Oristano 29 dicembre 2024
Cari amici,
Che l’Amazzonia sia una "unica e straordinaria" parte della nostra terra, la cui foresta è definita il suo “polmone
verde”, che influenza in tanti modi l’equilibrio dell’intero pianeta, è una realtà incontestabile, che, nonostante i tanti studi effettuati, ancora oggi conserva tanti
misteri. Uno di questi riguarda lo “SHANAY-TIMPISHKA”, un curioso fiume che scorre in
un modo particolarissimo: le sue acque, infatti, sono caldissime, addirittura bollenti, tant’è
che scorrono ad una temperatura oscillante tra i 50 e i 90 gradi.
Recenti ricerche, effettuate
con l’ok dello sciamano locale (considerato che l’Amazzonia conserva ancora
villaggi e popolazioni con usi e costumi risalenti a migliaia di anni fa), hanno
accertato la singolarità di questo fiume, affluente del Rio delle Amazzoni. Gli studiosi, dopo aver raccolto una serie di campioni di acqua durante le spedizioni effettuate per conto dell’università e del National Geographic, hanno scoperto
che la temperatura delle sue acque arrivava incredibilmente a toccare gli 86 gradi. Il
fenomeno, a detta degli esperti, è singolare: il fiume, infatti non si trova
nelle vicinanze di un vulcano (il più vicino è a 700 km di distanza), quindi le
sue acque diventano bollenti per altre ragioni. Si ipotizza un fenomeno
geotermico dovuto alla risalita di acque precedentemente riscaldate altrove,
forse in un luogo alquanto lontano ed in profondità.
Si, amici, nel bel mezzo
della foresta amazzonica, precisamente in Perù, scorre il Shanay Timpishka, un fiume particolarissimo, con acque
talmente calde, bollenti, in grado di "cuocere" qualsiasi cosa vi
cada dentro! La sua origine, come accennato, viene ritenuta molto complessa, insomma un fenomeno che si sta cercando
di accertare. Una delle ipotesi, fatte dal ricercatore peruviano Andreas Ruzo è che sotto
il fiume potrebbe esserci il più grande campo geotermico del pianeta. Nel 2011
il giovane geo-scienziato peruviano ha cominciato a studiare il
fiume nel tentativo di trovare una spiegazione scientifica.
Amici, se è pur vero che nel
mondo esistono altri fiumi bollenti, questi si trovano tutti vicino a vulcani o, comunque, con del magma prossimo alla superficie. Il Shanay- Timpishka, ovvero il Boiling River (fiume bollente), come viene
comunemente chiamato, invece no; ma allora qual è la fonte che fornisce l’energia
sufficiente a riscaldare le sue acque? Ecco che cosa ha scoperto finora
Andrés Ruzo. Prima di avventurarsi nella foresta amazzonica Andrés Ruzo,
studente dell’università del Texas, non era nemmeno certo che il Boiling River
esistesse davvero. Quando lo ha trovato, è rimasto sbalordito: dalla sua
superficie saliva un’enorme quantità di vapore e su di essa galleggiavano
animali “cotti” dalle acque (la loro temperatura in alcuni punti raggiunge i 90 °C).
Anche camminare sulle
sponde del fiume a piedi nudi risulta alquanto difficile, con il rischio di
ustionarsi gravemente. Eppure il Boiling River è un grande fiume: è lungo quasi
6,5 km e largo fino a 25 metri! Per riscaldare una tale quantità d’acqua serve
una fonte di calore molto potente! Non essendoci un vulcano vicino, Ruzo ha
cercato di ipotizzare altre fonti. Per operare sul fiume, ha dovuto chiedere il permesso dello sciamano
del posto. Le antichissime regole che vigono ancora in quei remoti villaggi, sono ancora oggi valide, e, fino ad allora, nessuno scienziato era stato autorizzato a
farlo, in quanto, da secoli, gli abitanti di quei luoghi credono che a generare quelle
acque tanto calde sia lo spirito Yacumama (la “Madre delle acque”), che avrebbe
l’aspetto di un enorme serpente. Un mito che resiste nel tempo, tramandato di
generazione in generazione.
Ruzo e i colleghi che
hanno collaborato con lui alla ricerca hanno ipotizzato che il fenomeno sia il
risultato di un processo che comincia da molto lontano, addirittura in
prossimità delle Ande. Nel sottosuolo dell’area in questione, le rocce
presentano una temperatura piuttosto alta già a profondità ridotte: hanno,
cioè, un elevato gradiente geotermico. Queste rocce riscalderebbero l’acqua
meteorica che si infiltra nel terreno. L’acqua, circolando nel sottosuolo
attraverso un enorme e complesso sistema di fratture, sarebbe in grado di
compiere un percorso molto lungo. Alla fine l’acqua, oramai caldissima,
emergerebbe di nuovo dal sottosuolo, alimentando sorgenti termali di acqua
calda in corrispondenza del Boiling River.
Analizzando a fondo le
acque del Boiling River, Ruzo e i suoi colleghi hanno scoperto che esse sono
popolate da alcuni microrganismi appartenenti a specie sconosciute, in grado di
resistere ad altissime temperature. In alcuni tratti il corso d’acqua,
soprattutto dopo le piogge, si raffredda abbastanza da consentire agli abitanti
di fare il bagno. Talvolta l’acqua viene anche usata per preparare il tè e per
cucinare. Il legame tra il Boiling River e la popolazione del luogo è ancora
oggi molto forte.
Cari amici, la Foresta Amazzonica è uno straordinario ambiente naturale, unico al
mondo, ma purtroppo minacciato da interventi di deforestazione e dalle numerose ricerche
petrolifere. Un territorio che, invece, dovrebbe restare intatto, assolutamente da salvaguardare, e Ruzo
si batte affinché venga riconosciuto come "riserva naturale intoccabile". Se, invece, continuiamo
a distruggere il mondo, cosa lasceremo alle generazioni future? Non
dimentichiamo che sulla terra siamo ospiti e non padroni!
A domani.
Mario
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