giovedì, dicembre 17, 2020

È SCOPPIATO IL BOOM DEI VECCHI TELEFONINI TRA I POTENTI. LA MODERNA TECNOLOGIA NON GARANTISCE LA PRIVACY, PER CUI POLITICI, PERSONAGGI E MANAGER PREFERISCONO TORNARE AL PASSATO…


Oristano 17 dicembre 2020

Cari amici,

Incredibile ma vero: la moderna tecnologia è risultata nemica della privacy! Si sono accorti, a loro spese, molti manager, personaggi dello spettacolo e politici, che, terrorizzati dal fatto che i loro smartphone, seppure capaci di mille diavolerie e collegamenti in tempo reale, si trasformavano in un istante in strumenti pericolosissimi, clonati dai numerosi software-spia oggi esistenti. I telefonini moderni, insomma, capaci di rilevare la posizione, fare intercettazioni ambientali e riprese video, risultano in grado di sbattere inopportunamente il malcapitato (a volte per le sue malefatte), in prima pagina. Ed ecco, allora, la trovata geniale: tornare ad avere in tasca un vecchio cellulare capace solo di fare e ricevere chiamate.

Si amici, seppure con costernazione ci si è accorti che l’unica maniera per difendere la propria privacy è usare i vecchi telefonini, che, avendo software obsoleti (niente telecamera, connessione a Internet e possibilità di essere localizzati), rendono più difficile la vita a chi ci vuole intercettare, sia in maniera legale sia illegittimamente, visto il gran numero di software-spia presenti sul mercato. Chi fa informazione per mestiere e segue la politica e l’economia ai vari livelli, ha certamente rilevato che sempre più spesso a Palazzo Chigi, in Parlamento, ma anche nei corridoi di Finmeccanica, Mediaset e delle più importanti aziende italiane, i manager di alto rango e i più stretti collaboratori maneggiano telefonini di vecchia generazione, seppure oggi considerati reperti archeologici: vecchi Nokia, Ericsson, e marche simili, risalenti alla seconda metà del secolo scorso.

“A nuova esigenza, rimedio immediato”, si dice commercialmente parlando. Ed ecco che la corsa alla ricerca dei vecchi telefonini è cresciuta, rivalutando una merce ormai obsoleta e fuori mercato; un Nokia 3310 su Amazon ora arriva a costare fino a 100 euro, e nei forum le richieste sono in aumento. Andrea Zapparoli Manzoni, uno dei maggiori esperti italiani di sicurezza informatica, però, ammonisce: «È una leggenda metropolitana che siano più sicuri. Sono diversamente insicuri diciamo, cioè insicuri per motivi diversi: meno funzioni ha il telefono e meno funzioni può sfruttare il captatore, ma uno bravo è in grado di fare tutto».

L’alternativa alla possibilità di essere intercettati è quella di usare le chat protette. Risultano «limitatamente sicure» le seguenti chat: Whatsapp, Signa Telegram, il sistema di messaggistica che ti permette di inviare messaggi che si autodistruggono. Ma il problema che sta emergendo sempre di più è quello giurisprudenziale; risulta pendente presso le Sezioni unite della Cassazione un quesito importante: se, quando e dove è legittimo registrare, e la Corte dovrà esprimersi quanto prima, a seguito di un ricorso presentato da un imputato per mafia.

Per ora il suggerimento è quello di usare i tablet per le mail e la messaggistica, limitando l’uso dei telefoni sia con gli sms che con le chiamate. Le ultime polemiche sono state sollevate proprio sul caso Giulio Regeni, con il Governo che è stato chiamato a rispondere in Parlamento sui rapporti di Hacking Team (la società italiana che ha brevettato il sistema di controllo in remoto) con l’Egitto: il timore, fin qui smentito, è che il loro software possa essere stato usato contro Giulio.

Cari amici lettori, sono sempre stato convinto che la privacy vada sempre e comunque salvaguardata. Non è spiando all’insaputa i telefoni di politici, manager, personaggi importanti o quant’altro, che si riuscirebbe ad ottenere una maggiore serietà delle persone e un loro comportamento onesto ed equo! Il problema vero è quello educativo, che deve partire fin dall’infanzia. Una generazione non educata a dovere, difficilmente terrà poi nel lavoro un comportamento etico, esente da compromessi, da manfrine e da sotterfugi. Se non miglioriamo la scuola, se non creiamo generazioni di persone educate, rispettose degli altri, culturalmente valide e pronte a riconoscere prima di tutto l’interesse generale, da anteporre sempre all’interesse privato, quello “di bottega”, non sarà certo il ritorno ai vecchi telefonini a risolvere il problema! E nemmeno il deliberato della Cassazione, comunque si esprimerà.

Bisogna creare “nuove coscienze”, e per fare questo c’è da partire proprio da una “scuola nuova”, modificando in modo serio quella attuale, a partire da una rinnovata dignità di chi ci lavora: gli insegnanti. Una “Buona scuola” creerebbe classi sociali acculturate, e anche la politica smetterebbe di essere preda di personaggi che a scuola hanno scaldato solo i banchi! Prevenire, è dimostrato che è molto meglio che curare...dopo!

A domani, amici.

Mario  

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