Oristano 30 dicembre 2024
Cari amici,
La clessidra del tempo, come ben sappiamo, è inarrestabile! Anche il grande poeta del Trecento Francesco Petrarca scrisse, in onore della sua amata Laura, il sonetto "La vita fugge, et non s'arresta una hora". Si, seppure la vita dell'uomo, nell'ineluttabile trascorrere del tempo si sia fortunatamente allungata, facendo sì che il periodo della "vecchiaia", ora, dura un maggior numero di anni, è diventato opportuno, oserei meglio dire necessario, trascorrerla nel modo più attivo possibile.
La concreta realtà, amici miei, è che, col passare degli anni, il nostro corpo invecchia! Nel guardarci allo specchio ci
accorgiamo delle prime rughe, dei capelli che si imbiancano, della pelle
che da soda diventa flaccida, e da tanti altri segni che denotano cambiamenti
lenti ma costantemente peggiorativi. Si, l’invecchiamento lascia segni
inequivocabili in tutto il nostro corpo, nessuna parte esclusa, nemmeno il
cervello! Si, anche questo nostro importantissimo organo, vero nostro super
computer che tutto controlla, che tutto organizza, inizia, anche se lentamente,
a perdere colpi, con diverse sue zone che, giorno dopo giorno, perdono
elasticità, modificando così la loro struttura.
Straordinariamente complesso,
oscuro e misterioso, il nostro cervello è, forse, l'organo più
affascinante e complesso del corpo umano. Basti pensare che ha quasi 100
miliardi di neuroni, più di 150mila miliardi di sinapsi e gli assoni, le 'superstrade', lunghe fibre di connessione tra le cellule, che coprono una
lunghezza totale di 160mila chilometri, più di un terzo della distanza dalla
Terra alla Luna, come scrive il Professore, neurochirurgo, Giulio Maira nel volume
"Il cervello è più grande del cielo", edito da
Solferino.
Il professor Giulio
Maira, in questo suo libro fa fare ai suoi lettori un viaggio affascinante
all'interno di questo organo così complesso e straordinario. Un viaggio che li porta
a scoprire che il cervello non smette di imparare per tutta la vita, grazie
alla plasticità, anche se con l'età molti neuroni si perdono, e questo percorso
permette di approfondire il fenomeno della sostituzione sensoriale; si quella
che, ad esempio, ha portato Ludwig van Beethoven a continuare a scrivere musica
nonostante la perdita dell'udito, o lo scrittore Andrea Camilleri, seppure con la
cecità, a "un'esasperazione degli altri sensi e un fiorire incredibile di
creatività e memoria".
Si, cari amici, il CERVELLO, questa macchina straordinaria, col passare del tempo purtroppo invecchia e “perde colpi”.
Tra i 30 e i 75 anni, il cervello arriva a perdere fino al 10% del suo peso e
del suo volume, andando incontro a una condizione cosiddetta di “atrofia
cerebrale” che comporta una perdita delle funzioni svolte dall'encefalo.
Arrivano, poi, altri segni di cedimento. Inizia così a diminuire il numero di
neuroni, e nella zona del cervello denominata “ippocampo” (fondamentale
struttura cerebrale che contribuisce alla memoria a breve e a lungo termine,
alla memoria spaziale e all'orientamento) si ha una selettiva perdita
neuronale.
Ma questo è solo l’inizio.
Con il passare degli anni si osserva un
declino delle capacità cognitive: apprendimento, memoria, capacità di risolvere
i problemi e in genere tutte quelle funzioni che richiedono velocità
nell’elaborare le informazioni. E ancora: difficoltà nell’adattarsi
all’ambiente, eccessive preoccupazioni per cose futili, irrigidimento del
carattere. Una condizione che colpisce anche persone che non hanno malattie che
interessano il cervello. Questo declino cerebrale,
correlato all’età o causato da malattie, si può misurare mediante un’attenta
valutazione delle funzioni cognitive e dello stato di coscienza. Lo si fa attraverso
la somministrazione dei classici test neuropsicologici, per avere una
valutazione oggettiva, con tecniche neuro-radiologiche, di tutte le strutture
che compongono il cervello stesso. In questo modo è possibile avere una
diagnosi precoce di un invecchiamento “patologico”.
Amici, il cervello,
questo nostro straordinario computer, che, come prima accennato, elabora e
apprende a tutte le età, teme molto la “ripetitività”; da giovani si è
curiosi, pronti a nuove sfide poi, con il passare del tempo, si smette di operare
e si diventa abitudinari, vivendo il tran-tran della senilità. il cervello
allora non è più stimolato come in passato e di conseguenza inizia a diventare
abitudinario. Diventa, pertanto fondamentale, per salvaguardarlo, riprendere la passata operatività: studiare, apprendere
cose nuove, coltivare interessi, mantener viva la nostra curiosità.
In sintesi, amici, evitiamo
di lasciarci andare in solitudine, restando senza relazioni e interessi; tutto
ciò non fa altro che accelerare il declino cerebrale. Allora, "nutriamo il nostro cervello" con costanza, continuiamo ad
avere interessi, frequentiamo amici ed eventi culturali, andiamo al cinema, usciamo
con gli amici, leggiamo scriviamo e magari scopriamo nuovi hobby. Inoltre, non
sottovalutiamo l’importanza del sonno! Non a caso il riposo è definito “il
giardiniere della mente”. La notte dormire è importante, perché attraverso
l'attività onirica il cervello va a sfoltire le informazioni che non ci
servono, che abbiamo accumulato durante il giorno, e consolida quelle più
importanti che ci servono nella vita quotidiana.
Allora, utilizziamo questi consigli! Usciamo tutti i
giorni in passeggiata, possibilmente con qualche amico per chiacchierare, facciamo dello sport, impegniamoci nelle attività ricreative o di volontariato, aiutiamo il nostro
corpo a rigenerarsi e manteniamoci in forma fisica, così anche la nostra mente si manterrà impegnata. Infatti, praticare una costante attività fisica combatte
anche l'invecchiamento del cervello. Infine, un’ultima raccomandazione: curiamo
sempre l’alimentazione! Un'alimentazione scorretta, povera di vitamine B, C ed E, oltre che di Sali minerali, oppure oltre misura (esagerata), in senilità risulta deleteria, perché rallenta
alcune funzioni dell'organismo causando un precoce invecchiamento sia fisico che
cerebrale.
Cari amici, "INVECCHIARE BENE È UN PRIVILEGIO", non dimentichiamolo mai! Invecchiare in salute, poi, non è dato, senza impegno, a tutti, perché arrivarci nel modo migliore possibile, e con il cervello in ottime condizioni, dipende molto da noi!
A domani.
Mario
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