domenica, dicembre 27, 2020

IL FUTURO DEL LAVORO. SE IL LAVORO VERRÀ SVOLTO DAI ROBOT, L'UOMO DI COSA SI OCCUPERÀ? UN FUTURO DENSO DI INCOGNITE.


Oristano 27 dicembre 2020

Cari amici,

Sull’impatto che l’intelligenza artificiale ha già avuto e che in futuro avrà certamente in maniera ben più consistente, ho avuto modo di scriverlo diverse volte su questo blog. Chi di voi è curioso può andare a leggere quanto scrissi in data 25 settembre 2016 (può farlo cliccando sul seguente link: http://amicomario.blogspot.com/2016/09/robot-sempre-piu-umani-ora-sono-anche.html), e in data 1° settembre 2019 (ecco il link: http://amicomario.blogspot.com/2019/09/levoluzione-dellintelligenza.html).

La robotica, alimentata da una intelligenza artificiale sempre più perfetta, sta fagocitando ogni tipo di lavoro, e nulla per ora appare escluso.  Di recente un altro lavoro, tra l’altro abbastanza impegnativo, viene volto da capaci robot, in grado di consegnare “presto e bene” merci di ogni tipo a casa dei destinatari. Uno dei primi ad utilizzare l’innovativo sistema di consegne è stato Amazon, che ha deciso di affidare ai robot le consegne degli ordini dei clienti. Ora anche Yandex, imitando Amazon, ha avviato lo stesso sistema, così come FedEx, che ha arruolato ugualmente un fattorino-robot per le sue consegne. Insomma, nel mondo questo sistema si sta estendendo in modo incredibile!

Amici, notizie di questo tipo rappresentano l’ennesima conferma che la veloce rivoluzione tecnologica in corso sta riuscendo a cambiare il mondo, sollevando però anche un quesito non banale e oltremodo preoccupante: Che fine farà il lavoro degli uomini? Indubbiamente il futuro appare pieno di incognite che non saranno facili da risolvere! Ma vediamo meglio l’impatto che apporterà questa straordinaria rivoluzione di mercato. È stato Amazon, come dicevo, ad iniziare ad effettuare consegne tramite un robot, chiamato Scout. Il progetto, partito nel 2019, ha avuto una accelerazione nel corso di quest’anno grazie all’emergenza sanitaria causata dal Covid-19.

Ha fatto seguito la società russa Yandex, che ha iniziato a utilizzare dei piccoli robot per consegnare ai clienti gli ordini di ristoranti e bar in un business center di Mosca. "Possono consegnare pasti, generi alimentari e ordini dai negozi online e lentamente ma costantemente diventeranno una parte normale della vita della città" ha affermato Dmitry Polishchuk, un top manager dell’azienda. Ma l’uso dei piccoli robot per le consegne si sta diffondendo come un virus.

In Fedex Un robot chiamato SameDay Bot ha iniziato a consegnare piccoli pacchi in modo sicuro a domicilio, spostandosi sui marciapiedi in autonomia; è in grado di attraversare le strade, di evitare gli ostacoli e di rispettare tutti i codici di sicurezza, grazie ad una tecnologia di apprendimento automatico basata su un algoritmo. Il progetto concepito da FedEx ha l’obiettivo di ottimizzare il processo di consegna in giornata per l’ultimo miglio, e si rivolge ai rivenditori che accettano ordini da clienti che si trovano nelle loro vicinanze e vogliono spedire le merci in tempo reale. Per testare il prodotto l’azienda ha avviato una serie di partnership con società come AutoZone, Lowe’s, Pizza Hut, Target, Walgreens e Walmart: tutti punti vendita per i quali, in media, oltre il 60% dei clienti risiede entro un raggio di 5 chilometri dal negozio più vicino.

Si, amici, l’idea di utilizzare i robot per le consegne ha contagiato il mondo intero. Oltre le altre merci, anche la consegna di cibo a domicilio sta già avvenendo con i robot, mettendo così fine ai vari raider che fanno le consegne in città. è una tecnologia nuova che si sta diffondendo prepotentemente nell’intera Europa, in particolar modo a Londra, dove la società Starship ha lanciato un servizio analogo a quello australiano di Domino's Pizza. Altro elemento non meno importante è che questi robot elettronici potranno circolare anche in aree chiuse al traffico o in aree in cui le autovetture hanno difficoltà a transitare, come ad esempio nei centri storici.

Cari amici, questa rivoluzione robotica è certo che creerà un impatto devastante nel mondo della produzione e della consegna dei prodotti; l’utilizzo dei robot cancellerà molti posti di lavoro, in quanto capace di abbattere i costi più importanti: quelli del personale. La cancellazione di posti di lavoro è già in corso, anche se si sostiene che i posti persi in un settore verranno poi recuperati in altri campi. Ma non è esattamente così. Quando avviene una forte trasformazione tecnologica come quella di cui stiamo parlando, di cui non si comprendono bene né le dimensioni né le conseguenze, l’unica certezza è che tanta gente rimarrà senza lavoro, e il possibile reimpiego certamente rimandato nel tempo.

Il problema non è né semplice né facile, e per ora viene ignorato da parte della politica, sia italiana che europea. L’innovazione tecnologica, che viene unanimemente indicata come la via maestra da seguire per far crescere l’economia, non ha per il momento trovato (e forse nemmeno cercato) quei meccanismi necessari per la riconversione dei lavorati licenziati a causa della cancellazione di posti di lavoro derivata dall’automazione. La verità è che ogni rivoluzione industriale (quanto al passato, basta riferirsi al Fordismo dei primi anni del secolo scorso) comporta dei cambiamenti tali che la riconversione dei lavoratori non avviene dall’oggi al domani, ovvero istantaneamente, ma, come la storia insegna, richiede del tempo.

Questa opinione è stata espressa anche da Pietro Veragouth, direttore dello Swiss Institute for Disruptive Innovation. “Non c’è dubbio – ha spiegato a Tiscali News - che in molti settori si perderanno tanti posti di lavoro e che ci vorrà del tempo prima che se ne creino di nuovi in altri settori. Il problema va gestito ancora una volta con un cambio di mentalità”.

Cari amici, la realtà è che il progresso tecnologico, sicuramente inarrestabile, andrebbe vissuto proprio con un “cambio di mentalità”. Le conseguenze che l’innovazione può avere sulla vita delle persone, va ben oltre il solo tema dell’occupazione, comprendendo anche gli effetti conseguenti, come le ripercussioni sulla vita familiare e sociale; solo una migliore distribuzione della ricchezza, una maggiore condivisione dei diritti e degli obblighi della vita comunitaria potrà ricreare una ‘vivere civile’ degno di questo nome. In futuro non sarà solo il lavoro a cambiare radicalmente, ma tutto il sistema della vita comunitaria!

A domani, amici.

Mario
INNOVAZIONE...

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