Oristano 25 agosto 2023
Cari amici,
Ormai è arrivato, non
sappiamo come, ma purtroppo c’è! Forse, secondo l’ipotesi più probabile, il “GRANCHIO
BLU” è arrivato nel Mediterraneo dal Sudamerica, imboscato nello scarico
dell'acqua di zavorra delle navi, anche provenienti dal canale di Suez; altre
ipotesi dicono che, invece, potrebbe essere arrivato portato nei nostri mari
per ragioni alimentari. A prescindere da tutto, ora il granchio blu c’è, e, tra l’altro, ha trovato un habitat congeniale: dalle nostre parti si trova benissimo e lo sta dimostrando chiaramente. Forte e aggressivo, non avendo nei nostri mari, a differenza di casa propria, predatori naturali, li saccheggia alla grande, facendo scorpacciate di piccoli
pesci e vongole, di cui è ghiotto. Attacca anche gli allevamenti di cozze! Così
come fa disperare i pescatori, ai quali rovina le reti da pesca.
Indubbiamente di problemi ne
sta creando abbastanza, tanto che al danno ambientale di distruzione del nostro
habitat, bisogna aggiungere il danno economico derivante dalle attività di
allevamento, messe in crisi da questo alieno gambero blu. In effetti è un gambero
enorme: può misurare fino a 23 centimetri, e di conseguenza è un vero predatore, capace di
devastare i nostri fondali. Del problema granchio blu, ormai, si parla da più
di un anno, considerato che i primi avvistamenti consistenti risalgono alla
tarda primavera del 2022, quando si fece notare tanto sulle coste adriatiche
che su quelle tirreniche del basso Lazio. Purtroppo risulta difficile fermarlo,
e pare poco probabile impedirne del tutto la riproduzione, facilitata dall'aumento delle
temperature dell'acqua nei nostri mari che si stanno tropicalizzando.
Il granchio blu, amici, ufficialmente
Callinectes sapidus, è una "specie aliena" che, purtroppo si sta
ulteriormente diffondendo sulle coste italiane, dove sta causando seri danni.
Le sue vittime preferite, come detto, sono cozze e vongole, ma può essere
pericoloso anche per gli umani, oltre che per la filiera ittica. Per gli
esperti questo granchio è una vera “macchina da guerra”, che, se lasciata libera di agire “può
eliminare intere specie dai nostri mari, provocando danni enormi all’ecosistema
e a comparto della pesca”, come spiega a FocuSicilia (giornale on line) Francesco
Tiralongo, ricercatore del Dipartimento di Scienze Biologiche dell’Università
di Catania.
Quella creata da questo granchio è una pericolosa situazione, che sta mettendo in ginocchio il settore della mitilicoltura. “A essere colpito è
soprattutto il Nord, in particolare il Veneto, con circa tremila coltivatori
colpiti nei centri di Scardovari e Goro”, spiega Tiralongo. Il dossier è finito
sul tavolo del governo Meloni, che nel decreto Asset approvato nei giorni
scorsi ha stanziato 2,9 milioni di euro “per incentivare i soggetti che si
dedicano alla cattura e allo smaltimento” del pericoloso crostaceo.
Cari amici, mentre si è alla ricerca di una seria soluzione per risolvere questa problematica invasione, possiamo intanto pensare ad una in positivo: il granchio blu, seppure di danni ne faccia tanti, è un animale marino commestibile, per cui possiamo pensare ad una, seria, prima
vendetta: MANGIARLO! Si, una gustosa vendetta culinaria, nel senso che quelli che peschiamo è giusto che li facciamo finire in pentola!
Anche oggi in TV gli esperti in arte alimentare-culinaria (tra cui il nutrizionista professor Giorgio CALABRESE) hanno sentenziato che il granchio blu è buonissimo: addirittura ben più dolce dei soliti granchi di casa nostra, che può essere cucinato in mille modi. Allora è utile conoscere qualche modo in cui cucinarlo! Partiamo (noi che a pesca non andiamo), comprandolo al mercato, dove il suo prezzo non è alto: il costo si aggira dagli 8 ai
15 euro al chilo; il granchio blu ha un sapore ottimo e una carne mediamente
pregiata, lo si può mangiare come ripieno dei crab cake (Polpette alla polpa di
granchio), in insalata, al vapore o grigliato. O ancora, unito a pomodori con,
prezzemolo, aglio e peperoncino, con i vari tipi di pasta. La nostra è in effetti una rivalsa: lui ci fa danni e noi, per ora, lo mangiamo! Poi vedremo!
A domani.
Mario
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