Oristano 9 dicembre 2024
Cari amici,
L’ulivo è un albero
millenario, non solo perché è uno degli alberi che dura in vita anche più di
mille anni, ma anche perchè risulta presente sulla terra da oltre 6mila anni, in
quanto la sua presenza è stata accertata sull'isola di Creta fin dal 4000 a.C. Anche
le origini dell’utilizzo dell’olio d’oliva si perdono nella notte dei tempi. Le
prime testimonianze risalgono anch’esse al 4000 a.C., in Armenia e Palestina,
ma anche in India. Segni della antica coltivazione dell’olivo sono stati
trovati anche in altre zone.
Gli alberi di ulivo
furono tenuti in grande considerazione da molte popolazioni, tanto che nel 2500
a.C. il codice babilonese di Hammurabi regolò la produzione e il commercio
dell’olio di oliva; nel Mediterraneo, invece, furono i Greci
a diffondere la coltivazione dell’olivo. A seguire furono poi i
Romani a divulgare la pianta in tutti i territori conquistati dall’Impero e ad imporre il
pagamento dei tributi sotto forma di olio di oliva. Grazie a loro, il processo
di coltivazione dell’olivo e di produzione dell’olio migliorò e la diffusione
del prodotto arrivò fino ai territori del Nord Europa. Furono sempre i Romani a classificare l’olio in base alle diverse tipologie di spremitura.
Amici, nelle antiche
civiltà greche e romane, l’olio d’oliva era molto più di un semplice condimento
per i pasti. Era considerato un simbolo di prosperità, benessere e identità
culturale. La produzione di olio d’oliva era una parte integrante
dell’agricoltura di entrambe le civiltà, e gli oliveti erano coltivati con cura e grande rispetto. La raccolta delle olive avveniva principalmente tra settembre e novembre, ed era un evento fondamentale dell’anno agricolo. Il processo di estrazione
dell’olio era laborioso. Dopo la raccolta delle olive, queste venivano
trasportate nei frantoi, dove venivano pigiate o schiacciate per estrarre il
prezioso succo. Questo processo, spesso eseguito utilizzando macine di pietra
azionate da uomini o animali, richiedeva un certo sforzo fisico e grande dedizione. Il
risultato, però, era un olio d’oliva di alta qualità, che svolgeva un ruolo
centrale nella dieta di queste antiche civiltà.
Come accennato prima,
però, l’olio d’oliva non era utilizzato solo in cucina. Quest’olio era
considerato un vero “dono degli dei”, e
la sua produzione e consumo erano spesso accompagnati da rituali religiosi.
Nelle antiche credenze greche, le olive erano associate ad Atena, dea della
saggezza, e la produzione dell’olio era vista come un atto di gratitudine verso
gli dèi per il loro favore. L’importanza culturale dell’olio d’oliva si
rifletteva anche nella sua presenza nelle cerimonie e nelle festività. Gli
antichi Greci e Romani spesso univano il cibo all’ospitalità e alla
celebrazione, e l’olio d’oliva era un elemento chiave in queste occasioni.
Si, amici, gli antichi
greci e romani utilizzavano l’olio d’oliva anche per effettuare i massaggi sul corpo,
ritenendo che avesse proprietà benefiche
per la pelle e i muscoli. La tradizione del bagno d’olio era diffusa, e i bagni
con olio d’oliva erano un modo per rilassarsi e prendersi cura del corpo. Era
utilizzato, inoltre, per illuminare le case, nonché come base per profumi e
cosmetici. Le donne dell’antica Grecia e Roma utilizzavano l’olio d’oliva come
idratante per la pelle e lo miscelavano con erbe aromatiche per creare
fragranze personali. Questi profumi non solo aggiungevano un tocco di eleganza,
ma erano anche considerati afrodisiaci.
L’olio d’oliva era
alquanto utilizzato anche nel campo della medicina: costituiva la base per unguenti medicinali e rimedi tradizionali. Gli
antichi greci e romani credevano nelle proprietà curative dell’olio d’oliva e
lo impiegavano per trattare una varietà di disturbi fisici, tra cui dolori
muscolari e reumatismi. Era anche impiegato per ungere i corpi degli atleti
nelle Olimpiadi romane, sottolineando la sua importanza nella cultura dell'antica Roma. Quest’olio
era utilizzato anche nei riti funebri, per ungere i corpi dei defunti
prima della sepoltura. Questa pratica aveva un significato simbolico e
religioso, oltre a contribuire alla conservazione del corpo.
Nell’economia dell’antica
Roma, il commercio dell’olio d’oliva aveva una parte essenziale. L’olio veniva
trasportato CON GRANDI ANFORE attraverso una vasta rete di strade, fiumi e mare, permettendo lo
scambio tra diverse regioni dell’Impero. Questo contribuiva non solo alla
diffusione dell’olio d’oliva, ma anche alla prosperità economica di molte aree.
Col passare del tempo, quando avvenne il declino dell’Impero Romano, la
produzione e l’uso dell’olio d’oliva subirono una battuta d’arresto. Le
condizioni politiche ed economiche sfavorevoli portarono a una riduzione della
produzione e del commercio. Ma l’olio d’oliva non scomparve mai del tutto e, in
seguito, ebbe una rinascita in Europa durante il Rinascimento.
Cari amici, dal
Rinascimento in poi quella dell'olio d'oliva è una storia che possiamo considerare recente, e non stiamo qui
a ripeterla. Chiudo, questa riflessione con Voi, amici lettori, rimarcando che oggi,
l’olio d’oliva è una parte irrinunciabile della “CUCINA MEDITERRANEA” e
delle tavole di tutto il mondo. È un olio d’eccellenza, celebrato per il suo
sapore ricco, i suoi benefici per la salute e il suo legame con le meravigliose
tradizioni culinarie delle antiche civiltà, sia Greca che Romana.
A domani.
Mario
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