecciate ai mali attuali ed ai protagonisti della
nostra disastrata Repubblica, fin dalle prime battute. "Il tema doveva essere la
Bibbia, invece mi tocca parlare di Rebibbia", ha esordito,
entrando poi nei dettagli con un affondo pirotecnico sull'inchiesta Mafia
capitale: "Sono felice di essere a Roma, di vedervi tutti a piede libero:
con l'aria che tira, siete gli unici in tutta la città, abbiamo fatto fatica a trovare
tutte le persone incensurate". Con il Suo viso di eterno bambino
birichino, rivolto al pubblico che gremiva il Palastudio di Cinecittà, prima di
iniziare a parlare di “Comandamenti” ha continuato: "Abbiamo avuto il permesso
della Rai, della questura, della Banda della Magliana... possiamo
cominciare".
Il Suo intrigante
monologo ha attinto a piene mani dalle cronache di questi giorni sulla
corruzione imperante, sulla criminalità degli appalti, sulle relazioni
pericolose tra politica e malaffare; Benigni ha sottolineato che tutto questo gli ha facilitato il compito:
"Politici,
consiglieri, imprenditori hanno fatto in modo di violare tutti e dieci i
Comandamenti, forse perché sapevano che stavo arrivando, mi vogliono bene.
Stanno arrestando tutti, stasera arrivare qui è stata un'impresa, abbiamo
dovuto evitare due o tre retate".
Dopo aver ancora giostrato
sapientemente sui politici corrotti, che si erano giustificati dicendo che
“forse” avevano sbagliato a scegliere collaboratori che sembravano insospettabili,
persone per bene, l'attore e regista chiosa: "solo un miracolo ci può
salvare, perciò Renzi è andato in Vaticano".
Si, neanche il Premier
Renzi si è salvato dalle sue velenose frecciate: "E' andato in Vaticano a
cercare spunti per la riforma elettorale. Alle elezioni chi vince governa a
vita senza opposizione: ecco, invece dell'Italicum, vorrebbe il
Vaticanum". Dopo questa bruciante panoramica sullo stato della
nostra politica, finalmente ha iniziato a parlare della Bibbia e dei 10
Comandamenti.
“Dio scelse Mosè,
salvato dalle acque, per la salvezza del Suo popolo”, ha esordito. Decise di
rivolgersi proprio a lui, "un extracomunitario ricercato", per
intimargli di salvare il suo popolo, e Mosè gli risponde balbettando,
"perché i difetti agli occhi di Dio sono grandezza". Poi ecco sviscerare
i primi tre precetti, che con le sue parole prendono corpo e fisicità: "I
Dieci Comandamenti sono l'evento centrale di tutta la storia biblica,
semplicissimi e vertiginosi. Sono comandi, regole, leggi che hanno a che fare
con i sentimenti, l'amore, la bontà, la fedeltà".
Nell'excursus di
Benigni c'è "il Dio liberatore, che ci insegna come dalla legge venga la
libertà e dalla libertà l'amore", "il Dio geloso, che ci vuole tutto
per sé. Il Dio implacabile, che ci vieta di "inginocchiarci davanti agli
idoli, perché gli idoli addormentano, il divino inquieta", il Dio tenero
che ci insegna come anche gli animali siano "il nostro prossimo". C'è
la consapevolezza che "in 3.500 anni di storia sono state combattute più
guerre in nome di Dio che per qualsiasi altra cosa, e questa è la più grande
bestemmia", e l'Isis, che "usa il nome di Dio per terrorizzare gli
uomini, ma questo è un delirio di dio, è un inno alla morte".
La Bibbia, i
Comandamenti non hanno scordato neanche che dopo il lavoro c’è il riposo. C'è
la certezza "che il riposo fa parte del lavoro" e che "il rombo
della creazione sfocia nel silenzio del sabato. Il senso del tutto è nel silenzio. Pensate oggi quanto ce ne
sarebbe bisogno: siamo tutti sempre connessi con tutto il mondo, ma disconnessi
con noi stessi. Nessuno ha più il coraggio di rimanere da solo con se stesso.
Ma i Comandamenti ci dicono di fermarci: siamo andati talmente di corsa con il
corpo, che la nostra anima è rimasta indietro. Fermiamoci altrimenti l'anima ce
la perdiamo per sempre".
Nella prima serata ha
messo a fuoco i primi 3 Comandamenti, mentre nella seconda gli altri 7. Ha
detto che per Comandamenti così importanti ci sarebbero volute molte altre
serate, ma è riuscito, comunque, a ben sintetizzare. "Il comandamento
più attuale è 'non rubare', vista la cronaca che stiamo vivendo. Siamo
sbandati, siamo caduti in basso, con politici che si fanno comprare come un
oggetto. In questo modo l'umanità perde dignità", ha
ribadito con forza. Ironizzando ancora sui recenti fatti romani ha detto che il comandamento 'non rubare' sembra scritto proprio per gli italiani, anzi è stato scritto proprio in italiano!
Cari amici, credo che
anche molti di Voi abbiano seguito Benigni in questa due giorni: monologo
interessante il Suo, e allo stesso tempo piacevole e curioso. Benigni è sempre un
mostro di grandezza: difficile capire in anticipo dove vuole andare a parare!
Questa volta ha meravigliato non poco l’intero Vaticano, che da Lui non si
aspettava certo una lettura biblica così seria e profonda, a partire dalla
affermata certezza dell’esistenza di Dio. "Dio c'è, dobbiamo
partire da questo assunto”, ha detto. Poi ha aggiunto: “Non scherziamo: andate
a vedere Batman al cinema e ci credete e mi fate storie su Dio: non
scherziamo!". L'attore ha quindi invitato tutti a dieci secondi di
silenzio, "perché Dio sta nei frammenti di silenzio". "La vera
unica grande bestemmia è far diventare Dio un idolo e convincere la gente a
uccidere nel suo nome". Poi ha concluso dicendo che 'Non nominare il nome di Dio
invano' vuol dire non rendere vano Dio, non rendere vana la tua vita!".
Che dire, una trasmissione
davvero unica, come unico è il suo grande protagonista: Roberto Benigni.
A domani.
Mario
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