domenica, dicembre 08, 2024

IL MIRTO. IN SARDEGNA. QUESTA PIANTA AROMATICA È OGGI UNA DELLE PIÙ VENERATE, IN PARTICOLARE PER IL SUO STRAORDINARIO LIQUORE. LA SUA ANTICA STORIA.


Oristano 8 dicembre 2024

Cari amici,

Il MIRTO (Myrtus communis L., 1753) è una pianta aromatica appartenente alla famiglia Myrtaceae e al genere Myrtus. È un arbusto tipico della macchia mediterranea, che cresce spontaneo, spesso in associazione con lentisco, cisto, rosmarino e altre specie della macchia bassa; in Sardegna è molto noto e apprezzato, tanto che possiamo dire che è considerato rappresentativo della nostra Isola, in quanto ne caratterizza il paesaggio costiero e collinare, spingendosi in alcuni casi anche nella zona submontana fino ai 600-800 metri di altitudine. Il mirto è una pianta ad accrescimento lento, ma anche molto longeva, in quanto supera anche il secolo di vita.

Sia dai rami che dalle foglie, dai fiori e dai frutti, il mirto emana un profumo particolare, buonissimo, poiché contiene un olio essenziale chiamato mirtolo, ricco di proprietà balsamiche e antisettiche, oltre ad acido citrico, acido malico e vitamina C. Le foglie verdissime sulla pagina superiore presentano ghiandole puntiformi translucide ricche di olio essenziale, che conferisce il tipico profumo. Fiorisce alla fine della primavera, e matura i suoi frutti in autunno, tra la fine di ottobre e novembre. I suoi fiori sono ricercati dalle api (che operano l’impollinazione), che ne prelevano solo il polline, in quanto non è pianta mellifera. I frutti sono delle bacche ovoidali, che presentano una scorza esterna cerosa, che, anche dopo la maturazione, restano sulla pianta anche fino alla fine dell’inverno. Rappresentano una prelibatezza per gli uccelli soprattutto per merli, tordi e storni, che mangiandole propagano i semi, diffondendo così la pianta nell’ambiente.

Il mirto è una pianta che l’uomo ha gradito e apprezzato fin dall’antichità, tenuta in grande considerazione per le sue proprietà officinali, balsamiche antinfiammatorie, astringenti, e antisettiche. Tutte le parti della pianta (foglie fiori e frutti) venivano utilizzate in svariati modi, ricavandone oli, pomate, decotti, estratti per curare ulcere e malattie dell’apparato respiratorio. Si narra che gli antichi Egizi adornassero le città con ghirlande e ramoscelli di mirto durante le festività, attribuendo a questa pianta addirittura un potere apotropaico, ovvero in grado di allontanare disgrazie, sfortune e malanni.

Nelle civiltà greche e romane, questa pianta era ugualmente molto apprezzata; i soldati dell’antica Roma erano soliti cingersi il capo con una corona di mirto quando dovevano partire per colonizzare nuovi territori, credendo che la pianta avrebbe donato loro più forza e vigore. Seguendo la medesima superstizione, durante le Olimpiadi gli allenatori greci donavamo agli atleti ramoscelli di mirto, per infondere loro potenza e fortuna. Il mirto era anche la pianta sacra ad Afrodite: il mito narra che la pianta abbia protetto le grazie di Afrodite sotto lo sguardo malintenzionato di un satiro. Per questo motivo venne considerata pianta dell’amore, della fecondità e dell’eros, usata appunto come rimedio afrodisiaco o per adornare i banchetti nuziali.

Amici, in Sardegna il mirto, oltre ad avere i più svariati usi in cucina, è utilizzato per la fabbricazione di un liquore straordinario: dalla macerazione delle sue bacche e delle foglie giovani, in Sardegna si produce il liquore di mirto (rosso: dalle bacche, bianco: dalle foglie o dalle bacche bianche). Usato prevalentemente come digestivo a fine pasto, ha un aroma inconfondibile: non troppo dolce, non troppo amaro, ricco di quei toni aromatici che ricordano i profumi che la pianta emana dove cresce.

Oggi in Sardegna sono diverse le aziende che producono dell’ottimo mirto (dal 1998 al liquore di mirto viene attribuita una denominazione specifica, ovvero “MIRTO DI SARDEGNA”, in quanto il Ministero delle Politiche Agricole lo ha riconosciuto come Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Sardegna. Pertanto, viene prodotto seguendo dei protocolli e delle procedure specifici ed è tutelato da un Consorzio. Oggi, come detto, è alquanto diffuso il mirto prodotto industrialmente, anche se, lasciatemelo dire, il liquore di mirto fatto in casa lo preferisco in modo particolare e, come me, è considerato da tanti molto più genuino quello di produzione familiare. 

Amici lettori, personalmente sono uno che il liquore di mirto lo fa ancora in casa, aiutato dagli amici, e – pur bevendo al ristorante o al bar un buon “Mirto di Sardegna” – resto dell'opinione prima espressa: quello casalingo è da preferire! La ricetta, che su questo blog ho riportato altre volte, è di grande semplicità: richiede solo tre ingredienti: le bacche di mirto (io uso quelle del mio giardino), acqua, zucchero e alcool puro per liquori. Lo farò anche quest’anno, le bacche sono già pronte!

A domani.

Mario

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io abito in Sabina territorio vicino a Poggio Mirteto dove non esisteva più da 50 anni, 10 anni fa' ho riportato dalla Sardegna e oggi sono cariche di almeno 35 Kg di frutti