Oristano
2 Dicembre 2014
Cari amici,
che il mondo abbia
sempre più fame di energia è cosa risaputa. Il tanto ipotizzato utilizzo dell’idrogeno,
fonte grandiosa di energia pulita e non inquinante, è tutt’oggi ancora frenato
dai costi di produzione che finora ne hanno annullato i benefici. Qualcosa di
importante però si muove nella ricerca di calmierare i costi di produzione.
Un team di ricercatori dell’Università di Glasgow, in
Scozia, ha infatti sviluppato una nuova tecnologia che permette di velocizzare
di ben 30 volte il precedente processo di produzione dell’idrogeno. Produrre
idrogeno d’ora in poi potrebbe diventare abbastanza più semplice, grazie al tenace
lavoro svolto dai ricercatori dell’Università scozzese. Stando a quanto
rivelato dagli esperti questo è stato possibile perché per alimentare la
reazione di scissione molecolare si è scelto di non ricorrere all’impiego dei
carburanti fossili. Nel processo produttivo dell’idrogeno, come ben si sa, vengono
adoperate grandi quantità di energia provenienti da fonti fossili, affidando il
compito alla tecnologia delle membrane a scambio protonico (PEM), che, per
ottenere la massima efficienza, richiedono catalizzatori a base di metalli
preziosi, alte pressioni e un’alta densità di corrente elettrica.
Ebbene, grazie al
lavoro dei ricercatori, guidati dal professor Lee Cronin, gli scienziati sono
tuttavia riusciti ad ottenere alte prestazioni in condizioni di pressione
atmosferica, e con carichi di potenza inferiori, utilizzando una “spugna liquida”. Ne è derivato un processo
di produzione più "pulito" e 30 volte più veloce! “Utilizzando
una spugna liquida conosciuta come “mediatore redox” e in grado di assorbire
gli elettroni - ha spiegato Cronin - siamo stati in grado di creare un sistema
in cui l’idrogeno può essere prodotto in una camera separata senza apporto di
energia supplementare dopo l’elettrolisi dell’acqua. Il legame tra il tasso di
ossidazione dell’acqua e la produzione del vettore è stato superato,
permettendo un processo 30 volte più veloce rispetto a quello basato sui PEM”.
Le ricerche più recenti,
però, non si limitano alla grande scoperta scozzese. Grazie al grafene, oggi, l'energia
pulita prodotta dall'idrogeno risulta sempre più vicina. Attraverso l’utilizzo
del materiale più sottile al mondo (i
fogli di grafene hanno lo spessore di un atomo), possono essere migliorate in
modo sensibile le rese delle celle a combustibile che trasformano l'idrogeno in
energia e che hanno, inoltre, l’incredibile vantaggio di produrre, come scarto
del processo, semplicemente acqua! Lo studio di questa innovazione è stato
pubblicato su Nature dal team di
Andre Geim, dell'Università Manchester (GB), che nel 2010 ha vinto il Nobel per
la scoperta del grafene.
Il grafene, questo
materiale straordinario, è considerato un
ottimo conduttore di calore ed elettricità. La recente ricerca dimostra che questo
materiale, già noto per queste sue interessanti caratteristiche, si comporta
anche come una membrana che fa passare in modo selettivo gli ioni (particelle
elettricamente cariche) di idrogeno. Questa proprietà, inaspettata per il
grafene, suggerisce che le membrane di grafene potrebbero essere usate nelle
celle a combustibile a idrogeno, migliorando sensibilmente la produzione ed i
costi.
Inoltre, simile al
grafene c’è in natura il Nitruro di Boro. I ricercatori hanno dimostrato
che le proprietà scoperte nel grafene sono presenti anche nei cosiddetti “cugini del grafene”, materiali con la
stessa struttura a nido d'ape, come il citato nitruro di boro. Queste scoperte,
come sostiene lo scienziato Vittorio Pellegrini del CNR, apre la porta su un
mondo nuovo e non è escluso che questi materiali possano essere usati anche in
combinazione nelle nuove celle a combustibile.
Cari amici, credo che
siamo quasi arrivati al dunque: come si avvicinano al tramonto le vecchie fonti
energetiche che, se da una parte hanno consentito al mondo il suo straordinario
sviluppo, dall’altra hanno anche raggiunto livelli di inquinamento di grande
pericolosità, si affacciano nel mondo fonti energetiche di nuova generazione.
Sole vento e acqua sono sempre esistiti sul pianeta, anche se l’uomo non ha mai
saputo o potuto utilizzare appieno queste risorse energetiche nel modo
migliore. Ora è tempo di cambiare: il mondo del futuro vedrà tante innovazioni
che noi, uomini del millennio scorso, forse riusciremo solo a intravedere, come
successe a Mosè con la “Terra Promessa”.
Grazie a tutti Voi dell’attenzione!
A domani.
Mario
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