Oristano
8 Dicembre 2014
Cari amici,
la natura è fantastica!
A volte riesce a sorprenderci in modo tale da lasciarci proprio senza parole.
Con una
certa attenzione scopriamo delle cose che riescono davvero a lasciarci a bocca
aperta. Tra i fenomeni più curiosi e sorprendenti studiati dalle scienze
naturali, troviamo il mimetismo
(termine
che deriva dal greco mímesis, imitazione). Vivere in un ambiente spesso ostile
ha costretto alcuni animali ad adattarsi all'ambiente, sviluppando una tecnica
di difesa che ha permesso loro di “confondersi” con il contesto circostante. In
sintesi sono riusciti a rendersi praticamente invisibili ai possibili
predatori. Non solo. Alcune specie hanno sviluppato questa abilità, questa
capacità mimetica, anche per andare a caccia,
per celarsi meglio agli occhi delle loro prede e catturarle con più facilità. Con
grande ironia potrei dire che certe incredibili capacità di trasformazione di
alcuni, farebbe comodo anche a noi
esseri umani! Non è vero? Scherzo, ovviamente, ma vediamo meglio
questo interessante fenomeno, che ha tutte le caratteristiche del vero e proprio "trasformismo".
Letteralmente per mimetismo si
intende la capacità di un organismo di imitarne un altro, allo scopo di trarne
vantaggio. Non sempre il mimetismo ha lo scopo di “difesa” da eventuali
predatori, o quello di procurarsi più facilmente il cibo, ma anche quello di “attrazione”: come per esempio avviene in
alcuni tipi di orchidea, che riproducono le forme della vespa femmina allo
scopo di attirare gli insetti impollinatori. Il mimetismo, quindi, è in grado di
sfruttare somiglianze di forme e colori ma anche di comportamenti. Spesso
la sopravvivenza di fiori, animali e insetti consiste proprio nel diventare poco
visibili, scambiati per esseri velenosi o addirittura in qualcos’altro di poco
interessante per i predatori. Tutto questo perché, se un individuo non si adatta
perfettamente all'ambiente in cui vive, ha poche probabilità di sopravvivere e
quindi di riprodursi.
Osservando in una bella
giornata soleggiata il comportamento degli insetti in un prato, è facile
rendersi conto che spesso non è facile individuarli, perché si confondono
facilmente con la superficie dove si trovano. Il mimetismo può raggiungere livelli di perfezione incredibili!
Anche un occhio ben allenato
stenta a volte a scorgere il soggetto nel tentativo di immortalarlo
fotograficamente nel suo habitat a causa della somiglianza (colore e forma) con
le superfici dove si appoggia. I soggetti che necessitano di mimettizzarsi, nel corso delle ere, hanno messo a punto
meccanismi di difesa raffinatissimi allo scopo di proteggersi dai predatori e
attaccare con più facilità, a loro volta, le prede di cui cibarsi. Senza dimenticare il
Camaleonte, l’animale più trasformista per antonomasia, si possono citare tanti
esempi: dal geco che si confonde con il muro sul quale si arrampica, al gufo
grigio che fa corpo unico con il tronco d’albero dove si posa, dalla cavalletta verde che si confonde con il fresco fogliame dove è posata, all'insetto stecco che simula di essere un rametto. Tutto questo è reso
possibile dalle infinite varianti di mimetismo, ovvero da tutta quella serie di “capacità
di nascondersi o confondersi” con l’ambiente circostante, che è da considerarsi la
maggiore capacità difensiva degli appartenenti al regno animale.
Nel mondo degli Insetti
esistono dei ditteri (ordine molto vasto, a cui appartiene fra l'altro la
comune mosca domestica) della famiglia Syrphidae che possono essere facilmente
confusi con api e vespe. La colorazione a bande gialle e nere diventa un'arma
di difesa passiva contro i predatori, anche se non possiedono alcun pungiglione
velenoso! Capita spesso di sentir dire: E' gialla e nera quindi è una vespa!
Nulla di più sbagliato.
Fritz
Muller, zoologo tedesco che scrisse il libro "Fur
Darwin", a proposito del fenomeno mimetico, sostiene che alcune specie, solitamente
innocue e commestibili, per salvaguardare la propria esistenza, hanno assunto
colorazioni e forme di esseri aggressivi o tossici, evidenziando con questa
“mutazione ammonitrice” (definita con il termine aposematica), la
rassomiglianza con organismi non appetibili o particolarmente aggressivi.
L'aspetto “trasformista”
in veste aggressiva, quindi, viene utilizzato per comunicare e avvertire i
nemici della propria pericolosità. Le specie che lo utilizzano sono vaste: comprendono
sia Invertebrati, quali vari imenotteri, coleotteri, lepidotteri e ragni, sia Vertebrati, come certe specie di uccelli,
anfibi e serpenti. La colorazione o le combinazioni usate sono vivacissime,
passando dal giallo e nero della salamandra comune al rosso e nero del serpente non velenoso che imita il famigerato
"corallo", dai mille mutanti colori del camaleonte all’ululone del ventre giallo
(Bombina variegata). Sarebbero tantissimi gli esempi da portare ma non è certo
questo lo scopo della chiacchierata di oggi.
Cari amici, la natura
ha un suo meccanismo perfetto: tutti gli essere presenti, vegetali o animali
che siano, hanno un struttura complessa che li “lega” in modo tale da formare
una lunga e organica catena: fanno tutti parte di un combinazione straordinaria, che nasce
perfetta e si mantiene, rinnovandosi, da milioni di anni. A volte è stato
proprio l’uomo a cercare di “violare” questa perfezione, provando a modificare certi
meccanismi e comportandosi come un bambino che cerca di smontare, con pinze e
cacciavite, un giocattolo molto complesso. Evitiamo di modificare ciò che non
conosciamo: non giochiamo, come i bambini, a imitare Dio!
Ciao, a domani.
Mario
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