Oristano 1° dicembre 2024
Cari amici,
Inizio i post di dicembre affrontando un problema di grande delicatezza: "LA SOLITUDINE DEGLI ADOLESCENTI". Per quanto possa sembrare
strano, in un mondo iperconnesso, dato lo straordinario sviluppo tecnologico che viviamo in questo millennio, la SOLITUDINE, in particolare negli adolescenti, risulta stranamente in aumento, con costante inaridimento delle relazioni sociali fisiche. Il mondo di Internet, che ha sempre decantato la possibilità
di connettere tutti in un solo istante, ha creato solo un "mondo virtuale", che ha
allontanato l’uomo dalla relazione fisica con gli altri simili! Si, questa trasformazione sociale di stampo tecnologico, ha inciso fortemente, in particolare sugli adolescenti, creando in loro una “nuova solitudine”, che ha portato aridità e indifferenza, anche stando a contatto tra di loro; i giovani adolescenti di oggi, seppure con in
mano notte e giorno il loro inseparabile smartphone, soffrono sempre più di una pericolosa solitudine.
A sentire Livia Tomova,
docente di Psicologia all'Università di Cardiff, «La solitudine tra gli
adolescenti di tutto il mondo è quasi raddoppiata negli ultimi anni. Il bisogno
di interazione sociale è particolarmente intenso in questa fase della vita e
non siamo certi che le interazioni online possano soddisfarlo». Quanto
affermato è ben espresso nel recente studio di cui è co-autrice, pubblicato
sulla rivista Royal Society Open Science.
Nel libro, scrive la Tomova,
i ragazzi che hanno partecipato all’esperimento, hanno riferito che la
sensazione di solitudine era aumentata, rispetto alla norma, dopo entrambe le
sedute; in media era più bassa dopo l'isolamento dai social media, rispetto
all'isolamento completo. Gli elettrodi usati hanno misurato, inoltre,
un'elevata attività di stress. Le risposte alle minacce sono risultate
aumentate del 70% dopo l'isolamento rispetto al valore di base,
indipendentemente dal fatto che i partecipanti avessero interagito tramite i
social o meno. «Questo studio dimostra che le interazioni digitali
potrebbero non mitigare alcuni degli effetti profondi che l'isolamento sembra
avere sugli adolescenti» ha affermato Livia Tomova.
Anche secondo uno studio
del Journal of Adolescence, intitolato "Aumento a livello mondiale della
solitudine adolescenziale", la salute mentale degli adolescenti di tutto
il mondo ha iniziato a soffrire di solitudine dopo il 2012, in gran parte a
causa dell'aumento dell'accesso agli smartphone e della crescita dell'uso di
Internet. A livello mondiale, quasi il doppio degli adolescenti nel 2018 ha
avuto livelli elevati di solitudine rispetto al 2012. Addirittura, dopo la
pandemia, la solitudine dei ragazzi ha raggiunto livelli record. Amici, l’essere umano è
un essere sociale e il suo cervello si è sviluppato nel corso dei millenni per
interagire con altri esseri umani. Tuttavia, negli ultimi anni questo rapporto
si è incrinato, a volte addirittura annullato, dando la precedenza, in
particolare gli adolescenti, alle amicizie virtuali. L’adolescenza è un periodo di
grandi cambiamenti, difficili per chiunque, soprattutto perché interessano il
consolidamento delle importanti modifiche evolutive e neurologiche.
Durante queste
transizioni, è importante il ruolo dei genitori. Essi debbono capire se un
figlio si sente solo, accertare se è diventato introverso o evitante, più
"appiccicoso" o persino "in regressione", ovvero se si stia
comportando come un bambino piccolo. In questo stadio i genitori debbono, anziché infastidirsi,
cercare di capire la causa di questo cambiamento nei figli e subito attivarsi per aiutarli.
In questa fase molti adolescenti si sentono incompresi in famiglia e perciò vorrebbero avere più
amici. Gli amici sono di fondamentale importanza negli anni delle scuole
superiori. Anche il ragazzo più socialmente indipendente desidera essere in
relazione con gli altri. Se un genitore sente il proprio figlio desiderare più
amici o parlare di come è stato escluso da qualcosa, non bisogna sottovalutarlo
ma, bensì, dialogare con lui, cercare di capirlo. Gli adulti devono saper insegnare a interagire e
crescere, infondendo fiducia nelle relazioni che un giovane sta cercando di
formare al di fuori della famiglia.
Cari amici, l’adolescenza
è un periodo davvero difficile, e i genitori non possono estraniarsi. Anche il ragazzo apparentemente più socievole,
che ha molti amici, può provare un senso di solitudine. Le implicazioni
negative della solitudine derivano dalla percezione di sentirsi isolati o incompresi.
Proprio per questo non solo i genitori ma anche gli insegnanti, gli educatori e
gli altri componenti del clan familiare, una volta identificato il segnale
della solitudine, debbono essere vicini al ragazzo colpito; solo dimostrandogli
concretamente la loro vicinanza, possono rassicurarlo e dimostrargli che,
con il loro aiuto, non deve mai sentirsi solo! I compiti genitoriali, lo ricordo sempre, sono e
saranno sempre a 360 gradi!
A domani.
Mario
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