CAVE DI GRANITO DI BUDDUSO' |
Oristano 7 agosto 2023
Cari amici,
Buddusò |
La Sardegna di rocce granitiche
ne ha una grande quantità, basti pensare alle grandi cave di granito di
Buddusò, paese in provincia di Sassari. Il Granito è una gran bella pietra,
ricca di colore e bellezza, oltre che di durezza, ma la cui lavorazione genera
un imponente quantitativo di rifiuti, con un forte, negativo impatto sulle aree
estrattive in termini paesaggistici, sociali ed economici. Solo nell'area
estrattiva della Gallura, nelle discariche create dalla lavorazione del granito, sono depositate poco meno di 50 mila tonnellate di sfridi (così sono chiamati
gli scarti) di granito da Buddusò.
Ebbene, ora è in corso di
realizzazione un progetto capace di ridare vita a questi scarti, consentendo
anche la riqualificazione dei molti ettari ora occupati dalle discariche. Il progetto
di ricerca è denominato “LIFE REGS II” ed è finanziato dalla Comunità
Europea. A guidare il team di ricerca è la Professoressa Carmela Vaccaro del
Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Prevenzione dell’Università di
Ferrara, con l’obiettivo di rendere l’estrazione del granito più sostenibile e
dare nuova vita ai residui delle lavorazioni estrattive e industriali.
Come spiega la Professoressa
Vaccaro, “Con LIFE REGS II (RE cycling of Granite Scraps II) vogliamo
realizzare una tecnologia innovativa con cui produrre minerali fondenti, i
feldspati, usati nell’industria ceramica a partire dagli sfridi di granito, cioè dagli
scarti residui dell’attività estrattiva. I minerali così prodotti si
caratterizzano per qualità simile a quella dei minerali estratti dai blocchi
grezzi destinati all’uso ornamentale, detti feldspati vergini”. Il progetto si
inserisce nei percorsi promossi dall’Unione Europea per il Green Deal per un
approvvigionamento più sicuro e sostenibile di minerali industriali e materie
prime critiche.
Il progetto risulta
interessante sotto diversi aspetti. In primis, il recupero di questi
materiali con l'innovazione tecnologica consentirà di rispondere
positivamente all'emergenza climatica in atto, rifiuti che diventano in questo
modo risorse, evitando lo scavo e la lavorazione di altri materiali. In quegli
scarti di granito, infatti, sono contenuti minerali ed elementi preziosi e
strategici per l'industria a zero emissioni nette: quella digitale,
aerospaziale e della Difesa (litio, fosforo, cobalto, magnesio, bauxite,
tungsteno, titanio o quarzo ecc.).
Il recupero degli scarti
di granito dalle cave di Buddusò eviterà l’importazione dalla Turchia di
oltre 50 mila tonnellate di feldspato (con 200 tonnellate di CO2 non
emesse, oltre agli effetti del trasporto dalla Turchia). Inoltre, il recupero
di questi materiali dalle cave di Buddusò sta creando collaborazioni proficue e
durature tra scienza, imprese e autorità pubbliche, con il risultato di
promuovere l’esportabilità del modello tecnologico di economia circolare in
altri siti italiani ed europei, con l’obiettivo ultimo di creare e valorizzare
nuove opportunità per preservare le risorse per le future generazioni”, come
afferma la Professoressa Vaccaro.
Amici, il settore della
ceramica, fiore all’occhiello del nostro Paese, rende l’Italia il secondo utilizzatore di feldspati del mondo e il più grande importatore da Turchia e
Cina. I feldspati, infatti, costituiscono un ingrediente decisivo nella
produzione della ceramica. Un approvvigionamento interno di feldspati di
qualità costituirebbe dunque un importante passo in avanti verso la
sostenibilità, l’economia verde e circolare, perseguite e incoraggiate dalla
Commissione europea; “Con le tecnologie attuali, la produzione e la
commercializzazione di feldspati genera un gran quantitativo di inquinanti e
l’abbondante emissione di gas serra, nonché un elevato consumo di energia, la
degradazione del paesaggio e un cospicuo consumo di suolo” afferma con convinzione
la Professoressa Vaccaro.
L’Università di Ferrara
da molti anni si occupa di valorizzazione dei geo-materiali, con particolare
attenzione a soluzioni di recupero degli scarti di lavorazione dell’industria
lapidea, riutilizzo dei materiali da demolizione / costruzione e
riqualificazione del paesaggio e rivalutazione di risorse minerarie da cave. Le
analisi preliminari eseguite nel primo anno di progetto hanno messo in evidenza
che, oltre ai feldspati, i graniti sardi indagati sono ricchi di minerali di
interesse tecnologico costituiti da elementi classificati come materie
prime critiche.
Cari amici, a me sembra
un progetto molto interessante e utile. Come ha avuto modo di dichiarare la
professoressa Vaccaro, "La Sardegna è una delle regioni minerarie
più importanti d'Italia e potenzialmente possiede un tesoro!".
Verità sacrosanta, amici lettori.
A domani.
Mario
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