Oristano
1 Dicembre 2014
Cari amici,
ho avuto occasione,
anche qui con Voi, di parlare a lungo dell’amicizia. Sentimento nobile, forse
unico, che però, tra le sue mille sfumature, non può mai prescindere da due
pilastri fondamentali: reciprocità e
disinteresse. La mia riflessione con Voi, oggi, torna sull’amicizia per
raccontarvi un fatterello, sicuramente di poco conto, per quanto riguarda il suo
valore venale, ma non certamente altrettanto per la validità della supposta
amicizia tra le due persone protagoniste. Ecco i fatti.
L’amicizia tra A e B
non era di data recente. Risaliva a diversi anni e, apparentemente si muoveva
sui binari della normalità. Purtroppo, giorno dopo giorno, non tutto gira come
dovrebbe e, un bel giorno, A si trovò
nella necessità improvvisa e improrogabile di disporre della somma di 250,oo
euro, che in quel momento non aveva. Dopo averci pensato a lungo chiese a B l’aiuto
temporaneo per poter far fronte agli impegni, chiedendogli di anticipargli
quanto necessario. Da notare che B è persona notoriamente benestante, senza
alcun tipo di problema finanziario. B, pur senza grande entusiasmo, concesse il
prestito, pattuendo la restituzione entro sei mesi.
Il tempo passava e A,
pur in modo non troppo evidente, si accorgeva, giorno dopo giorno, che B non
manifestava nei suoi confronti la stessa spontaneità di prima. I sei mesi
trascorsero e A, non avendo reperito totalmente la somma da restituire, ritardò
di qualche giorno ad andare da B a restituire il debito. Erano trascorsi
pochissimi giorni quando B telefonò ad A. La chiamata, condita di insulti di
ogni tipo avviliva e trattava A come un ladro matricolato! L’accusa di non aver
rispettato il termine di pagamento sembrava quasi la violazione di un tratto
internazionale! Pochi giorni dopo A restituì a B il debito e l’apparente amicizia
si trasformò in gelida e totale indifferenza.
Che dire, cari amici,
cosa possiamo ricavare da questo increscioso episodio. Sicuramente molto, a
partire dal fatto che la millantata amicizia tale non era: forse non lo era mai
stata. La vicenda mi ha fatto tornare alla mente la grande saggezza di un fine
intellettuale del Medioevo, Boncompagno
da Signa.
Era questi un Maestro di retorica, nato a Signa nel 1170 circa e
morto a Firenze verso il 1240, che insegnò, dal 1190 circa, a Bologna e poi a
Venezia, Padova e Reggio; viaggiò molto in Italia e fu anche in Francia, in
Germania e a Gerusalemme. Fu il più originale e versatile fra i maestri
dell'ars dictandi: bizzarro, mordace, insofferente, talora sboccato. Sue opere
principali: il Boncompagnus o Rhetorica
antiqua in sei parti, contenente un gran numero di esempî di epistole,
opera coronata d'alloro a Bologna (1215), e la Rhetorica novissima (1235), in 13 libri. Le opere di Boncompagno
sono molto interessanti per la personalità dello stile, per la ricchezza di
aneddoti e di allusioni sui suoi contemporanei.
In una sua opera dal
titolo L’Amicizia, questo studioso colto
e originale dell’Italia medioevale, ci offre, a proposito della “falsa amicizia”,
un aiuto veramente cospicuo per riconoscere gli amici non veri. L’autore fa una
precisa analisi delle deviazioni dell’amicizia, distinguendo vari generi di
falsi amici. Ecco i generi più importanti:
1)
l’amico che inganna (sophisticus), facendo ricorso ad ogni tipo di trucco;
2)
l’amico solo “a parole” (vocalis);
3)
l’adulatore (versipellis);
4)
il “condizionale”, cioè colui che chiede sempre e dà solo in cambio (conditionalis);
5)
l’”umbratile”, ovvero colui che si nasconde dietro il velo, l’ombra
dell’amicizia, per ottenere tutta una serie di vantaggi (umbratilis);
6)
l’amico ” ventoso”, desideroso solo di vana gloria (ventosus). E’ colui che,
dice Boncompagno, “si gonfia come un otre ai soffi dell’adulazione e…si sgonfia
alla puntura di qualsiasi calunnia”;
7)
l’amico “vitreo” (vitreus), che, sempre secondo Boncompagno, è fragile come il
vetro: “perché per una piccola offesa, anzi, per un solo sospetto tu lo perdi”.
Queste sono solo le
principali “varianti” della falsa amicizia, perché la casistica nel libro è ben
più ampia!
Cari amici, credo che
dal Medioevo ad oggi i falsi amici siano solo aumentati! Difficile trovare amici-veri, con quelle due
caratteristiche principali, dette in apertura: reciprocità e disinteresse. Il mondo di oggi è pieno di
uomini/maschera, capaci di “voltare gabbana” ad ogni alito di vento. Se nel
mondo l’amicizia fosse, davvero, quella decantata, certamente sarebbe molto
diverso da quello che viviamo! Quanto è vero il proverbio che gli amici veri si
possono contare sulle dita di una mano…
Grazie, amici, della
Vostra sempre gradita attenzione.
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